Lascia interdetti la superficialità e la contraddittorietà con le quali si affronta il dibattito sul futuro del litorale della Frasca e della realizzazione di un porticciolo a servizio del diportismo locale.

Un dibattito che non tiene conto di quanto previsto nei relativi piani di programmazione e gli iter amministrativi avviati, mistifica il reale impatto ambientale nonché la valenza economica del progetto e strumentalizza le pur giuste istanze locali a vantaggio di interessi che di locale hanno ben poco.

Infatti, al di là delle mistificanti dichiarazioni, il porticciolo oggetto dell’accordo Comune Autorità Portuale, se realmente rispondente a quanto riportato dalla stampa, seppur spostato leggermente più a sud, si discosta di poco da quanto aveva già pianificato, nella propria mente, il sindaco Moscherini.

Un progetto con un impatto devastante sul territorio e che, in realtà, prevede 900 posti barca, lo spostamento delle aree cantieristiche dalla area prevista a tale scopo nel piano regolatore portuale al litorale protetto della Frasca con la realizzazione di una vasca di colmata e, ma questo è stato omesso di dirlo, le necessarie infrastrutture viarie di servizio e i relativi parcheggi. Questo senza pensare ad ulteriori speculazioni quali ristoranti e similari che si vogliano realizzare a servizio della struttura.

Una colata di cemento che seppellirà l’ultimo tratto di costa fruibile di Civitavecchia regalandola ai grandi privati e senza peraltro dare risposta ai piccoli diportisti locali.

E’ infatti, solo per amor di cronaca, che ricordiamo che nei porti turistici, che  per definizione sono costituiti dalle strutture rivolte ad accogliere la nautica maggiore come prescritto dal D.P.R. del 2.12.97 n.509, non è consentito lo stazionamento in acqua di imbarcazioni di lunghezza fuori tutto inferiore a 6,0 m., con buona pace del piccolo diportismo locale.

Non comprendiamo, peraltro, come tale colata di cemento si intenda coniugare tale impattante progetto con la rivalutazione ambientale del sito in questione prevista dalle prescrizioni dei decreti di Valutazione d’Impatto Ambientale e con l’iter,  ormai avviato dalla Regione Lazio, di istituzione del monumento naturale.

Se a ciò aggiungiamo che tale progetto, unitamente all’intera privatizzazione del porto storico, vede muoversi gli interessi degli stessi personaggi che hanno devastato la costa ligure e le cui indecorose gesta e le altrettanto indecorose speculazioni sono raccontate nel libro “Il partito del Cemento”, comprendiamo come chi tanto se ne fa promotore sia in malafede ed operi a servizio di interessi che poco hanno a che fare con la tutela dell’ambiente e la qualità della vita della collettività amministrata.

 

Simona Ricotti

responsabile locale Forumambientalista

 

Roberta Galletta

presidente Italianostra sezione Asfodelo

 

Dr. Dario Burattini

responsabile WWF sez.Litorale Nord

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