COMETE 2013, LOVEJOY / Dopo 2000 anni, a Natale, risplende Lovejoy la cometa di Betlemme
Disciolta la cometa Ison dopo il suo passaggio intorno al Sole, è in arrivo Lovejoy, la cometa di Natale, visibile anche a occhio nudo tra il 22 e il 29 dicembre
Cometa di Betlemme, ultime news astronomia - La tanto attesa cometa Ison, che avrebbe dovuto illuminare i nostri cieli per tutto dicembre, è stata consumata dal Sole, infatti nel suo perielio intorno alla nostra Stella non è riuscita a sopravvivere al grande calore, così si è disciolta completamente.
Peccato... gli astronomi che seguivano Ison da più di un anno ci avevano preparati al più grande spettacolo nei nostri cieli dall'ultima grande cometa dell'ottobre 1858 (la Cometa di Donati ) che illuminò i cieli dell'emisfero nord del pianeta. Cometa quest'ultima che ispirò molti pittori anche italiani a riprodurla nei quadri.
Comunque non preoccupatevi, lo spettacolo di Natale è ancora assicurato: è pronta un'altra cometa che è stata battezzata con il nome di Lovejoy. Questa, dicono gli scienziati, avendo il proprio perielio intorno al Sole molto più lontano di quello di Ison, non verrà distrutta e tra il 22 e il 29 di dicembre sarà visibile di notte anche ad occhio nudo. Un bel regalo proprio a Natale, non c'è che dire. Speriamo che questo evento astronomico sia il preludio per un 2014 più sereno e migliore del 2013.
Lovejoy è una cometa di lungo periodo, che proviene dalla lontana nube di Oort, ai confini del nostro sistema solare, la nursery di tutte le comete. La si potrà rivedere dal nostro pianeta solo fra 7.000 anni. Verso la fine di dicembre sarà possibile fotografarla con semplici macchine fotografiche. Per trovarla basta prendere come punto di riferimento l’Orsa Maggiore, e poi dalle due ultime stelle del Grande Carro arrivare fino alla stella Arturo, della costellazione di Boote. Li si trova la nostra cometa di Natale.
C'è un piccolo problema, per vederla meglio bisognerà alzarsi alle tra le 4 e le 5 del mattino. Un piccolo sacrificio che comunque vale la pena fare anche perché la prossima volta potremmo rivederla "solo" tra 7.000 anni. Gabriele La Malfa www.accademiakronos.it