Tripla azione di Greenpeace. I climber hanno scalato  il faro della “Lanterna” di Genova, storico monumento e simbolo della città, per aprire un enorme striscione (8mt x 8mt) con su scritto “Enel chiudi la centrale”.

Altri attivisti di Greenpeace, nel frattempo, sono entrati all’interno dell’impianto dell’Enel e hanno incominciato a scrivere “Enel clima killer” sulla facciata dell’edificio. Un terzo team, a bordo di gommoni, ha scritto “Enel quit coal” sulla fiancata di una nave carboniera che sta scaricando carbone per la centrale. È questa la terza tappa del tour “No carbone” dell’Artic Sunrise in Italia.

 

“E’ inaccettabile che, mentre il mondo corre verso una crisi climatica irreversibile, una centrale a carbone risalente al 1928 sia ancora funzionante” critica Francesco Tedesco, responsabile Campagna Energia e Clima di Greenpeace. “Chiediamo alla società di accogliere le ripetute richieste della Regione Liguria e chiudere l’impianto al più presto.

Aspettare al 2020 è anacronistico”.

 

E’ infatti possibile sostituire la potenza della Lanterna con fonti pulite come eolico e solare. Il potenziale eolico raggiungibile al 2020 in Liguria è pari a 280 MW e permetterà di creare oltre mille posti di lavoro legati all’energia pulita (1). “La Regione sta prendendo giuste decisioni verso lo sviluppo delle rinnovabili, come nel caso del progetto eolico nel porto di Genova o l’apertura di un polo per il solare fotovoltaico a Ferrania. Occorre proseguire con decisione in questa direzione, così come richiedono gli obiettivi vincolanti imposti dalla normativa europea al 2020” afferma Tedesco.

 

Ad oggi la Liguria è ancora uno dei maggiori poli di utilizzo del carbone in Italia, con ben tre impianti sul suo territorio. Negli ultimi anni le emissioni di queste tre centrali sono aumentate e rappresentano oggi circa la metà delle emissioni totali di CO2 della regione (2).

 

Enel è il primo emettitore di CO2 in Italia, con 46,7 milioni di tonnellate nel 2007, circa un terzo delle emissioni di gas serra dell’intero comparto termoelettrico (3). Nonostante gli impegni internazionali del nostro Paese, la società persegue l’obiettivo di arrivare al 50% della propria produzione elettrica da carbone, pianificando di aggiungere oltre 20 milioni di tonnellate di CO2 alle emissioni che l’Italia dovrebbe invece ridurre. “Greenpeace continuerà a battersi contro la realizzazione di nuovi impianti a carbone” assicura Tedesco.

 

“Per evitare di entrare in una crisi climatica irreversibile occorre fermare la crescita delle emissioni mondiali di gas serra entro il 2015”

spiega Agnes De Roij, responsabile della Campagna Clima di Greenpeace International, a bordo dell’Arctic Sunrise. “Occorre ridurre da subito la dipendenza dai combustibili fossili, a partire dal carbone, e avviare al più presto una rivoluzione energetica pulita”.

 

LINK

(1) http://www.anev.org/modules/Documents/eodocuments/Potenziale_Eolico.pdf

(2) http://www.greenpeace.it/quitcoal/BriefingTAPPA3_FINAL.pdf

(3) http://www.greenpeace.it/quitcoal/tabella_classifica.pdf

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