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“Giovani & Lavoro: una sfida possibile” questo il titolo del seminario del FSE organizzato dalla Regione
Marche – Assessorato al Lavoro tenutosi recentemente al Ridotto delle
Muse.
Non accade spesso che i giovani siano chiamati, da parte del
istituzioni pubbliche, ad elaborare riflessioni critiche e a fornire
proposte sulla costruzione del loro futuro in una occasione
specificatamente
dedicata a sede di confronto su un tema prioritario come il lavoro .
Era questo invece l’obiettivo e l’opportunità offerta dal Seminario
“Giovani & Lavoro: una sfida possibile” nell’ambito delle attività
di comunicazione del FSE.
La formula- 6 tavoli di lavoro che hanno confrontato nodi critici e
proposte sul mercato del lavoro- ha fatto emergere alcuni macrotemi e
indicazioni per nuove politiche attive del lavoro da parte
dei giovani che hanno partecipato come rappresentanti delle diverse
associazioni di categoria e sindacali: Coldiretti, Confindustria Marche,
CNA, Confartgianato, Cisl, CGIL, Confcooperative, Cia Marche, Confapi.
“Questa riflessione tra giovani imprenditori e giovani dipendenti- ha
detto l’assessore regionale al Lavoro, Marco Luchetti - era
estremamente utile, non solo come momento di sintesi di idee per
una nuova cultura del lavoro, ma perché è ora che non siano più gli
anziani a costruire il futuro delle nuove generazioni, ma gli stessi
portatori di interessi ed esigenze abbiano voce fondante.
Un cambio di
passo, dettato non solo dalla forte crisi occupazionale
giovanile ( le Marche nel 2012 si attestano sul 9,2% rispetto a una
media nazionale dell’11%) ma dalla consapevolezza da parte del Governo
regionale che i giovani saranno i protagonisti di un nuovo modello di
sviluppo, le cui basi vanno gettate fin d’ora,
cogliendo collettivamente quante più opportunità possibili per adottare
scelte e politiche mirate ad “accendere” nuovi motori di crescita.
Certo è difficile in questo momento di grave difficoltà prefigurare
precisamente la rotta del cambiamento ma è certo
che l’impresa non può più essere solo basata sul rapporto
capitale/lavoro /profitto e quindi solo sul profilo quantitativo, ma
anche sulla responsabilità sociale e collettiva come elemento
qualitativo e qualificante dello stesso concetto di impresa. Va
costruita
un’integrazione tra impresa, lavoratori, istituzioni, comunità per
rimodulare i ruoli e ripensare insieme ad un nuovo sviluppo ed è
importante che questo processo trovi i giovani pronti ad esserne parte
attiva.
“Tra i nodi critici rilevati e sintetizzati dai coordinatori dei
tavoli di lavoro, sono stati rilevati la necessità di un più organico
orientamento dei giovani al mercato del lavoro ora troppo frammentario
e settoriale e che andrebbe messo in rete tra i vari soggetti che fanno
questa attività, l’inserimento della cultura del lavoro e
imprenditoriale nei percorsi di istruzione e non solo alla fine degli
studi, una formazione qualitativamente più elevata e di
più facile accesso in termini di migliore informazione dei percorsi
formativi che si svolgono sul territorio. Sono questi elementi utili
anche a risolvere in parte il problema del ricambio generazionale nelle
imprese.
E’ stata sottolineata, inoltre, l’esigenza
di ridare valenza positiva all’impresa prendendo a modello l’impresa
agricola che attraverso fattori trasversali, come quello ambientale,
turistico e culturale si è trasformata, caricandosi di innovativi valori
positivi che attraggono anche professionalità
intellettuali e non solo strettamente legate al lavoro agricolo.