Il piano dei rifiuti, per la Provincia era un dovere adottarlo. Perché ci permette di risolvere il problema della gestione e affrontare l'emergenza. Credo che in questo modo abbiamo messo il territorio nelle condizioni avere un mezzo di programmazione da usare anche come metodo di lavoro con gli altri enti. La Regione Lazio ha deciso di concludere il regime commissariale e approdare a quello ordinario. E' una scelta consapevole per dare al territorio gli strumenti per la gestione. E' dunque giusto - anzi, decisivo - che la Provincia si doti di uno strumento efficace come il piano.
I dati riportati, è vero, sono in continua evoluzione, ma ciò non vuol dire che non si debba mai mettere un punto da cui partire. E noi ne abbiamo messo uno fermo, in modo che la Provincia abbia elementi per gestire un tema così complesso. La raccolta differenziata, oltre ad essere un obbligo di legge, è un obiettivo politico e strategico. E anche di civiltà e qualità della vita. Puntiamo sul porta a porta, che ben si confà alle caratteristiche del nostro territorio. E' però indispensabile lavorare sulle infrastrutture per innescare l'incremento della raccolta differenziata. Scelta sostanziata nell’ultimo bilancio con un impegno di un milione di euro, con l'accensione di un mutuo entro l'anno.
Poi c'è il bando a cui hanno partecipato molti Comuni. E' un fatto non solo amministrativo, è anche politico e culturale. Quindi c'è la chiusura del ciclo dei rifiuti: chi dice che è contrario al fatto che il capoluogo riceva ancora quelli di Rieti deve assumersi le proprie responsabilità. Noi lo facciamo, anche con un impianto a basso impatto. Abbiamo individuato la tecnologia che ci pare più adeguata: quelle innovative sulle quali ci siamo basati sono le stesse individuate nel documento redatto dal governo Prodi. Da lì abbiamo scelto, ma senza precluderci la possibilità di cambiare di fronte ad eventuali ulteriori evoluzioni.
Non sono tecnologie campate in aria ma sperimentate: esistono esempi che si possono verificare. Dalla minoranza sono arrivate posizioni di apprezzamento per i contenuti del piano: se è vero che è fatto bene, la questione dunque non è cambiarne il titolo. Non c'è stata comunque alcuna preclusione, semmai solo la volontà di concludere il percorso. Il documento è stato condiviso con territorio, le organizzazioni di categoria, il consiglio, crediamo quindi sia patrimonio di tutti. E' un piano avanzato che merita rispetto e ci consente di guardare al futuro con la schiena dritta per fare gli intereressi del nostro territorio. Per questo vorrei ringraziare tutti coloro che hanno lavorato alla sua realizzazione.
Alessandro Mazzoli
Presidente della Provincia di Viterbo
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