L'effetto della depressione della madre su suoi figli è una area della psicologia ben documentata e nota. Ma sino ad ora, non era stato realizzato nessuno studio formale sull'influenza che la depressione di un padre può avere sui suoi figli anche se secondo, Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale "Tutela del Consumatore" di Italia dei Valori e fondatore dello "Sportello dei Diritti", eravamo già tutti consapevoli che i comportamenti dei genitori di entrambi i sessi influenzano comunque la salute psicofisica dei proprio figli.

Uno studio americano pubblicato proprio ieri, ha però dimostrato statisticamente su un campione amplissimo e per un congruo periodo di tempo di monitoraggio, che i bambini che vivono con un padre che ha problemi di salute mentale e depressione hanno maggiore probabilità di problemi emotivi e comportamentali. Gli autori di questo studio hanno osservato un campione rappresentativo a livello nazionale di quasi 22.000 bambini in quattro anni.

Il team, guidato dal dottor Michael Weitzman del Langone Medical Center della New York University, ha rilevato che l'11 % dei bambini con padri depressi aveva problemi emotivi e comportamentali.
Per i bambini senza genitori depressi, la cifra riguardava solo il sei per cento, mentre la probabilità per un bambino di una madre depressa si alzava sino al 19 %. Ben uno su dieci americani adulti è affetto dalla depressione, che può essere trattata anche a livello familiare, ma cifre analoghe si hanno in tutti i paesi sviluppati.

Si ritiene che la depressione colpisce le modalità con cui il genitore interagisce con il proprio figlio, a sua volta contribuendo ad influenzare il comportamento del bambino. Infatti, sale al 25 per cento, la possibilità di avere bambini con disturbi comportamentali se entrambi i genitori manifestano la depressione. Parlando dei risultati dello studio, il dottor Weitzman ha detto al programma “Good Morning America” che lo studio è assai importante perché è il primo del suo genere ed ha sostenuto l’importanza dei trattamenti psicologici sui genitori che potrebbero avere un effetto positivo sui loro figli.

Lo studioso ha precisato che i padri depressi spesso non riescono a percepire l’impatto che hanno sulle proprie famiglie e sulle vite dei propri bambini e che per tali ragioni spetta agli operatori sanitari cercare di concepire servizi clinici che identificano i padri affetti dal “male di vivere”. Gli autori sperano che lo studio contribuirà ad un trattamento più efficace dei padri depressi e una migliore preparazione per gli operatori sanitari.

Giovanni D’Agata

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