BONIFICHE E RIFIUTI PERICOLOSI. un'emergenza senza fine? Greenpeace presenta il rapporto. Ultime notizie Milano - Greenpeace presenta oggi in conferenza
stampa a Milano il rapporto "SIN Italy: la bonifica dei Siti di
Interesse Nazionale" [1], una rassegna sulle troppe questioni
aperte nelle aree da bonificare italiane. Greenpeace rende inoltre
pubblici gli ultimi aggiornamenti delle sue indagini sulla bonifica
in corso alla ex-Sisas di Pioltello-Rodano con il rapporto: "Il
mistero dei rifiuti scomparsi" [2].
La bonifica della
ex-Sisas è un esempio lampante della situazione attuale dei SIN e
dell'inadeguatezza della gestione emergenziale. Dopo aver documentato
le irregolarità e i mancati trattamenti nella gestione dei rifiuti
tossici esportati in Spagna, Greenpeace solleva interrogativi sui
quantitativi, la classificazione dei rifiuti movimentati e sui siti
di smaltimento finale. L'indagine in corso della Procura della
Repubblica di Milano a carico del Commissario Luigi Pelaggi per una
presunta tangente di 700 mila euro pagata dalla società Daneco
Impianti, e le ipotesi di declassamento dei rifiuti per risparmiare
sui costi della bonifica, non fanno che confermare la necessità di
soluzioni diverse da quella emergenziale.
Oggi in Italia le
aree da bonificare sono moltissime: 57 di esse, le più pericolose,
sono classificate come "Siti d'Interesse Nazionale" (SIN) e
coprono il 3 per cento del territorio del Paese: 1.800 chilometri
quadrati di aree marine, lagunari e lacustri (il doppio della Laguna
di Venezia e del Lago di Garda messi insieme) e 5.500 chilometri
quadrati di aree terrestri (per estensione più della somma delle
province di Milano, Pavia e Lodi). I Comuni inclusi nei SIN sono
oltre 300, per un totale di circa 9 milioni di abitanti.
Proprio
quando i dati sul pesante impatto sanitario della mancata bonifica di
queste aree cominciano a essere accessibili (con almeno 10 mila morti
attribuite alla contaminazione dei SIN), le risorse finanziarie
destinate dal Governo alle bonifiche sembrano dileguarsi, aprendo la
strada a gestioni emergenziali e ipotesi di "condono", come
quella introdotta dall'art. 2 della L. 13/2009, che portano a
"scorciatoie" pericolose per salute e ambiente.
"Greenpeace si oppone fermamente a qualsiasi ipotesi di
"condono" per i danni causati finora dai SIN e dalla loro
mancata bonifica. Si tratta di una strage che deve essere fermata. La
concessione di un condono tombale agli inquinatori è inaccettabile,
soprattutto per i cittadini coinvolti." - afferma Federica
Ferrario, che ha condotto la ricerca per Greenpeace.
Greenpeace
ritiene che le bonifiche possano favorire ricerca e innovazione,
creare occupazione e salvaguardare territorio e salute umana. Per
trasformarle da problema a opportunità ci sono però alcuni passaggi
obbligati: la fine della gestione emergenziale, l'abolizione
dell'art. 2 della L.13/2009, un Piano Nazionale per le bonifiche dei
SIN che miri a investimenti legati a efficienza e sostenibilità,
certezza sulle risorse finanziarie da parte del Governo e soprattutto
un confronto aperto con le rappresentanze di cittadini, sindacati e
associazioni ambientaliste.
Link ai rapporti presentati oggi
in conferenza stampa a Milano:
[1]. "SIN Italy: la
bonifica dei siti di interesse nazionale"
http://bit.ly/r8gwIj