Il Governo dia subito risposte alla procedura di infrazione e provveda alla tutela degli uccelli selvatici”

  

Facendo seguito alle diverse interrogazioni parlamentari urgenti presentate, negli ultimi giorni, in merito alla procedura di infrazione 2131/06 di cui è oggetto l’Italia, le  associazioni ENPA e LIPU dichiarano:

 

“E’ dal 28 giugno 2006 che la Repubblica italiana si trova sotto la procedura di infrazione 2006/2131 per non conformità alla direttiva 79/409 relativa alla conservazione degli uccelli selvatici. Si tratta di una procedura ampia e pesante, con un parere motivato di oltre 60 punti nel quale la Commissione europea contesta al nostro Paese varie violazioni della direttiva Uccelli, tra cui alcune particolarmente gravi riguardanti l’attività venatoria. E’ opportuno ricordare, tra queste, l’abuso o il cattivo uso delle deroghe a cacciare specie protette; la mancata previsione di tutela dei periodi più delicati per la biologia degli uccelli quali la nidificazione e la migrazione, e ancora la mancata previsione, nella nostra legge, dell’impegno da parte dello Stato di attivare tutte le misure necessarie per garantire uno stato di conservazione favorevole per la fauna selvatica.

 

Mancanze molto serie, che a 2 anni e mezzo di distanza dall’attivazione della procedura non hanno ancora ricevuto risposta da parte del Governo, e che dunque stanno conducendo l’Italia verso la condanna e le relative sanzioni.

 

E’ dunque urgentissimo che il Governo si attivi per sanare le gravi infrazioni, sia sotto il profilo formale che in modo concreto, attivando tutte le misure necessarie per la tutela della fauna selvatica, in particolare garantendo che non si pregiudichi lo stato di conservazione delle specie e si proteggano in modo assoluto i periodi di nidificazione e migrazione degli uccelli. 

 

Tali richieste, finalizzate ad evitare il danno ad un patrimonio prezioso della collettività, diventano ancor più urgenti in questi giorni, a fronte della grave situazione che sembra delinearsi in Parlamento, con la presentazione di alcune proposte di modifica in senso addirittura peggiorativo della legislazione italiana. Il che allontanerebbe ancor più l’Italia dal quadro internazionale, piegandola ad interessi che non sono certo quelli, assolutamente prioritari, della tutela della biodiversità.”

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