PASTORI SARDI BLOCCATI E CARICATI DALLA POLIZIA NEL PORTO DI CIVITAVECCHIA / aperta un'inchiesta dalla Procura di Civitavecchia. Ultime notizie -  A seguito dei fatti accaduti al Porto di Civitavecchia, ovvero i disordini scoppiati tra le forze dell'ordine e alcune centinaia di pastori sardi che intendevano recarsi a Roma, la Procura di Civitavecchia ha aperto un'inchiesta, al momento contro ignoti, che intende verificare il comportamento tenuto dalle forze dell'ordine.

Stando alle testimonianze raccolte, infatti, l'intervento delle forze dell'ordine è stato fin troppo energico, con numerose cariche ai danni dei dimostranti, alcuni dei quali sono anche rimasti contusi.
Di fatto i pastori volevano solamente prendere i mezzi per arrivare a Roma, dove avrebbero svolto una conferenza stampa.
Perchè dunque ai manifestanti è stato impedito di uscire dal Porto di Civitavecchia?
Si parla di prevenzione, ma è ovvio che si tratta di una giustificazione inaccettabile, per cui dovranno essere date spiegazioni ben più ragionevoli al procuratore Consolato Labate che seguirà il caso.

Intanto sono rientrati in Sardegna tutti i manifestanti che sono stati bloccati per l'intera giornata nel porto di Civitavecchia.
La rabbia è ancora tanta e alcune dichiarazioni lo dimostrano: "Siamo stati trattati in maniera vigliacca e indegna", ha affermato il leader del Mps, Felice Floris "Quello che si è celebrato ieri è stato un processo alle intenzioni, hanno limitato il nostro diritto di manifestare, la nostra libertà di pensiero e di movimento. Siamo stati letteralmente in ostaggio delle forze dell'ordine"

Il segretario generale Cgil Civitavecchia, Cesare Caiazza, ha atteso 24 ore prima di rilasciare dichiarazioni in merito, così da poter verificare per bene le dinamiche dei fatti.
"Per quanto sforzi la memoria non riesco a ricordare precedenti analoghi nella storia della nostra Repubblica, pure segnata da una quantità enorme di episodi di repressione - ha detto Caiazza - Non mi pare sia mai capitato che potenziali manifestanti venissero preventivamente bloccati dalla polizia e di fatto 'sequestratì. È presumibile e logico che le direttive che hanno ispirato il comportamento delle forze di polizia siano espressione di una linea politica decisa dal Governo.
Un Governo che anziché scegliere la strada del dialogo decide di reprimere le proteste e le manifestazioni. Ieri, però, abbiamo assistito a un enorme 'salto di qualità' nell'ambito di questa strategia. Non si è trattato di una manifestazione, magari non autorizzata, sciolta con la forza. Si è impedito a delle persone, tra le quali donne, bambini ed anziani, di salire su pullman da loro regolarmente prenotati. È stato impedito alle stesse persone di salire sui treni. Sono state confinate in uno spazio ledendo le più elementari norme di libertà e di democrazia".


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