Lazio, Tuscia, Viterbo, San Pellegrino in Fiore, ultime news turismo – Unonotizie.it - La città papale in questi giorni funziona allo stesso modo dei fiori che ospita. Sopra la gente ammira l’esplosione di colori. La coreografia creata ad hoc sullo scorcio. Il laghetto coi pesci. I pratini sbocciati qua e la come funghi. Sotto… Sotto si gode le radici. Che non saranno belle e affascinanti come le peonie, ma hanno in sè qualcosa di mistico, di ancestrale, di semi-tetro. Le radici in questione son rappresentate da Viterbo Sotterranea. Quel pezzo di storia (e che storia) ubicato in una piazza che solo a nominarla viene voglia di farci un salto. Piazza della morte. Che meriterebbe un capitolo a parte.

Il week-end pasquale aveva già fatto intuire all’associazione Tesori d’Etruria come sarebbero andate le cose. Il ponte ha portato milleduecentoquaranta visitatori. Per la gioia collettiva e per il mal di testa cronico (ma comunque piacevole) delle guide schierate a contenere la folla. “E milletrenta sono invece le presenze del solo primo maggio – dice a nome della squadra Sergio Cesarini – Un risultato incredibile. Ottimi pure i due pomeriggi successivi, nonostante l’acqua. Segno che l’interesse cresce. Il servizio andato in onda al Tg Uno è stato visto da più di cinque milioni di telespettatori”.

Tutti questi dati a quale conclusione portano? La “sotterranea” ha aiutato San Pellegrino in fiore? Viceversa? Forse no. Forse una volta tanto si può tranquillamente ammettere che cooperando, che fornendo servizi sempre più piacevoli e qualificati, con uno scenario stupendo quale si ha a disposizione, i risultati non tardano ad arrivare. “Ci fa estremamente piacere – prosegue Cesarini – e non solo per noi. Ma anche per il resto della popolazione. Chi ci passa a trovare poi esce, compra, mangia, visita, soggiorna. Insomma, diamo una mano a fare turismo”.

O incoming, come piace tanto dire nei panorami filo-inglesi. A proposito di anglicismi, tutte queste capocce da dove sbucano? “Roma – spiega sempre lui – che per logica sta vicina. La Puglia, col barese che ci apprezza di brutto. Salento. Toscana, in primis Firenze. Veneto, Lombardia più Bergamo che Milano. E poi America, Inghilterra, un pizzico di Francia. In crescita la Russia. Scarsi cinesi e giapponesi, che preferiscono Civita di Bagnoregio”.

Bene. Un servizio di questo tipo però non può fermarsi. Deve evolversi quotidianamente. Ecco quindi i prodotti tipici (cibo, artigianato, bevande, eccellenze varie) dentro la bottega d’accesso (lo shop, per mantenere la linea di cui sopra). Ma ecco anche l’idea. “Abbiamo ricostruito in scala il quartiere di Santa Rosa, la Crocetta – chiude – Molti hanno apprezzato. A breve tireremo fuori Viterbo in miniatura. Sarà una chicca”. E sarà visitabile senza scendere sottoterra. Mica male.


di Stefano Mecorio
VITERBOPOST


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