TUSCIA, ENERGIA PULITA: megastrutture ecologiche - energia geotermica. Ultime notizie Tuscia - Viterbo - E’ il titolo di un documentario che le reti “Ski” spesso in passato proponevano come un fiore all’occhiello. Si tratta di una tematica avvincente in cui la tecnologia più avanzata viene applicata nel campo della “Geotermia” per trasformare l’energia in elettricità. Una delle forze più potenti della natura, presente nel sottosuolo, sta attirando un crescente interesse da parte di varie nazioni per uno sfruttamento intensivo di energia pulita e illimitata. In Islanda, terra di vulcani e ghiacciai, grazie all’energia geotermica prodotta in abbondanza ed a basso costo si copre la quasi totalità del fabbisogno nazionale di elettricità. Le immagini si soffermano lungamente sulle numerose serre variamente coltivate; ma soprattutto colpisce la disponibilità di l’acqua calda presente in tutte le case della sua capitale.
Nella California del Nord, la città di San Francisco, e non solo, è fornita da energia elettrica geotermica, ed è tre volte tanta rispetto a quella dell’Islanda. L’esperienza americana è all’avanguardia nel processo di sfruttamento di una delle più potenti forze energetiche. Si contano su un’area di circa 50 km . quadrati circa trecento pozzi e 22 impianti dotati di turbine che trasformano il vapore in elettricità. Negli anni 70’ accadde qualcosa che non era stato previsto; si erano esauriti parecchi pozzi da cui fuoriusciva l’acqua ad alte temperature che alimentava i generatori, di conseguenza la più gran parte di essi, divenuti col tempo non più funzionali, furono dismessi. La produzione di energia pulita subì un tracollo con una consequenziale crisi durata diversi anni. Poi la sagace lungimiranza di un ingegnere perseverante, convinse un finanziatore ad acquistare i molti impianti disattivati. a causa dalla mancata fuoriuscita di acqua bollente.
L’illuminato tecnico aveva intuito che per il funzionamento delle turbine bastava la pressione del solo vapore. Quindi si scavarono dei pozzi più profondi da cui risaliva questa volta vapore ad alta temperatura e le turbine ripresero a funzionare. In altri casi, con singolari accorgimenti, furono immessi grandi quantitativi di acqua negli strati del sottosuolo previa perforazione di pozzi nelle immediate adiacenze di quelli esauriti. Con tali tecnologie i pozzi in precedenza esauriti tornano nuovamente in produzione. Si era capito che le sorgenti sotterranee col tempo si esaurivano, mentre l’uscita di acqua sotto forma di gas, sempre ad alte temperature non andava ad esaurimento. Le fumarole e la presenza di acque calde di superficie sono già degli indicatori della presenza di fratture della crosta terrestre in profondità ravvicinate e ovviamente, il loro sfruttamento appare scontato. In ogni caso pare che oltre il 60% della superficie terrestre si presta allo sfruttamento geotermico. Il costo delle perforazioni dei pozzi è notevole, spesso richiedono intorno ai 4 mesi di tempo per l’inizio dello sfruttamento. Le punte delle trivelle attualmente in uso si logorano ogni 48 ore per la forte usura ed hanno un costo complessivo di circa $ 360000 a pozzo. Una nuova tecnica, in fase di sperimentazione avanzata, sta per rivoluzionare i sistemi di trivellazione finora usati, accorcerà notevolmente i tempi per avere un pozzo.
E’ strabiliante vedere da quelle immagini del documentario, come la roccia più dura da perforare, venga spappolata dall’alta temperatura di un sofisticato strumento funzionante ad idrogeno. Con queste tecnologie vi sono tutte le premesse per raggiungere profondità di 15000 m ., praticamente si raggiungono le viscere della terra! “E’ sotto i nostri piedi!” – si commenta - l’energia infinitamente pulita; è a ciclo continuo e non teme le nuvole né l’assenza di vento! Le scorie nucleari non esistono. La stessa Francia, ricca di centrali atomiche, sta scavando numerosi pozzi nelle valli del Reno proprio là dove c’è la produzione di famosi vini. E lo sta facendo con massicci investimenti. Anche la stessa Germania è all’avanguardia nel campo della geotermia così come lo è il Giappone unitamente all’Australia; tutti questi paesi si sono indirizzati a grandi passi su questa direzione. L’autore del documentario mette in risalto, come vi sia, a livello mondiale, poca informazione sulle energie geotermiche e nel contempo auspica che già fin dalle scuole primarie vengano date adeguate conoscenze per informare e responsabilizzare l’opinione pubblica verso una partecipazione più attiva alle scelte che incidono sempre di più sulle sorti del pianeta. In chiusura, un apprezzamento negativo viene nel contempo indirizzato, alle classi politiche in generale, in quanto tendono a privilegiare le solite tradizionali fonti, nonostante siano ritenute oramai fortemente inquinanti rispetto a quelle rinnovabili, molto pulite come quella eolica e solare; e la geotermica è alquanto sottovalutata dai politici per la scarsa informazione che ne hanno.
Dell’Italia nessun minimo accenno. Eppure il suo territorio è apparso chiaramente, in una rappresentazione grafica, tra quei paesi interessati da fratture sotterranee della crosta terrestre e quindi più predisposti per lo sfruttamento geotermico. Il pensiero, per un viterbese che abbia visto quel servizio televisivo, non poteva non andare su quella vasta area a ridosso di Viterbo, tutta cosparsa di ribollenti sorgenti.
Chi sa che i nostri politici locali, indaffarati non poco col business dell’aeroporto, non suggeriscano all’ENI ed ENEL o alle alte dirigenze del settore energetico nazionale di considerare una opportunità che potrebbe aprire nuove soluzioni rispetto al petrolio ed al carbone i cui effetti cominciano davvero a far troppa paura! Ne sono una testimonianza le recenti inquietanti cronache sulla ribellione delle cittadinanze dei vari comuni del litorale tarquiniese contro la centrale a carbone di Tor Vandalica di Civitavecchia e dell’altra di Montalto. Si tratta, per la prima, di una scelta che viene considerata devastante per la salute dei cittadini e del territorio. L’aria sprigionata da quella centrale a carbone, con tutti i suoi residui venefici, si sparge sospinta dai venti, anche al di là dei Cimini giorno dopo giorno. Quando poi, sui seicento ettari di terreno, il mega-areoporto sarà fatto, la catastrofe sarà completa e l’intera Tuscia irrimediabilmente compromessa. Non va dimenticato che il corridoio aereo che attraversa la Tuscia conta 500 voli giornalieri, oltre agli aerei dalle “Scie Chimiche”! Giustamente la stessa area della Ficoncella laggiù a Civitavecchia presenta tutti i caratteri validi per la geotermia.
Questo scritto era apparso circa due anni addietro su un quotidiano e su due giornali on line. Lo riproponiamo in considerazione delle divampanti cronache attuali sul Nucleare.
Sulle reti SKY non ci è stato possibile rivedere il filmato Megastrutture Ecologiche. Sarà un nostro infelice pensiero che quel documentario, non più riproposto, contrastava con i programmi governativi proiettati verso un “Nucleare Forzato”. Non è un caso ma Sky è pur sempre una multinazionale americana ovvero una “Corporation”ed agisce verosimilmente nel quadro degli interessi globali americani e non solo...