I primi conteggi dei danni al patrimonio causati dal terremoto, ultime notizie di oggi, terremoto Emilia Romagna, Modena - A distanza di un mese dalla prima tragica scossa di terremoto che ha dato inizio al sisma che ha devastato l’Emilia Romagna le autorità cercano di delineare un primo bilancio dei danni al patrimonio culturale.

Secondo la direzione regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici, sono giunte 1.335 segnalazioni di danni; i funzionari ministeriali hanno svolto 332 sopralluoghi. Dei 25 interventi ritenuti prioritari, 20 hanno riguardato chiese. Sono 415, tra dipinti, sculture, arredi liturgici, paramenti e crocifissi, i beni recuperati dalle macerie.

Il bilancio dei danni, viene precisato in una nota, ancora parziale - poiché molti comuni, diocesi e privati non sono stati ancora in grado di inviare il quadro completo delle segnalazioni relative ai beni culturali di loro proprietà - "é drammatico e il punto di stabilizzazione lontano dall'essere raggiunto".

Le 1.335 segnalazioni giunte dalle quattro province di Ferrara, Bologna, Modena e Reggio Emilia, hanno riguardato 239 immobili di proprietà pubblica, 382 di appartenenza diocesana, 90 di proprietà privata e 25 archivi pubblici tra comunali e statali. Dei 25 interventi ritenuti prioritari - di cui 14 terminati - 20 hanno riguardato chiese (da quella di Casumaro e della Natività Beata Vergine di Vigarano Mainarda nel ferrarese alla chiesa della Madonnina a Mirandola, nella provincia di Modena, e molte altre ancora): a questi vanno aggiunte le operazioni di messa in sicurezza effettuate per iniziativa delle diocesi e delle Municipalità con mezzi propri per l'incolumità dei cittadini e la salvaguardia dei monumenti-simbolo dei paesi.

Quanto ai 415 beni recuperati dalle macerie, fra dipinti, sculture, arredi liturgici, paramenti e crocifissi, spiccano il trittico di Bernardino Loschi, 'Madonna con bambino e i Santi Felice e Geminiano' della chiesa parrocchiale di San Felice sul Panaro, l"Assuntà, olio su tela del Guercino recuperato dalla chiesa del Rosario di Cento, i quattro grandi lampadari di Murano salvati dal Municipio di Sant'Agostino e poi tutti i dipinti del Museo Civico di Mirandola e tre statue di terracotta di Antonio Begarelli dalla chiesa di Bomporto. Al fine di evitarne ulteriori danni, tutte queste opere hanno trovato ricovero temporaneo presso il Palazzo Ducale di Sassuolo dove è stato allestito un vero e proprio centro di raccolta dei beni da restaurare.

Il centro di palazzo Ducale - prosegue la nota - rappresenta l"Unità depositi temporanei e laboratorio di pronto intervento sui beni mobilì che, insieme all"Unità di coordinamento tecnico degli interventi di messa in sicurezza sui beni architettonici, storico-artistici, archeologici, archivistici e librarì e all"Unità rilievo dei danni al patrimonio culturale", rappresentano gli organi operativi dell'Unità di Crisi Coordinamento Nazionale creata con Decreto Ministeriale del 29 maggio.

Al lavoro sul territorio di queste unità operative, la direzione regionale dell'Emilia-Romagna ha voluto affiancare quello di un'ulteriore squadra di professionisti composta dal Carlo Blasi, docente dell'Università di Parma, Angelo Di Tommaso, docente emerito dell'Università di Bologna e Claudio Modena, docente dell'Università di Padova, il cui compito è predisporre linee guida per gli interventi di messa in sicurezza di strutture, in particolare campanili, che presentano problemi di forte dissesto.

Tra Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto, ad oggi sono 13.944 le persone assistite grazie all' impegno del Servizio nazionale della Protezione civile nei campi di accoglienza, nelle strutture al coperto (scuole, palestre e caserme, vagoni letto messi a disposizione da Ferrovie di Stato e Genio Ferrovieri) e negli alberghi che hanno offerto la loro disponibilità grazie alla convenzione siglata con Federalberghi e Asshotel.

In Emilia Romagna i cittadini assistiti sono 13.385: 9.418 sono ospitati nei campi tende, 1.404 nelle strutture al coperto e 2.563 in strutture alberghiere. In Lombardia risultano assistite 495 persone: 434 sono ospitate all'interno dei campi attivi nella provincia di Mantova, 55 hanno trovato sistemazione in una struttura al coperto, sei sono ospitate in albergo.

In Veneto, infine, gli assistiti sono 64, 49 dei quali negli alberghi, mentre 15 persone sono ospitate nella struttura al coperto allestita nella provincia di Rovigo. Sono oltre cinquemila gli uomini e le donne del sistema nazionale di Protezione civile in campo, tra volontari delle colonne mobili delle regioni, delle province autonome e delle organizzazioni nazionali, operatori ed esperti della protezione civile, vigili del fuoco, personale delle forze armate e dell' ordine, e delle altre strutture operative, cui si aggiunge tutto il personale delle strutture territoriali di protezione civile.

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