SANITA', TUSCIA NEL CAOS: decreto Polverini e chiusura dei reparti ospedalieri in provincia di Viterbo. Ultime notizie Tuscia - E' ormai evidente che la Giunta Polverini, dichiara Aurelio NERI della USB Sanità Viterbo, nonostante l'impegno per l'apertura di un tavolo tecnico con le OO.SS., in merito ai processi di disattivazione di attività previsti dal decreto 80, sta invece procedendo alle applicazioni del decreto senza il confronto concordato, attuando indiscriminati tagli e recando confusione nei servizi con notevoli disagi alla popolazione della nostra Regione.
Emblematica del caos vigente appare la vicenda dell'Ospedale di Bracciano dove, i Giudici della III sezione quater del TAR del Lazio, hanno bocciato la soppressione dei servizi ospedalieri giudicandola illogica, insufficiente e pericolosa per la tutela della salute dei
cittadini residenti.
Anche nella nostra ASL si sta procedendo in sordina alla attuazione del decreto Polverini, prosegue Neri, esempio è il reparto di ginecologia dell'Ospedale di Civita Castellana ormai chiuso, L'Ospedale di Acquapendente ridotto a pochi letti di medicina mentre si procede in gran fretta alla costruzione di elisuperficie pensando di affidare l'emergenza sanitaria su tutto il territorio provinciale ad un paio di elicotteri. Lo smantellamento degli Ospedali periferici procede a fronte del silenzio più totale riguardo al completamento di Belcolle.
Tutto ciò comporta una pressione crescente sul polo centrale ospedaliero ormai ai limiti di guardia. Il Pronto soccorso di Belcolle appare sempre più in sofferenza. Le liste di attesa per la diagnostica e la specialistica sono ormai fuori controllo.
In questo panorama, dichiara Marco SCIPIONI USB Medici Viterbo, è opportuno soffermarci sulla situazione del reparto di Psichiatria di Belcolle i cui posti letto dal 2005, quando il reparto fu trasferito dall'Ospedale grande degli infermi alla palazzina C di Belcolle sono passati da 15 a 8, la metà di quelli previsti per legge.
Il reparto psichiatrico di Belcolle e' l'unico per tutta la nostra ASL. Questa situazione comporta uno stato cronico di sovraffollamento con letti in mezzo ai corridoi e camere affollate oltre il dovuto.
Inoltre, spesso, quando l'affollamento del reparto supera il limite di guardia i pazienti vengono trasferiti negli altri reparti del Lazio con grave disagio per pazienti e famigliari ed ostacolo per elaborare i progetti terapeutici. Con questa affrettata chiusura degli ospedali periferici ed il conseguente sovraccarico di Belcolle, il reparto di psichiatria rischia di rimanere con 8 posti letto per decenni. Tutto questo impone una riflessione e l'apertura di una nuova fase di confronto con le OO.SS. per evitare che il clima sociale si deteriori in modo preoccupante.
La USB, concludono Neri e Scipioni, ribadisce la necessità di un urgente confronto con la Polverini e i soggetti istituzionali interessati ai processi di definizione del servizio sanitario nel nostro territorio.
Parimenti ritiene urgente la connessione delle lotte degli operatori, delle famiglie interessate e dei cittadini a difesa dei diritti di cittadinanza e in tal senso promuoverà nei prossimi giorni iniziative.