ROMA, ultime news - "Il Pd si metta alla guida della riscossa italiana o il Paese si disgrega". Pier Luigi Bersani alla direzione del Partito democratico annuncia la presentazione di una "agenda riformista per il prossimi dieci anni. Il Paese - dice il leader Pd - ha forze ed energie per reagire. Il Pd deve mettersi alla testa della riscossa altrimenti c'e' il rischio che l'Italia si disgreghi". Questo, aggiunge, "non e' un passaggio ordinario, la situazione e' molto seria e per certi versi pericolosa. I prossimi mesi decideranno per i prossimi anni. Io sono alla ricerca del massimo di unità, visto il passaggio delicato, ma serve anche chiarezza e per questo chiederò che la direzione si assuma la responabilità attraverso un voto". Voto che sarà sulla relazione del segretario.

"Per la responsabilità che ho, sento la necessità di fare un forte richiamo a uno stile di discussione composto e solidale. Non possiamo accettare che una deriva di questo genere ci indebolisca in un anno di combattimento".

LE ALLEANZE - Bersani mette il progetto del Pd al centro del campo delle opposizioni e riconferma la linea delle alleanze a destra e a sinistra del Pd. Parlando alla direzione del partito, spiega che "quella presente non è una fase di semplice cambio di governo, ma una fase costituente, per far ripartire il Paese e risollevare la democrazia parlamentare". Per questo "c'e' bisogno di alleanze forti tra le forze di centrosinistra e quelle di sinistra e tra le forze progressiste e quelle moderate di centro. Ovviamente non parteciperemo alla ristrutturazione del campo del centrodestra ma dobbiamo parlare al Paese: saranno gli altri a dover rispondere se ci stanno o meno".

FIAT - "Seguiamo con rispetto questa consultazione che ha esiti anche drammatici. Noi teniamo molto agli investimenti. I lavoratori stanno mettendo in gioco parte delle loro condizioni in nome di quegli investimenti e quindi del loro futuro". Il leader democratico osserva che "e' incredibile la solitudine in cui sono stati lasciati i lavoratori e i sindacati.
In un paese in cui le stock option galoppano, l'evasione e' al massimo, le riforme professionali sono state lasciate agli ordini. Non possiamo affrontare questo problema come se fossimo le tifoserie dell'Inter o del Milan. Ieri Berlusconi avrebbe dovuto farsi spiegare dalla Merkel come ha gestito la crisi dell'auto e della Opel. Lui invece sta con le mani conserte".

FEDERALISMO - La proposta del Pd sul Federalismo "è autonoma e alternativa da quella della Lega Nord". Bersani che avverte il Carroccio: "A fare troppo i furbi ci si aggroviglia".

CONFERENZA NAZIONALE NEL 2011 - il 2011 sarà l'anno in cui "fare il punto sul Partito a tre anni dalla nascita. Per questo ci sara' una conferenza nazionale che coinvolga tutti i nostri circoli e che proponga una discussione che parta dalla testa e cioe' dall'idea di democrazia che abbiamo".

MAMMA ITALIA - Bersani ironizza sulla possibile scelta del nome 'Italia' che Berlusconi vorrebbe fare per il Pdl: "Noi- dice- il nostro Partito non lo abbiamo chiamato 'Popolo democratico' perche' non vogliamo il populismo. Lui invece vuole chiamarlo 'Italia', in attesa che magari lo chiami 'mamma'".

SISTEMA ELETTORALE - Bersani ribadisce alla direzione del Partito la preferenza dei democratici per il modello elettorale approvato dall'assemblea nazionale del Pd a Roma il maggio scorso: "Un sistema elettorale di doppio turno con quota proporzionale".

"PRIMARIE? RIFORMARLE PER SALVARLE" - Per salvare le primarie bisogna riformarle. Il leader democratico invita anche i promotori dell'appello sulle primarie "a riflettere sul fatto che serve una messa a punto su questo strumento", per evitare distorsioni come la produzione di "un eccesso di capi".

I VELTRONIANI: "VOTEREMO NO" - "Apprezziamo la relazione di Bersani, ma non ci sentiamo di sottoscriverla e non la condividiamo nella sua interezza. Servono scelte più chiare, in particolare su Fiat e alleanze". Così Paolo Gentiloni annuncia che la componente Modem di Walter Veltroni voterà contro la relazione del segretario Pd, Bersani.
"Se dovessi votare potrei al massimo astenermi". Cosi' il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, commenta la relazione del segretario Pierluigi Bersani alla direzione del Pd. "Mi sarei aspettato- dice Chiamparino- una posizione piu' netta a favore del si' al referendum Fiat perche' se vince il si' restano aperte tutte le possibilita', ma se vince il no si entra in un limbo da cui e' difficile uscire. Non ho trovato nessun passo avanti significativo nelle parole che parlino al Paese. Di fronte a un centrodestra diviso e vicino alla sua fine, il partito dell'opposizione non emerge come una forza dell'alternativa. Vuol dire che qualche problema c'e'". Chiamparino sottolinea che dal nodo Pd dipende anche il capitolo alleanze: "Non si puo' avere una strategia vincente nelle alleanze se non riusciamo a parlare agli elettori. E per ora non vi si riesce".


Fonte: Dire.it
www.dire.it

Commenti

Non vi è dubbio che ci vuole chiarezza, soprattutto sulle alleanze.Bisogna uscire dalle ambiguità, non si possono tenere dentro tutti il diavolo e l´acqua santa. O si fanno gli interessi dei lavoratori, degli artigiani, delle piccole imprese oppure gli interessi dei soliti noti. Non bisogna fare una coalizione solo per vincere, come si è fatto con Prodi e poi si è visto come è andata a finire. Le grandi rendite non sono state toccate, le pensioni dopo aver promesso l´abolizione dello scalone in campagna elettorale abbiamo fatto una riforma per favorire assicurazioni, banche e sindacati. Il PD deve decidere se essere un partito riformista di ispirazione socialista e distribuire la ricchezza che il paese produce, oppure svoltare a destra come purtroppo stà facendo. Buona fortuna.
commento inviato il 13/01/2011 alle 9:26 da victorlupis  
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