Lazio Viterbo turismo www.UnoNotizie.it - Soddisfazione
da Assoturismo, l’Associazione che coordina e rappresenta le
Federazioni di categoria del settore turistico Confesercenti
Nazionale, per la nota del Ministero dello Sviluppo Economico con la
quale si abroga, di fatto, il famigerato articolo 62 del DL n. 1/12
sui termini di pagamento di prodotti agricoli e alimentari.
Una
correzione ritenuta assolutamente essenziale dall’Associazione che
aveva immediatamente denunciato le pesanti e negative ripercussioni
sulle aziende dell’eccessiva rigidità imposta nei termini di
pagamento delle relazioni commerciali tra i soggetti interessati.
Una
rigidità che ha creato in questi mesi un ulteriore onere e costi
aggiuntivi per le imprese del settore della ricettività e dei
pubblici esercizi, non più nelle condizioni di poter sopportare
ulteriori aggravi in un momento di forte crisi per l’intero
comparto.
Un provvedimento avvalorato, tra l’altro, dall’Autorità
Garante per la concorrenza ed il Mercato che, con propria delibera,
aveva già stabilito l’applicabilità delle sanzioni con esclusivo
riferimento alle relazioni economiche connotate da un significativo
squilibrio nelle rispettive posizioni di forza commerciale.
“Se
si è accettato di operare in un libero mercato - afferma Vincenzo
Peparello, presidente della Confesercenti di Viterbo e responsabile
regionale Turismo - occorre che anche le transazioni commerciali
subiscano lo stesso trattamento, con libertà di concertare e
condividere anche gli aspetti legati al pagamento delle forniture ed
alle condizioni temporali.
Senza vincoli e regole di capestro che
stavano strozzando l’economia delle imprese, già provata da una
grave recessione a causa della quale migliaia di aziende hanno dovuto
chiudere i battenti nei primi tre mesi dell’anno in corso. Senza
tenere conto che i rapporti commerciali nella maggior parte dei casi
avviene tra piccole e piccolissime aziende che hanno gli stessi
problemi. Il provvedimento in questione – conclude – avrebbe,
dunque, favorito le grandi aziende”.
La
Confesercenti di Viterbo, invece, denuncia la grave situazione in cui
anche la temuta soglia psicologica del 52% della pressione fiscale è
ormai superata con il dato del quarto trimestre del 2012. Questo
livello fiscale, incompatibile con l’economia di un Paese civile, è
in piena rotta di collisione con le speranze di ripresa economica e
con la tenuta delle famiglie e delle imprese che non ce la fanno
più”.
Commentando i dati dell’Istat Peparello, sostenendole
iniziative della Confesercenti Nazionale, afferma: “Di questo passo
assisteremo a un aggravamento dell’ecatombe di posti di lavoro e
chiusure di imprese con un ulteriore, drammatico, crollo dei consumi vengano subito derubricati eventuali nuovi interventi per far cassa
attraverso la leva fiscale: le famiglie e le imprese non hanno più
nulla da dare. D’ora in poi la priorità deve essere una decisa e
rapida, sia pur graduale, diminuzione del carico fiscale che anche
sulle famiglie incide in maniera determinante.
L’inversione di
rotta è urgente: le risorse si trovino con un piano di tagli alla
spesa pubblica che potrebbe far recuperare nel medio periodo almeno
70 miliardi di euro. E’ infatti solo da una minore pressione
fiscale che si può ripartire per mettere in condizione le imprese di
reggere, investire, creare lavoro”.