“Grazie a tutti voi, primi pellegrini a ripercorrere oggi la via che San Francesco seguiva per recarsi a Roma”. La presidente della Regione Umbria Maria Rita Lorenzetti ha salutato così, nel corso della cerimonia inaugurale, quanti sono confluiti stamani nella Piazza della Basilica Inferiore di San Francesco di Assisi, dopo aver percorso – a piedi, in bicicletta o a cavallo – alcuni chilometri del tratto umbro di “La Via di Roma – La via Francigena di San Francesco”. La presidente Lorenzetti ha rivolto un ringraziamento particolare all’Opera Romana Pellegrinaggi, con cui la Regione Umbria ha realizzato l’itinerario e siglato una “dichiarazione di intenti”, e ai rappresentanti del “Geie” (Gruppo europeo di interesse economico) “Cammini d’Europa”, progetto al quale la Regione ha aderito per promuovere e valorizzare la via di Roma di San Francesco.
“Camminare lungo queste strade attraversate da San Francesco – ha detto – significa conoscere meglio se stessi e gli altri, lo splendore e i prodotti della terra umbra, dei suoi luoghi dell’anima, la coesione di questa terra, impegnarsi insieme per costruire un percorso di vita. È un cammino – ha concluso - per ritrovare la propria spiritualità e, nello stesso tempo, rappresenta una nuova strada per accrescere lo sviluppo dell’Umbria”.
Monsignor Liberio Andreatta, vicepresidente dell’Opera Romana Pellegrinaggi, ha espresso l’auspicio che la via Francigena di San Francesco rappresenti “un cammino interiore, che consenta di riacquistare quei valori cancellati dalla società consumistica e dalla frenesia attuale. Un cammino – ha detto ancora – che conduca a incontrare Dio, attraverso l’incontro con l’uomo e la natura”.
La presidente del “Geie Cammini d’Europa”, Maria del Carmen Furelos Gaiteiro, ha sottolineato come l’inaugurazione del tratto umbro costituisca “un’occasione importante per collegare Santiago de Compostela a Roma, attraverso Assisi”, auspicando che “possa contribuire alla grande unione dei popoli europei”.
“Assisi – ha ricordato il sindaco, Claudio Ricci – ha stretto il suo terzo gemellaggio, dopo Betlemme e San Francisco, con Santiago de Compostela. Nel Medioevo, insieme a Roma e alla Terra Santa, le due città erano le principali mete dei pellegrinaggi, parte rilevante dell’identità europea. Ai pellegrini che giungeranno ora in questi luoghi, decretati patrimonio dell’umanità dall’Unesco, rivolgo l’augurio di andare ‘sempre più avanti, sempre più in alto’, come a chi si reca a Santiago”.
“È una giornata storica – ha sottolineato padre Cesare Atuire, amministratore delegato dell’Opera Romana Pellegrinaggi – Il cammino che oggi inauguriamo potrà diventare, fra qualche anno, uno dei più importanti nel mondo”. A porgere il benvenuto ai partecipanti, sono intervenuti il custode del Sacro Convento di Assisi padre Vincenzo Coli, l’arcivescovo di Perugia e presidente della Conferenza Episcopale Umbra monsignor Giuseppe Chiaretti e Giuseppe Rinaldi, assessore della Provincia di Rieti (che ha già realizzato nella Valle Santa reatina un tratto della via Francigena di San Francesco, al quale si va a congiungere l’itinerario umbro). Tra i presenti, il vicepresidente della Regione Umbria Carlo Liviantoni e l’amministratore unico dell’Agenzia di promozione turistica dell’Umbria Stefano Cimicchi.
Il tratto umbro della via di Roma di San Francesco è articolato in sedici tappe, da Perugia a Piediluco, per un totale di 127 chilometri. A realizzarlo sono la Regione Umbria e l’Opera Romana Pellegrinaggi, in collaborazione con il Comune di Assisi, l’Agenzia di promozione turistica dell’Umbria, la Conferenza episcopale umbra, gli Ordini Francescani Conventuali, dei Minori, dei Cappuccini e del Terzo Ordine Regolare.
A coloro che hanno preso parte all’inaugurazione – tra cui gli studenti di alcune scuole di Assisi, Bastia Umbra, Foligno, con una rappresentanza dell’Istituto Serafico di Assisi – è stata consegnata la “credenziale del pellegrino”, che certifica il passaggio nelle tappe del cammino, la cartina del percorso e un attestato di partecipazione all’evento. È stata consegnata a tutti anche la “Carta della via Francigena di San Francesco”, un decalogo del “buon turismo” che invita a fare del cammino “un’occasione di contemplazione e di incontro con Dio” e a percorrere la via nel rispetto dei luoghi, dei ritmi di vita dei paesi e delle altre persone.
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