Il Centro Studi Tuscia ha preso atto con grande soddisfazione di quanto emerso nelle relazioni conclusive della  I^ Conferenza “a porte chiuse” organizzata dal Comune di Viterbo relativamente alla realizzazione di un aeroporto “ad impatto zero” in sedime T.Fabbri ed in particolare di quanto affermato autorevolmente dal rappresentante di ENAC.

 
 Il Centro Studi, in linea con i prevalenti orientamenti dell’U.E., non é evidentemente favorevole alla realizzazione di mega aeroporti laddove non se ne avverte la necessità.

Il nostro infatti é un Paese che dispone mediamente di un aeroporto ogni 70/80 km.  e che, non riuscendo a promuovere una scelta sistemica ed intermodale dei trasporti, registra un incolmabile ritardo nel potenziamento dell’unico modo di trasporto "pulito": le ferrovie. La lunghezza della linea ferroviaria dell’alta velocità dell’Italia (km. 562) è infatti circa un terzo di quella di Germania (km. 1.300), Spagna (1.552) e Francia (1.893).

 

Ciò non va assolutamente interpretato nel senso che siamo anche contrari alla creazione ed al potenziamento di una intelligente rete di piccoli aeroporti regionali atti a soddisfare le esigenze di sviluppo locale e a fronteggiare eventuali crisi di capacità degli scali nazionali e comunitari. Per questa tipologia di aeroporti l’Unione Europea prevede anche finanziamenti.  In Italia disponiamo di ben 101 aeroporti di cui più della metà inutilizzati o sottoutilizzati. Con interventi meno velleitari e con piccoli investimenti potremmo potenziarne taluni, come il T.Fabbri, rendendolo struttura adeguata, per movimenti passeggeri e aeromobili, nonché compatibile con il territorio sotto il profilo ambientale e della convivenza con l’attività militare dell’AVES.

 

Pertanto il fatto che ENAC – nella sua relazione finale – non abbia fatto alcun cenno ad una presunta decisione finale sulla  delocalizzazione dell’intero traffico di Ciampino su Viterbo (sei milioni e passa di passeggeri anno) come unico scopo del realizzando scalo ed abbia viceversa rappresentato come l’assenza di un qualsiasi progetto di fattibilità renda prematuro una valutazione sul “fortissimo impatto ambientale” che una struttura estremamente complessa, come quella da mesi propagandata, produrrebbe indubbiamente sul territorio della Tuscia, in buona sostanza rappresenta una conferma di quanto il nostro Centro Studi ha sostenuto negli ultimi comunicati:

“la decisione politica sulla localizzazione di un grande aeroporto dai costi realizzativi elevatissimi  non può essere anteposta alla necessaria approfondita e ragionata valutazione tecnico/scientifica in  un quadro di un sistema intermodale dei trasporti”.

 

ENAC ha inoltre rivolto ai presenti (pochissimi per la verità nella sessione della conferenza “a porte chiuse”) un appello a restare con i piedi per terra ed evitare “voli pindarici” onde muoversi con idee ben chiare, per poter decidere  presto e bene, coinvolgendo al massimo livello non solo le istituzioni locali, ma i cittadini tutti.

 

Un messaggio, a nostro avviso, che nel rimettere in discussione tutto quanto deciso finora (vedi accordo ENAC-ADR per la progettazione e la gestione di un aeroporto che ancora si deve decidere dove e come fare, Europa consentendo…) ha creato probabilmente qualche imbarazzo anche all’assessore al volo .

L’avv. Bartoletti con abilità camaleontica ha elaborato quindi un comunicato stampa (meditato nei tre giorni successivi alla fine lavori della conferenza) in cui – glissando sulla delocalizzazione di Ciampino a Viterbo e sulla discutibile scelta (patto ENAC-ADR) di scaricare buona parte del traffico aereo romano su quello che a regime diverrebbe il 2^ aeroporto del Lazio - prospetta di trasformare il T.Fabbri in uno splendido aeroparco da destinare anche a gite di festanti scolaresche.

 

Una sorta di strategica ritirata dalle azzardate dichiarazioni precedenti contenenti progetti faraonici ed un riposizionamento su di un tranquillizzante quadro bucolico aeroportuale che, mescolando problematiche di eco sostenibilità e di compatibilità ambientale, vorrebbe lasciar intendere ai cittadini che Viterbo diverrà un  progetto pilota mondiale per tutta una serie di iniziative sul risparmio energetico e sul trattamento ecologicamente sostenibile dei rifiuti, già peraltro attuate da decenni in Paesi più evoluti del nostro (vedi Svezia) e alcune delle quali ADR ha già finanziato e sta implementando gradualmente sull’aeroporto di Fiumicino.

 

Quanto poi  allo slogan propagandisticoAeroporto a Impatto 0” come è facile immaginare, questo è un titolo di fantasia che ha il solo scopo di far capire che se un impatto ci sarà, esso sarà contenuto il più possibile.

In realtà per grandi opere, quale ad esempio un aeroporto, sono diversi gli impatti  sull’ecosistema che potrebbero verificarsi, sia sulle cenosi vegetali sia su quelle animali, sia sui comparti acqua, suolo, aria.

Nel merito sottolineiamo che esistono già da tempo studi effettuati da un esperto del nostro Centro Studi - il dott. Francesco Giuseppe Rossi (vedi nota di approfondimento sul comunicato del Comune, in allegato) - sulle potenzialità di sfruttamento geotermico, di utilizzabilità del fotovoltaico, dell’eolico e delle biomasse.

Innovazioni tecnologiche – rimarchiamo – certamente importantissime e sicuramente da implementare anche negli aeroporti, ma, ove che fosse, i 200 milioni di Euro, che ADR ritiene sufficienti per la realizzazione del nuovo scalo, basterebbero a coprire si e no una piccola parte delle spese del fantasioso aeroparco Bartoletti.

 

Di questi importanti aspetti il Centro Studi Tuscia a breve pubblicherà un elaborato, ricco di dati tecnici ed economici, scaricabile sul sito.

 

http://www.csaeroportotuscia.it/

 

Centro Studi Tuscia per lo sviluppo di un aeroporto compatibile

                                 Il Comitato scientifico

 

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