LAZIO, CIVITAVECCHIA: CHE FINE HA FATTO IL BOSCO ENEL? Moscherini contro un’opera di compensazione ambientale dovuta alla città.
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Ha davvero qualcosa di patologico l’odio per gli alberi del Sindaco di Civitavecchia. Ce ne ha dato l’ennesima dimostrazione con il suo reiterato no alla realizzazione del cosiddetto bosco Enel nonostante il recente via del Ministero dell’Ambiente. Arrampicandosi sugli specchi il Sindaco afferma che i civitavecchiesi non utilizzerebbero il bosco perché prossimo alle ciminiere della centrale. Dimostra così di non conoscere i suoi concittadini (anche se Moscherini non è residente a Civitavecchia) perché quell’area è comunque frequentata tutto l’anno dai civitavecchiesi e in particolare d’estate. Dimostra poi di non conoscere la finalità tecnica del bosco Enel. Finalità che si riassume nel fatto di costituire un’opera di compensazione ambientale per l’inquinamento causato dalla centrale a carbone. Questa e non altra è la sua funzione. E per tale motivo il bosco va realizzato al più presto.

Resta il fatto politico di un Sindaco che per anni ha impedito la realizzazione di un’opera dovuta alla città; opera non di beneficienza ma risultato di una precisa convenzione Enel-Comune. Non basta. Tra gli accordi con il gigante energetico era previsto anche l’interramento degli elettrodotti e l’abbattimento dei tralicci entro il 2008. Ovviamente l’attuale Sindaco non ha mosso un dito. E quando si è mosso ha fatto danni incalcolabili. Come ad esempio quando ha tentato di abbattere la pineta della Frasca, uno dei luoghi dell’identità cittadina. Identità che mille volte questo Sindaco ha dimostrato di non conoscere e che altrettante volte ha calpestato.

Ma non solo il Sindaco ha impedito la realizzazione del bosco Enel. In cinque anni non ha piantato un solo albero (se non quando è stato costretto dalle rivolte dei cittadini come nel caso di Via delle Sterlizie) e ha lasciato nel più assoluto abbandono il verde pubblico in città. Dopodiché ha tentato di svendere i tre più importanti parchi di Civitavecchia per farne luoghi di business e di rumore devastante (sul modello Pirgo). Ma non è stato in grado di scrivere un bando decente e ha dovuto ritrarlo. Mancano tre mesi alle elezioni e dunque tra poco Civitavecchia si libererà di un uomo politico forse unico in Italia: un Sindaco che in uno dei territori più inquinati della penisola ha impedito con tutti i mezzi la realizzazione di un polmone verde.

Patrizio De Felici
Segretario PD Civitavecchia

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