Alla fine sono scattate le manete: Franco Fiorito, consigliere regionale del Lazio ed ex capogruppo del Popolo della Libertà alla Regione Lazio, è stato arrestato dal nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza. Lazio ultime notizie Roma - UnoNotizie.it -  I motivi sono scontati: pericolo di fuga e inquinamento probatorio. Fiorito è indagato per peculato dalla procura di Roma, e a Viterbo per calunnia e falso, insieme ai membri del coordinamento regionale del Pdl. Potrebbe essere sentito dai magistrati già domani mattina. L'indagine sull'utilizzo dei fondi del gruppo Pdl alla Regione e' condotta dal procuratore aggiunto Alberto Caperna e del pubblico ministero Alberto Pioletti. A Fiorito, condotto a Regina Coeli, viene contestata l'appropriazione di 1,3 milioni di euro.
"Sono sereno, sono tutti molto cortesi - ha detto Fiorito - L'ordinanza l'ho letta velocemente e parla di una ipotetica fuga con mezzi veloci come barche e macchine e poi di una mia ancora permanenza in un ruolo che possa nuocere. Il consiglio e' sciolto e non sono piu' il capogruppo, mi sembra una discreta forzatura, pero' vedremo, io rispetto la magistratura. Di certo non me l'aspettavo e non e' una cosa piacevole. Innocente? Assolutamente si'".

Il suo avvocato, Carlo Taormina, dice che "accanto a Fiorito mancano 70 consiglieri" e che l’accusa di peculato "non è pertinente, al massimo si può trattare di appropriazione indebita". "Facciamo subito ricorso contro l'ordinanza di custodia cautelare e pensiamo a un altro ricorso, questa volta alla Cassazione, perche' c'e' di fondo il problema che qui non c'e' peculato ma semmai appropriazione indebita. Le perquisizioni effettuate questa mattina, poi, hanno dato esito negativo". Secondo Taormina "in base a cio' che ha deciso la Corte Costituzionale, la Cassazione e il Consiglio di Stato, quelli sono fondi privati e quindi, nel caso, oggetto di appropriazione indebita, reato che non prevede custodia cautelare. Inoltre l'appropriazione e' punibile solamente a querela di parte e nessuno del gruppo ha presentato querela. Qui c'e' un errore consumato dalla magistratura dal punto di vista della qualificazione giuridica".
Fiorito non sarebbe ancora in carcere: "Dalla sua abitazione si sta dirigendo verso la caserma della Guardia di Finanza- ha concluso Taormina- e poi sara' tradotto a Regina Coeli".

Indennita' che non gli erano dovute, soldi del partito finiti sui suoi conti personali, acquisti di jeep e caldaie per fronteggiare la neve e il freddo. C'e' un po' di tutto nell'ordinanza di custodia cautelare che questa mattina ha portato in carcere l'ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio, Franco Fiorito. Secondo i magistrati, dei 6 milioni di euro per l'attivita' del gruppo consiliare movimentati negli ultimi due anni da Fiorito, 1 milione e 380 mila euro sarebbero finiti nei suoi conti personali: 350 mila sui conti esteri, il resto su quelli italiani. Per quanto riguarda invece le indennita' ricevute per i diversi incarichi, secondo gli investigatori, stando alla legge regionale 19 del 1995, l'ex capogruppo Pdl non avrebbe avuto diritto a percepire i 300 mila euro 'dichiarati', perche' la norma, all'articolo 4, prevede che l'indennita' sia unica a prescindere dagli incarichi e corrisponda alla piu' alta tra quelle a cui si avrebbe diritto.
Inoltre, tra le 'curiosita'', risulterebbe che Fiorito avrebbe comprato anche una jeep per fare fronte all'emergenza neve del febbraio scorso. In particolare, con i soldi 'incriminati' avrebbe acquistato una caldaia per la villa del Circeo e appunto una jeep da 35 mila euro.

Secondo il gip, poi, Fiorito avrebbe usato in questi giorni in modo spregiudicato gli organi di stampa per alterare la realta' dei fatti, inquinare il quadro probatorio, confondere le responsabilita' proprie con quelle di altri esponenti politici, intimidire i possibili testimoni di questa vicenda. Non solo, avrebbe consegnato la contabilita' del gruppo solo al momento di essere interrogato. Contabilita' che in precedenza non era stata trovata nel corso delle varie perquisizioni.


Infine, l'ex capogruppo del Pdl alla Pisana ha utilizzato alcune fatture alterate "per formare dossier riguardanti i suoi piu' diretti avversari politici nell'ambito del gruppo consiliare e consegnarli agli organi di informazione".

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