Bulgari, maxi evasione fiscale, ultime notizie Roma - Non è certo, ma l'accusa è tutt'altro che prudente. Si parla di un capitale sottratto al fisco a partire dal 2006 e fino
al 2011, che ammonta a circa tre miliardi di euro.
Ricavi esorbitanti ma sporchi, che venivano riciclati attraverso la creazione di
società "schermo" con sede in Olanda e in Irlanda, in modo da sfuggire
alle tasse italiane.
Non è una bella figura quella che fa il colosso del lusso Bulgari, per i cui vertici è
scattato oggi un maxi sequestro di oltre 46 milioni di euro tra
disponibilità finanziarie e beni immobili, compreso il palazzo di via
Condotti. Nessun blitz, però, nella storica gioielleria inaugurata nel
1905, nel cuore dello shopping capitolino.
I provvedimenti della guardia di finanza hanno colpito Paolo e Nicola
Bulgari, soci storici del gruppo, l'attuale rappresentante legale della
capogruppo italiana Maurizio Valentini e il suo predecessore Francesco
Trapani.
L'accusa, nei loro confronti, è di dichiarazione fraudolenta. Tra i beni
sottoposti a sequestro preventivo, emesso dal G.I.P di Roma Vilma
Passamonti, figurano anche alcune partecipazioni societarie e
assicurazioni sulla vita.
Secondo le verifiche del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma i
dirigenti del gruppo avrebbero congegnato una "escape strategy", così
definita in un documento interno di nove fogli ritrovato dagli
inquirenti.
Una vera e propria strategia di fuga per sottrarsi alle
maglie del fisco italiano in particolare dopo che, dal primo gennaio
2006, la normativa si è fatta più stringente in virtù della tassazione
dei dividenti provenienti da Paesi a fiscalità privilegiata.
Dalle indagini è emerso che i margini di guadagno realizzati sul mercato
globale dalla multinazionale del lusso sarebbero stati "riallocati"
all'estero attraverso l'apertura di apposite società controllate.
La
"meta finale" della pianificazione fiscale architettata dal gruppo
sarebbe stata l'Irlanda, con la creazione della Beire (British Ireland
Ltd). Una società che aveva "sulla carta" il compito di immagazzinare,
conservare e spedire i prodotti finiti (tra cui gioielli, borse e
profumi) verso le società commerciali e i distributori terzi del Gruppo
Bulgari, ed era in realtà controllata al 100 per cento dalla società
italiana Bulgari S.p.a.,
Tra le accuse ai vertici della società, anche quella di aver evaso una
base imponibile Irap di oltre un miliardo e novecento milioni di euro,
mentre i dividendi sottratti attraverso la "escape strategy" ammontano
secondo la Guardia di Finanza a oltre 293 milioni di euro nel periodo
compreso tra il 2006 e il 2011.
La notizia su un'inchiesta aperta dalla procura di Roma nei confronti
della holding del lusso, acquisita nel frattempo dalla francese Luis
Vuitton con un investimento di un miliardo e quattrocento milioni , era
uscita già alla fine del 2012.
Le verifiche della guardia di finanza,
durate per tutto il mese di dicembre, si erano concluse con una
relazione consegnata al procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani, che
coordina il dipartimento Reati Tributari, sulla base della quale oggi
sono scattati i sequestri.