La Piattaforma Logistica Italia,
(presentata nel novembre 2010 a Venezia, all'Urban Promo ) e giovedì 10 febbraio 2011 a
Roma Eventi, ma non agli abitanti passivamente coinvolti di Civitavecchia,
Tarquinia e Allumiere, viene esposta come sviluppo epocale del
territorio.
Approvata il 5/10/2010 in Consiglio Comunale a Civitavecchia, nella forma
riduttiva, come accade per tutte le votazioni "delicate", camuffata
da Piau e votata con 21 si e 7 no, essa viene
sottovalutata nelle ricadute negative su un bacino di 150.000 abitanti
e a raggiera molte di più. Alcuni dei presentatori sono certamente
fior di aziende, ottimi rating, ma nella sostanza è pura operazione finanziaria
e commerciale, privata, spregiudicata e molte persone, con Moscherini
primo nella sua visione macroeconomica della gestione pubblica ma
poco da sindaco, tentano di far credere che il megaprogetto di 4.200
ettari del colosso finanziario e produttivo cinese Hna Group sia
risolutore dei problemi dell'Alto Lazio anziché esserne causa da
aggiungere a quelli già presenti. Tanti ripetono pappagallescamente le parole "
sviluppo" e "occupazione" senza conoscere ciò che ne verrà a valle. Ci
sono gigantesche ricadute sull'ambiente ed irreversibili, senza via di ritorno.
Un'area enorme con all'interno tutto ciò che è conseguente, dallo smisurato
traffico di navi colossali portacontainer al sorvolo di jumbo merci
commerciali su aeroporto fra S.Agostino e le Saline di Tarquinia di 3,5 km
di lunghezza, dalle migliaia di camion e treni per lo smistamento dei
milioni di container movimentati alla necessità di bretelle e collegamenti
autostradali con la logistica retroporto, da chilometri di ulteriori
banchine ad abbracciare il gigantesco terminal Cina, la darsena
petroli, le due centrali Enel e Tirreno Power con 3.500 MW di potenza, ai quali
occorre aggiungere Italpetroli con oltre 30 serbatoi su circa 20 ettari con
capacità di stoccaggio di circa 250.000 mc di benzine, gasoli ed oli
combustibili in piena città.
Si pensi ciò che ne deriva a
cascata come inquinamento in tutte le peggiori salse compreso quello acustico
per sorvolo aerei merci e al rischio elevatissimo incidenti di massimo livello,
con sacrificio delle zone de La Frasca e di quelle alle quali Moscherini fa una
guardia da feroce pitbull (bosco Enel, Ater Torre d'Orlando, Patti
Territoriali, ecc). Un vero incubo ambientale.
Pensiamo ad un dialogo
immaginario.
Tutto questo per cosa? - "Sai, banche d'affari
internazionali e finanze di investimento hanno visto dalle mappe che questa è la
zona ideale per sviluppare la Piattaforma Logistica ideale, quella
da manuale, da sogno, quella perfetta!" - Con quel principio si potrebbe
mettere una base missilistica, una base aeronavale, una centrale
nucleare, rilanciare la chimica nazionale, la siderurgia, tanto lo spazio
c'è. Ma la salute, gli abitanti? - "Embè? Figurati che quelli hanno ancora gli
scarichi a mare sulla riva, l'acqua spesso non è potabile, una raccolta
differenziata ridicola, viaggiano verso un indebitamento di 2.500 euro a
testa, nella zona hanno già di tutto, protestano ma poi accettano, dove li
trovi altri fessi che potrebbero accettare nuovi porti e aeroporti
passivamente?" - E il lavoro, i benefici? - "Macché, cosa dici? Pensa che di
tutto il crocerismo e la portualità a Civitavecchia rimangono le
briciole, tassisti e addetti ai servizi, vengono tutti da fuori"
- Ma la politica, le opposizioni, la destra e la sinistra
classiche -" Non è un problema, c'è un caos incredibile, con
frammentazione partitica e associazioni pseudo politiche ognuna delle
quali tenta di condizionare la governabilità a proprio vantaggio. C'è un partito
di sinistra-sinistra che ha conflitti di interesse e partecipazioni societarie
con porto e produzioni di energia, e uno di destra legato ad un ex
sindaco che sostiene i servizi pubblici pur indecenti. Pensa tu, gira tutto al
contrario!. " -
E arriviamo al dunque. Cui
prodest? A chi giova tutto questo?
Non occorre essere feroci
ambientalisti per chiedersi se Moscherini, insieme ai 300.000 euro
pubblici (in altri luoghi sono pagati dai proponenti investitori) spesi
per la inizialmente segreta prefattibilità progettuale della PriceWater
H.Coopers, avrà commissionato anche una simulazione sulle ricadute
occupazionali, terziario, ambiente? Vincolerà la Hna Group all'accettazione
di clausole a beneficio di tutta la comunità o quelli vorranno importare
personale e metodi cinesi dove diritti di persone, animali, ambiente e metodi
sono ignorati? E' vero che godranno di una sorta di
extraterritorialità proprio per evitare i sistemi italiani, quelli che ci stanno
portando al crollo nazionale?
E' vero che avranno la gestione diretta del
moli e dell'aeroporto poiché il loro obiettivo unico è movimentare e
vendere la superproduzione in tutti i campi della Hna Group, movimentabile via
aerea sulle 24 ore e senza intoppi? Ma vi pare che questi vogliono impelagarsi
con situazioni tipo faccenda gruisti-banane, gestioni tipo Seport, sigle e
siglette sindacali, ricorsi, giudici del lavoro?
La trattativa dell'anno passato
di Hna Group con Augusta, l'interporto di Catania e l'aeroporto Fontanarossa
dove si prevedevano sino a 300 voli giornalieri, è fallita proprio
per le richieste siciliane di cogestione, oltre alle infelici comunicazioni
siciliane. Si sarà calcolato che di piattaforme logistiche, pur non
perfette, in Italia ce ne sono a bizzeffe e tutte in crisi? Si potrà governare
la situazione o ci si lascerà governare come capita col resto?
E' possibile far
convivere tale enormità con altre alternative di economia
sostenibile per tutta la zona, oceanario, centro congressi internazionale,
polo fieristico legato a nautica per Porto del Tirreno, Riva di Traiano, la
cantieristica navale, il sospirato centro termale, città dello sport per
avvenimenti nazionali ed internazionali, un moderno ospedale in sinergia
pubblico/privato, un comprensorio agricolo, faunistico, piccolo allevamento,
artigianale, didattica in accordo coi comuni limitrofi, iniziative di
micro-imprenditorialità per sfruttamento traffico croceristico e passeggeri,
logistico, taxi, autopulman, traduzioni, accompagnatori, formazione guide,
servizi di lavoro a bordo connessi all'alberghiero, artistico, artigianato,
servizi alla persona, sfruttamento della Frasca per iniziative di pesca-turismo,
escursioni, strutture per ricezione turistica, soggiorni di vacanza e di
soggiorno residenziale, rimodulazione del progetto dei Patti Territoriali
epoca Tidei, residenze terapeutiche, di benessere, mediche, di accoglimento
turistico?
Inoltre è da considerare che una economia monocultura basata su
passaggio di container ha un elevato rischio crisi di unico settore rispetto
alla frammentazione di rischio data dalla diversificazione e poi, è
possibile che uno stravolgimento epocale ed ambientale tale non meriti
un'ampia consultazione per chiedere ai cittadini cosa ne pensano e questo dopo
una informazione tecnica, corretta e non solo la réclame di clan
semplicistica poco credibile che ripete il ritornello
sviluppo-occupazione-sviluppo-occupazione sparato a vanvera senza contenuti.
Se
la cittadinanza del comprensorio lo accetterà allora ci si metterà l'animo in
pace ma il nostro sindaco non può e non deve disporre della zona come
fosse proprietà personale, consegnando un enorme territorio come fosse casa sua,
senza certezze e senza dare minima garanzia per il futuro.
Tutto questo ci
porta alla conclusione che Moscherini voglia dare la gestione
diretta al 100% di terminal container, aeroporto, retroporto alla Hna Group
(che non accetterebbe interferenze e cogestioni come non lo fa in nessuna
parte del mondo e perché il sistema Italia allontana gli investitori esteri),
perché lo ha già fatto con la concessione secolare del terminal
croceristico, lo sta facendo con il Porto del Tirreno di Acqua Marcia e con
l'affidamento ai privati dei servizi essenziali, senza benefici per la città
tranne gli scarti, condizionandola e pregiudicando altre alternative.
Antonio Manunta
NB- tutte le cifre e i dati riportati sono reali e
documentabili.
Nella foto: il sindaco di Civitavecchia Gianni Moscherini, alla sua destra il sindaco di Tarquinia Mauro Mazzola