L'ESEMPIO DEL SINDACO VASSALLO, UCCISO DALLA MAFIA. Quando la politica è persino bella e coraggiosa. Ultime notizie -
Ancora forse troppo emozionata dal racconto  del giudice Ayala nello spettacolo “Chi ha paura muore ogni giorno”, andato in scena sabato scorso al Teatro Traiano nel clima di disastro della legalità in cui oggi il nostro paese è sprofondato, capisco che il filo rosso che attraversa tutta quella narrazione degli anni dell’appassionato lavoro dei giudici Paolo Borsellino e Giovanni Falcone  nella lotta alla mafia è la necessità di stare insieme. Sempre.

            La vicenda dei due giudici del resto è emblematica di come nel momento in cui lo  Stato c’è, funziona e si vede, ma nel momento in cui i centri di potere occulto decidono che le cose devono cambiare, non ci sono scorte o auto blindate che tengano.

Come per sincronia  la sera dopo, domenica su Rai Tre che, ne sono convinta, resta ancora una delle poche realtà che ha il coraggio di produrre programmi coraggiosi come “Report” e “Presa Diretta”,  è proprio quest’ultimo che mi tiene incollata alla sedia.

            Si parla dell’assassinio di Angelo Vassallo,  Sindaco di Pollica, cittadina del Cilento,  avvenuto cinque mesi fa,  il 5 settembre del 2010 che negli anni della sua amministrazione non ha ceduto alle lusinghe di costruttori senza scrupoli evitando di dare spazio a palazzoni nel centro della sua città e recuperando e mettendo a posto le case ancora in piedi, sistemando il depuratore che funziona talmente bene da far guadagnare al mare antispante Pollica la bandiera Blu  per le sue acque limpide e cristalline.

            Angelo Vassallo  ha detto no anche all’ampliamento del porto fuori misura e proprio la sua politica dei no, quelli che fanno bene all’economia sana delle nostre città, ha dato i suoi frutti piu’ preziosi ed importanti. Il prezzo della vendita delle case è passato da 1500 ad oltre 10.000 euro al metro quadrato, un risultato straordinario che stà dando benessere e ricchezza a tutta la popolazione perché arriva da scelte ponderate e ragionate nel tempo e non prese  come se fossero un gratta e vinci o una borsa da afferrare e scappare via.

            Vassallo è riuscito ad evitare la devastazione del suo territorio proteggendolo e facendo così tornare nella sua città quanti erano andati via in cerca di altre opportunità. Oggi è il territorio di Pollica, così gelosamente protetto, non solo a regalare bellezza ma ad essere il reale e vero volano dell’economia locale e regionale,   dove il lavoro non manca.

            Perché con una amministrazione  di questi intenti, nell’economia dei no che fanno bene a tutti e male a pochi, il sindaco è stato ucciso  barbaramente? Perché l’ultimo no che aveva detto era stato ad una violenta lottizzazione per la costruzione su una magnifica collina di 150 villette e perché nel frattempo aveva detto anche qualche parola contro il traffico  gli spacciatori che stavano inquinando la sua amata città. Ma soprattutto perché era stato lasciato da solo, anche e soprattutto  dalla politica,  come è accaduto nel 1992 a Falcone e Borsellino.

            Il confronto con la mia amata e martoriata città che ne avrebbe da imparare da una minuscola cittadina de Cilento, anzi dall’amministrazione di un grande uomo e sindaco quale è stato Angelo Vassallo,  viene naturale, perché tutti possono verificare che l’abusivismo edilizio è imperante, con tre sequestri di edifici e relative  inchieste della Procura locale,  che la raccolta differenziata è partita con un ritardo abissale e solo per l’insistenza di un assessore capace, che i quartieri popolari e storici sono abbandonati nel degrado, che il disastro e il disservizio idrico è quotidiano, che i  piani per l’emergenza abitativa non esistono se non  in quaranta prefabbricati spacciati  per case, che   la qualità dell’aria è pessima, testimoniata da centinaia di immagini sconvolgenti dell’orizzonte civitavecchiese ormai piu’ che grigio, che esiste una forte e diabolica  spinta ad allungare il porto, ormai immenso, oltre i suoi confini naturali  per aprire il varco  al Terminal Cina sull’ultimo tratto di costa fruibile, quella della Frasca che migliaia di civitavecchiesi in questi giorni della fine dell’inverno stanno ricominciamo ad apprezzare  e che infine il rispetto del verde e dell’ambiante è nullo. Non credo di avere dimenticato nulla anche se è probabile,  visto che in città tra la popolazione la tensione e lo scontento sono altissimi.  

A Civitavecchia si vota tra un anno e ancora nessun nome di qualcuno in grado di invertire la rotta che Civitavecchia in questi ultimi anni ha preso, né da un parte nè da un’altra, si profila all’orizzonte.

Abbiamo però, come ha detto Ayala di Borsellino e Falcone,  esempi da seguire, anche come quello del Sindaco  Vassallo perché il suo modo di essere  e ancor prima di Falcone e Borsellino possano essere la bussola su cui orientare la scelta non solo del futuro Sindaco ma anche della futura classe politica dirigente che non può piu’ essere gran parte di quella che oggi  rappresenta  i civitavecchiesi.

Visti i disastri di cui sopra,  risultato del malgoverno di politici che non amano Civitavecchia come Vassallo ha amato la sua Pollica.

Roberta Galletta

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