A caccia di offerte per risparmiare e contrastare la crisi, ultime notizie Italia - La crisi allunga il tempo trascorso a fare la spesa degli italiani che tagliano gli acquisti di istinto e prestano piu’ attenzione ai prodotti che mettono nel carrello. E’ quanto emerge da un sondaggio Coldiretti/Swg dal quale si evidenzia che dopo anni si inverte la tendenza e aumenta il tempo dedicato dalla maggioranza degli italiani (55 per cento) a fare la spesa, nei confronti della quale ben il 72 per cento dichiara di prestare una maggiore cura rispetto al passato.
 
Gli studi peraltro confermano che dedicare piu' tempo alla spesa consente risparmi notevoli. L’infedeltà al negozio o al supermarket premia perchè il prezzo della stessa marca e confezione di spaghetti arriva a triplicare da un negozio all’altro, quello di yogurt e birra, del tutto identici, quasi raddoppia, mentre la stessa confezione di latte cresce del 50 per cento, secondo lo studio sulla dispersione dei prezzi al consumo realizzato da Giovanni Anania e Rosanna Nisticò e pubblicato in un working paper del Gruppo 2013 promosso dalla Coldiretti. La rilevazione dei prezzi di 14 prodotti alimentari di marca in commercio in differenti punti vendita,  effettuata dallo studio evidenzia una forte variabilità, con il prezzo massimo che è pari a circa il doppio di quello minimo per ben sette delle referenze analizzate e arriva a triplicare nel caso degli spaghetti. In altre parole, si può arrivare a dimezzare la spesa senza rinunciare alla qualità o alle proprie preferenze specifiche facendo una scelta oculata dei punti vendita, anche se questo comporta in realtà disponibilità di tempo e una buona dose di tenacia per fare la spola tra i diversi negozi.
 
In Italia la tavola è una componente importante della spesa familiare con un valore per famiglia che è stato di 467 euro al mese nel 2010, pari al 19 per cento, ed è per questo che nel tempo della crisi aumenta la necessità di fare acquisti piu’ convenienti per cercare di ridurre il peso sul budget familiare. Il tempo necessario a fare la spesa aumenta perché secondo l’indagine condotta, ben il 61 per cento degli italiani confronta con più attenzione i prezzi e il 59 per cento guarda alle offerte 3 x 2, ma è interessante verificare anche che ben il 43 per cento si accerta della qualità dei prodotti e una percentuale analoga verifica la provenienza. A destare attenzione è dunque la necessità di risparmiare, ma anche la preoccupazione per la riduzione della qualità dei cibi messi in vendita dalle imprese tentate dal contenimento dei costi nelle materie prime utilizzate.
 
A differenza di quanto accade per altri prodotti non si riducono gli acquisti di cibo, ma si cerca il miglior rapporto prezzo/qualità per l’alimentazione aumentando il tempo trascorso davanti alla vastità dell’offerta alimentare sugli scaffali. Non è un caso, infatti, che solo il 16 per cento degli italiani dichiara di aver ridotto la spesa o rimandato gli acquisti alimentari, una percentuale superiore solo alle spese per i figli (9 per cento). La consapevolezza dell’importanza dell’alimentazione è evidente, se confrontata ad altri beni di consumo come l’abbigliamento, per il quale ha ridotto la spesa il 51 per cento, o le vacanze (50 per cento) o, ancora, i beni tecnologici (34 per cento).

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