Suicidi e crisi, ultime notizie Napoli - La longa manus di Equitalia colpisce ancora, e i sui tragici effetti collaterali stavolta hanno portato al suicidio di un imprenditore napoletano, per questo Gennaro De Falco, uno degli avvocati che fino a pochi giorni fa ha lavorato per Equitalia ha deciso di lasciare il suo incarico.
Quella dell’imprenditore partenopeo e quella di Gennaro De Falco erano due storie intrecciate, i due avevano figli della stessa età, abitavano nello stesso quartiere e si conoscevano dal ’95. Qui risiede la motivazione della scelta dell’avvocato che per anni ha lavorato per l’agenzia di riscossione dei tributi, partecipata al 51 per cento dall’Agenzia delle entrate e al 49 per cento dall’Inps, e che ha dichiarato: "Le mie parcelle vorrei che andassero alla sua famiglia. Non so se servirà a qualcosa ma almeno alleggerirà la mia coscienza, forse aiuterà a restituire un minimo di dignità agli avvocati".
Sono troppi i suicidi avvenuti in particolare tra gli imprenditori, e che conducono Gennaro De Falco a un’amara riflessione: “Non so se questa mia decisione servirà a qualcosa ma almeno alleggerirà la mia coscienza, forse aiuterà a restituire un minimo di dignità agli avvocati e a far riflettere tutti sulla sostenibilità sociale ed etica della gestione di questa crisi”.
In base ai dati di Federconsumatori sono almeno 19 i suicidi legati alla crisi, anche se stando ai conti dei maggiori quotidiani nazionali sarebbero 26. Equitalia nel 2010 ha ottenuto 1,29 miliardi di euro di ricavi, di cui 1,22 miliardi derivanti dall’incasso di commissioni.
L’agenzia ha ricevuto molteplici critiche in particolare per la sua lentezza amministrativa, che fa lievitare gli interessi. Anche i tassi di interesse molto elevati che conducono sovente a un aumento dei costi hanno destato molti interrogativi, insieme alla facilità con la quale l’agenzia ricorre al pignoramento di beni per debiti anche modesti. Proprio per questo nel 2011 è stato emanato un provvedimento finalizzato a limitare la possibilità di ipoteca: può essere iscritta solo per debiti superiori ad 8mila euro, mentre fino a 20mila euro sono previste particolari limitazioni.