E' ormai diventata una delle maggiori e più ricorrenti paure del nuovo millennio: l'impatto della Terra con un meteorite.
Si rincorrono voci e presunte date di possibili e catastrofici collisioni tra il nostro pianeta e i numerosi corpi celesti che passeggiano nelle profondità del cosmo, salvo poi affacciarsi sul sistema solare di tanto in tanto.
Gli astronomi rassicurano che per i prossimi 100 anni la probabilità di essere colpiti da asteroidi è molto bassa.
Tuttavia è anche vero che all'interno del nostro sistema solare ci sono circa 900 asteroidi che potrebbero minacciare la Terra.
Sarebbe sufficiente che ci colpisse anche un corpo celeste avente un solo chilometro di diametro per provocare effetti devastanti.
"I NEO (Near Earth Object, oggetti vicini alla Terra) sono stabilmente presenti intorno alla Terra e hanno orbite abbastanza stabili", dice Luigi Colangeli, direttore dell'osservatorio di Capodimonte (Napoli), "il problema è che non tutti sono conosciuti, soprattutto quelli più piccoli".
Insomma la certezza assoluta non esiste, e non resta che monitorare i cieli costantemente.
Così ecco emergere notizie che fanno il giro del mondo e che richiamano scenari apocalittici, già abilmente raccontati da numerosi film di fantascienza.
Ad esempio si parla insistentemente di un asteroide di nome Apophis che, stando ad alcuni calcoli, potrebbe trovarsi sulla nostra traiettoria nell'anno 2036.
Secondo i dati in possesso degli scienziati, le probabilità che ci sia un impatto con la Terra sono bassissime, qualcosa come 1 su 6250, ossia quasi nessuna.
Ma certamente è qualcosa che in passato è accaduto, che accade normalmente anche per altri pianeti e che potrà prima o poi ricapitare anche sulla Terra.
Vale la pena, dunque, studiare sin da subito tecniche utili a contrastare una simile eventualità futura.
E' in questa direzione che si è svolto lo studio condotto dal Jet Propulsion Laboratory di Pasedena, secondo il quale la spinta gravitazionale di una navicella spaziale potrebbe riuscire a deviare un asteroide di 140 metri di diametro in rotta di collisione con il nostro pianeta.
La forza esercitata da questa sorta di "trattore gravitazionale", come è stata definita questa navicella, unita ad altri sistemi anti-asteroide potrebbe letteralmente evitare il catastofico impatto con la Terra.
Cristiano De Amicis
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