In Toscana si emette nelle acque ben il 42,8% dell’arsenico riversato in Italia ed il massimo emettitore è proprio Solvay con 2.930 kg riversati nelle acque, cioè in mare, nel 2006. Lo testimonierebbe uno studio di Inail e Ispesl che riporta i dati delle principali emissioni di arsenico in aria e nelle acque, consultabile alla pagina web
www.ispesl.it/documenti_catalogo/volume%20arsenico.pdf


Perché le autorizzazioni della Provincia sugli scarichi a mare non hanno mai deliberato su questo pericoloso inquinante? Perché né le istituzioni amministrative e sanitarie, né tanto meno Solvay hanno mai informato la popolazione, ad esempio sulla pericolosità del pescato? Perché un aspetto così grave, almeno quanto l’inquinamento da mercurio a Rosignano, non fu affrontato nel l’Accordo di programma del 2003?

Abbiamo i nostri sospetti, ma chiediamo alle autorità: da quale micidiale impianto all’interno dello stabilimento viene fuori tutto questo arsenico? Come si intende affrontare il problema nell’immediato (ad esempio chiusura a qualsiasi frequentazione delle spiagge bianche alla vigilia dell’estate) e in prospettiva per una bonifica (sempre se possibile) su vasta scala ?

Ed infine le autorità non ritengono che -alla luce di questo nuovo inquietante aspetto di insostenibilità della pressione Solvay - le vada negato l’ampliamento dello sfruttamento minerario del salgemma, così pesante ed insostenibile sulla risorsa acqua?

Finirà come per gli scarichi bianchi, che con l’Accordo di Programma del 2003 avrebbero dovuto scendere a 60.000 tonnellate/anno a fine 2007, e sono invece almeno il doppio ancora oggi, nonostante Solvay abbia intascato 30 milioni di euro dalle casse pubbliche?





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