Le donne sono una risorsa chiave nell’agricoltura, possono contribuire significativamente all’economia rurale, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. E’ quanto afferma Terri Raney durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo report Fao, dal titolo The State of Food and Agriculture 2010-11. Women in agriculture: Closing the gender gap for development, che si è tenuta ieri a Roma presso l’hotel Boscolo Aleph ed è stata promossa dalla Professional Women’s Association, il global forum di Roma che quest’anno spegne la sua ventesima candelina.

Dottorato in economia agraria e commercio internazionale, master in economia, Ba in storia ed economia, Terri Raney è autrice di oltre 200 pubblicazioni, presentazioni, articoli e relazioni che trattano e approfondiscono argomenti legati all’alimentazione e all'agricoltura correlati, come le biotecnologie agricole, commercio internazionale e sicurezza alimentare. Risiede a Roma e lavora presso la FAO. Attualmente è una delle massime autorità nel campo dell’agricoltura e del settore alimentare e ha contribuito all’edizione del testo FAO 2011.

 

Chiudere il divario di genere per favorire lo sviluppo,  secondo Terri, non è solo una urgenza,  ma assume un connotato ancor più significativo se approcciato all’agricoltura. Recenti studi hanno dimostrato che le donne impiegate in agricoltura costituiscono il 43% della forza lavoro, una parte che oscilla dal 20% in America Latina, fino al 50% nell’Est e Sud-Est asiatico e nell’Africa Sub-Sahariana. Il settore agricolo rappresenta una fonte di sostentamento economico rilevante, di cui le donne sono parte integrante, ma spesso anche emarginate. Rispetto agli uomini, le donne posseggono appezzamenti di terra più piccoli e di qualità inferiore, e il minor rendimento non è dovuto ad una minore specializzazione rispetto all’uomo, ma all’impossibilità di accedere alle risorse.

Se le donne delle zone rurali avessero le stesse opportunità degli uomini in termini di accesso alla terra, alla tecnologia, alla scolarizzazione, ai servizi e ai mercati (in alcune regioni del Sud-Est asiatico le donne non possono neanche aprire un conto in banca), la produzione agricola potrebbe aumentare  del 20/30 per cento ed il numero delle persone che soffrono la fame potrebbe ridursi di 100-150 milioni di unità.

Assicurare maggiore equità alle donne nel settore lavorativo, fornire loro pubblici servizi e tecnologie, investire nel capitale umano femminile potrebbe realmente cambiare la qualità della vita nel mondo. Una buona politica e programmi mirati a miglioramento delle attuali condizioni di lavoro femminile possono veramente fare la differenza.




Con la conferenza della dott.ssa Raney si inaugura un nuovo ciclo di conferenze promosse dalla Professional Women’s Association, un’associazione di donne professioniste italiane e straniere che lavorano a Roma e provengono da 16 differenti paesi. Il forum nasce nel 1992 sotto la presidenza di Cynthia Ehrlich, fino ad oggi ben 10 Presidentesse si sono susseguite al vertice dell'associazione ed ognuna di loro ha contribuito con energia e passione a soddisfare le esigenze di una crescente comunità internazionale. Carol Bourg, l'attuale presidente, è entusiasta del lavoro svolto finora e apre le porte a nuovi membri coinvolgendoli in ambiziosi progetti, come  i seminari per il Comune di Roma, che si inaugureranno a novembre e che sono “una meravigliosa opportunità per promuovere i soci e l' associazione nel territorio”.

Alessandra Sorge

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