Ex appartenente alla banda della Magliana ora fa il consulente per il Comune, ultime notizie Roma -
Aveva fatto parte dei Nar (Nuclei Armati Rivoluzionari) e della banda della Magliana, al fianco di Enrico De Pedis per poi affiancare anche l’estremista di destra Massimo Carminati. Il destino però riesce spesso a rivoltare il passato e così dalla malavita organizzata Maurizio Lattarulo è diventato poi consulente dell’assessorato alle politiche sociali nella giunta capitolina guidata da Gianni Alemanno.


Maurizio Lattarulo era stato condannato con sentenza definitiva il 6 ottobre del 2000 "in quanto membro dell'associazione a delinquere banda della Magliana", meglio conosciuto nell’ambiente della malavita romana con il nome di 'Provolino'. Il nome di Lattarulo viene citato novanta volte nell'ordinanza di rinvio a giudizio firmata dal giudice Otello Lupacchini, il magistrato che istruì il processo contro i componenti della Banda della Magliana.

"Provolino" era in prima linea al fianco di personaggi del calibro di De Pedis, Massimo Carminati, del cassiere della banda Nicoletti, di Paolo Frau e di Giuseppe de Tomasi. Come ricorda Lupacchini: "stava con i 'testaccini’  e le riunioni per decidere gli affari della banda avvenivano in via di Villa Celimontana 38".

Nella medesima ordinanza Maurizio Lattarulo viene indicato più volte come "braccio destro di De Pedis" e “tirapiedi” di Carminati. Il suo ruolo, raccontano le carte, insieme agli altri boss, era quello di gestire i circoli scommesse e le sale giochi della città, "aperti dalla banda per riciclare il denaro sporco provento di usura e spaccio". Racket e gioco d'azzardo, poi l’usura, come viene anche documentato nella requisitoria in cui un testimone sostiene che Lattarulo (con Carminati e Maragnoli) andava da lui a riscuotere il pizzo (20 milioni di lire ogni fine mese) per conto di De Pedis. Infine i prestiti, erogati per qualche decina di milioni di lire al tasso del 4 o 5% mensile a persone con difficoltà economiche che venivano successivamente vessate per i pagamenti.

Poi nel luglio del 2008 viene arruolato dal primo cittadino della Capitale come consulente esterno per le Politiche Sociali. "Sarebbe curioso capire con quali competenze in materia", si domanda Giovanni Barbera, presidente del consiglio del XVII Municipio di Roma, che presenterà proprio oggi un’interrogazione alla commissione trasparenza del Comune di Roma.

Secondo il vicesindaco di Roma, Sveva Belviso, che è anche responsabile delle Politiche Sociali, quell’assessorato che stipendiava Lattarulo con 1500 euro al mese, l’ex terrorista ''Era riabilitato''. La Belviso ha anche negato che Lattarulo sia mai stato condannato per terrorismo o per usura: ''nel 2008 era un cittadino come tanti, nel pieno dei suoi diritti. Proprio per il suo passato, ho pensato potesse rappresentare un esempio concreto di persona riabilitata alla quale dare un'occasione nuova di vita''.

Di qui l'incarico del reinserimento dei detenuti e dei contatti con il Garante delle carceri del Lazio Angiolo Marroni, secondo il quale però ''la Belviso avrebbe fatto meglio a non dare un incarico così impegnativo, di rappresentanza, a uno con una storia giudiziaria tanto complessa''. Il presidente della Commissione Politiche sociali del Comune, Giordano Tredicine (Pdl), smentisce che Lattarulo sia ora il suo segretario particolare o che abbia mai lavorato con lui.

L' opposizione intanto cavalca il caso: s
econdo il segretario Pd di Roma Pietro Miccoli ''una vergogna. Ormai il Campidoglio di Alemanno e' diventato una succursale lavorativa per ex terroristi di destra, fascisti e boss della malavita''. Quello di Lattarulo per il Pd è l’ennesimo casi della Parentopoli della Capitale, ''dove nelle aziende municipalizzate romane sono stati assunti - afferma - senza contratto e a tempo indeterminato, migliaia di camerati ed ex terroristi''. Il caso peggiore fu senz’altro quello, avvenuto nel 2009 di Stefano Andrini, amico di Alemanno pure lui estremista di destra, nominato come amministratore delegato di Ama Servizi.

Per il senatore Idv Stefano Pedica ''con Alemanno la malavita e' entrata in Campidoglio'', mentre la deputata Pd Ileana Argentin annuncia un'interrogazione al ministro dell'Interno. Il presidente dei Verdi Angelo Bonelli si spinge a chiedere le dimissioni di Alemanno.

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