Acqua in abbondanza nel sottosuolo della Sardegna, ultime notizie Cagliari - “In Italia non solo non valorizziamo ancora al meglio le risorse idrogeologiche  che sono nel sottosuolo ma sprechiamo tanta acqua . Le perdite della rete idrica causano un costo industriale stimato in più di 200 milioni di euro all’anno ed un mancato ricavo per il sistema Italia di oltre 3 miliardi di euro all’anno”. Lo ha affermato Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio nazionale dei geologi, intervenendo a Cagliari alla conferenza “ Acqua – georisorsa da tutelare”, organizzata dall’ordine dei Geologi della Sardegna e dal dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche dell’università di Cagliari.

“Nel Bacino del Monte Albo  sono state accertate riserve geologiche superiori a 25 milioni di metri cubi – ha dichiarato il geologo Francesco Murgia - il cui utilizzo affrancherebbe dalla penuria di risorsa potabile buona parte dei comuni della Sardegna centro – orientale”.  Acqua anche nell’Iglesiente dove “dal 1850 si sviluppò  una intensa attività mineraria – ha spiegato il geologo Luciano Ottelli -  che fu rallentata per la presenza di notevoli quantitativi d’acqua che rendevano problematico l’approfondimento dei lavori. Questo problema fu superato con potenti impianti per la eduzione delle acque che hanno abbassato la falda  dalla quota + 70 m alla quota -200 m s.l.m.. Oggi, con la fine dell’attività mineraria (1998), le acque sono risalite nel bacino di circa 250 metri ed hanno caratteri di potabilità. Un prelievo controllato può rendere fruibili quantitativi di acqua pari a 12-15 milioni di mc./anno”.
 
Ma di particolare importanza i nuovi studi illustrati dal professore Giorgio Ghiglieri del dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche dell’università di Cagliari. “Nella Nurra sub - regione storica della Sardegna  - ha affermato Ghiglieri - è stata evidenziata la presenza di 35 milioni di metri cubi di risorse idriche regolatrici sotterranee disponibili”.  

“In Sardegna abbiamo un importante patrimonio idrico sotterraneo, che può con opportune politiche di utilizzo e gestione -  ha affermato Davide Boneddu , presidente dell'ordine Geologi della Sardegna -  supportare adeguatamente  il fabbisogno idrico della nostra regione. Se a livello nazionale le acque sotterranee  costituiscono la principale risorsa per l’uso potabile, in Sardegna la situazione è invertita essendo circa l’80% delle risorse idriche per usi civici garantita dalle acque superficiali immagazzinate nei bacini artificiali”.

Il direttore del dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche dell’Università degli Studi di Cagliari Vito Lippolis, sulla scorta di un costruttivo e fattivo rapporto di collaborazione instaurato con l’Ordine Professionale dei Geologi della Sardegna, ha voluto sottolineare come la collaborazione tra accademia e professione favorisca l’instaurazione di importanti sinergie per la risoluzione delle problematiche proprie dell’ambiente e del  territorio, attraverso un continuo aggiornamento della didattica e il perseguimento di una attività di ricerca, validamente testimoniata anche attraverso la gestione di dottorati di ricerca quali “Difesa e conservazione del suolo, vulnerabilità ambientale e protezione idrogeologica”.
Antonio Funedda ha illustrato l’importanza delle Scienze Geologiche e il loro insostituibile ruolo e apporto nello studio, nella pianificazione, nella quantificazione e tutela della risorsa idrica sotterranea.


Fonte: Giuseppe Ragosta
Consiglio nazionale geologi

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