La Rai rinuncia al canone sulle aziende, ultime notizie Roma - UnoNotizie.it - E' una notizia dell'ultima ora il dietrofront della Rai rispetto alla pressante operazione di mailing posta in essere per indurre le imprese a corrispondere il canone speciale sul possesso di apparecchi atti o adattabili alla ricezione di trasmissioni televisive al di fuori dell'ambito familiare. Era già stato stimato un gettito di 980 milioni di euro a carico delle aziende, il che avrebbe di fatto raddoppiato il gettito dei canoni incassati dall'emittente pubblica per il 2012.Questa opportunità per la Rai si era presentata con l'introduzione nella manovra "salva Italia", all'articolo 17, dell'obbligo per società e imprese di indicare sul modello Unico il numero di abbonamento speciale alla televisione.Ne era scaturita una immediata campagna stampa di informazione a tappeto sulle aziende, sottolineando l'obbligo di corrispondere il canone minimo di euro 200, anche sulla base della sola detenzione di computer collegati in rete, indipendentemente dall'uso al quale gli stessi sono adibiti.Al riguardo la Confcommercio, unitamente alle altre associazioni di categoria, aveva subito espresso a livello governativo il proprio vivo dissenso per un balzello censurabile quanto alla consistenza dei presupposti impositivi e del tutto inopportuno in questo momento economico così delicato per le aziende italiane.Dal confronto instauratosi presso il ministero dello Sviluppo Economico è scaturita un'interpretazione della norma, risalente addirittura al 1938, che esclude gli apparecchi come pc, tablet e smartphone dal pagamento del canone.La Rai, dopo breve contraddittorio, è capitolata sul punto ed ha accettato l'interpretazione ministeriale, affidando ad un comunicato stampa ufficiale la difesa della propria posizione, chiarendo tra l'altro che la Rai non ha mai richiesto il pagamento del canone per il mero possesso di un personal computer, mentre le lettere inviate dalla Direzione Abbonamenti tra l'altro così recitavano le vigenti disposizione normative impongono l'obbligo del pagamento di un abbonamento speciale a chiunque detenga apparecchi atti o adattabili a ricevere trasmissioni fuori dall'ambito familiare, compresi computer collegati in rete, indipendentemente dall'uso al quale gli stessi vengono adibiti.Lasciamo al singolo lettore la libera interpretazione dei virgolettati sopra riportati limitandoci ad osservare come sul punto le aziende possono tirare un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo, mentre il Ministero ne esce con la consapevolezza di aver evitato di innescare sul punto un vero e proprio conflitto sociale.Per la RAI invece si sottolinea l�ulteriore pessima figura risolta con un nulla di fatto e, cosa ancor peggiore, con sperpero di risorse pubbliche per una campagna stampa di cui nessuno sar� probabilmente chiamato e rendere conto. Il Direttore
Mauro Barlozzini
Associazione del Commercio Turismo Servizi e P.M.I. della Provincia di Viterbo