In Val Venosta, fino ad alcuni anni fa esisteva una ferrovia quasi abbandonata, dimenticata da tutti, la Merano, Malles. La linea avente un tracciato di 60 chilometri, fu chiusa  al traffico il 2 giugno del 1991, poi dopo alcuni lavori di ristrutturazione, fu inaugurata il 5 maggio del 2005.

E’ divenuta una delle “linee ferroviarie più moderne e vincenti d’Europa”. La stampa riporta che il numero dei passeggeri è risultato superiore ad ogni aspettativa ed è in continuo aumento.

Gli enti locali ed i gestori continuano a migliorare gli orari, le offerte e i servizi nell’interesse dei passeggeri. Il bacino di utenza interessato alla ferrovia è di 40.000 abitanti e trasporta 3000/4000 persone al giorno.

Da quando fu riaperta, raccontano gli organi stampa, si è avuto un incremento dell’utenza del 50% ed i pendolari sono cresciuti del 100%. A di stanza di un anno dalla riapertura, con l’incremento dei turisti, si è arrivati a festeggiare il milionesimo passeggero.  Il sevizio pullman è gestito con criteri razionali, si attesta lungo le stazioni della ferrovia per raggiungere le varie vallate.

Tanti i turisti attratti dalla nuova ferrovia  e dalle sue offerte abbinate: bici più treno, manifestazioni locali, piste ciclabili, trekking, turismo, fungono da forte richiamo. Una pista ciclabile permette di effettuare qualche centinaio di chilometri percorrendo il traccito: Resia-Malles-Merano-Bolzano-Trento  La linea non è più un ramo secco, otto treni ecologici a diesel (Atr 100) a tre elementi, arrivano a circolare anche contemporaneamente, presto vi saranno nuove implementazioni. Non vi è inquinamento ambientale ed il tracciato della ferrovia si integra pienamente con il territorio.

Come viene riportato sugli opuscoli pubblicitari, i treni sono ad orario cadenzato e frequente. Degno di attenzione il sistema dei titoli di viaggio: con 9 euro si può viaggiare tutta la giornata con 14 euro la stessa cosa si può fare anche con la bicicletta. Corse regolari, vengono effettuate anche nei giorni festivi, garantendo in maniera continuativa i collegamenti. L’inserimento di stagisti che offrono assistenza ai clienti ha permesso di migliorare l’offerta, creando le premesse per nuovi posti di lavoro. Anche in Val Pusteria ci sono grosse novità, ogni trenta minuti un treno Fortezza Brunico percorre la Val Pusteria oramai satura di traffico automobilistico; si è registrato un aumento di passeggeri del 34% nel 2010. La Trento Malé, ferrovia anche essa “riammodernata” (ora arriva fino a Marileva)  svolge un validissimo servizio sia per i valligiani, sia per i turisti che vogliono raggiungere le località turistiche o le piste da sci.

Ora torniamo a parlare di casa nostra ed esattamente la Ferrovia Roma Nord. La linea ferroviaria: Roma – Civita Castellana – Viterbo gestita da Me.tro, era in attivo, poi con il subentro di ATAC che rischia il fallimento, si parla di chiusura di buona parte del tracciato.  

In un solo anno il debito dell’ATAC è aumentato di 180 milioni anche grazie al diluvio di assunzioni, come riporta la stampa, effettuato da qualche dirigente: “il figlio, il genero, il nipote, la cognata del figlio, l’ex segretaria, suo figlio e sua nuora,la figlia della segretaria del figlio, una ventina di parenti di assessori e consiglieri, la famosa cubista” (La Repubblica 12.01.2011).  Eppure il bacino di utenza di questa ferrovia fine 2010 risultava di 3.027.816 abitanti, cioè di 23.395 persone superiore anche alla Roma – Capranica – Viterbo. Non ci sono i soldi però Aurelio Regina, presidente dell’Unione industriali di Roma, lanciava l’idea di realizzare un secondo Raccordo Anulare con il beneplacito di Alemanno e Polverini. Non ci sono i soldi, però nel 2011 aprirà il cantiere dell’Autostrada Roma – Latina, con la delibera del Cipe, per un costo di 2 miliardi 728 milioni.

Si propone altresì la Cisterna Vamontone con i fondi Fers, insomma si distrugge completamente la campagna romana, si rende sempre di più l’aria irrespirabile, con l’illusione di smaltire il traffico, aumentare la sicurezza; si privilegia così il trasporto su gomma, poiché il costo del carburante al distributore rende allo Stato il 70%. Non si tiene conto degli allarmi lanciati dalle associazioni ecologiste sulla qualità dell’aria, Roma scende al 75° posto, la qualità dell’aria nel Lazio precipita.

Si parla di Gran Premio, di imprenditori pronti ad investire sulla formula 1 all’Eur, si trovano i soldi, ma non ci sono per la mobilità sostenibile, per una migliore vivibilità dei cittadini. Viterbo possiede 75 auto ogni 100 abitanti, le reali esigenze degli abitanti non vengono prese in considerazione.

Eppure il tracciato della ferrovia Roma Nord, oltre a servire i pendolari,  tocca paesi ricchi di monumenti, di storia, di fiere, di manifestazioni. A Civita Castellana, a Vignanello, a Bagnaia a Viterbo oltre al turismo, l’arte culinaria di molti locali potrebbe far apprezzare svariate prelibatezze ai numerosi turisti provenienti dalla Capitale.  Gli sportivi, con le loro mountain bike potrebbero percorrere chilometri di strade sterrate che attraversano la Tuscia, senza neanche effettuare grandi dislivelli.  Pochi comprendono che il viterbese è una miniera d’oro. Ma non viene sfruttata.  Chi ci amministra ha dimostrato di non sapere neanche quali città collega la Ferrovia Roma Nord; quale futuro possiamo prevedere, mentre fior di laureati con tanto di master e lingue sono a spasso.

Gli orari attuali della Ferrovia Roma nord, oltre alla mancanza di un tempo continuativo e cadenzato, presentano delle lacune incredibili. E’ ovvio che il binario è unico e crea diverse problematiche, però non considerare le necessità di una città come Roma dove per raggiungere Civita Castellana, il viaggiatore trova il primo treno utile alle ore  12,25, è assurdo, quando la tratta risulta completamente libera dalle ore 9,29.  La soppressione del treno delle ore 13,08 da Viterbo, la mancanza di treni sempre da Viterbo dalle ore 14,23 alle 17,02, non ha giustificazioni.


di Gianfranco Lelmi

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