Attivisti di Greenpeace hanno organizzato un sit-in davanti all’Ambasciata del Giappone in Italia per protestare contro l’arresto dei due attivisti, Junichi Sato e Toru Suzuki, accusati di furto dopo aver intercettato scatole con carne di balena venduta illegalmente. Gli attivisti italiani, che indossano maschere che riproducono i volti di Junichi e Toru, hanno montato davanti all’ingresso dell’Ambasciata una struttura che riproduce una galera e hanno consegnato una lettera per l’Ambasciatore del Giappone in Italia, Hiroyasu Ando, in cui si chiede che le Autorità giapponesi la smettano di processare Greenpeace e comincino invece a processare i responsabili della caccia alle balene.

 

In occasione del 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo Greenpeace ha portato a Tokyo una delegazione di persone, tra cui numerosi Direttori dei vari uffici nazionali di Greenpeace. Queste persone denunciano che l’arresto di Junichi e Toru è un atto di intimidazione politica e si autoaccusanoper complicità in attività contrarie alla caccia baleniera. In tutto il mondo sostenitori e attivisti di Greenpeace si stanno mobilitando con lo slogan “Arrestate anche me”. Le adesioni, mediante il sito web, sono giunte a 30.000 co-imputati.

 

“Se il Giappone vuole processare quelli che sono contro la caccia baleniera dovranno farci tutti prigionieri” ha dichiarato Alessandro Giannì, responsabile della Campagna Mare di Greenpeace. “Questo è un processo politico ed è contro ogni logica e ogni idea di diritto”.

 

I due attivisti di Greenpeace, Junichi Sato e Toru Suzuki, sono agli arresti domiciliari da quando, lo scorso maggio, hanno svelato la corruzione del cosiddetto programma di ricerca scientifica sulla caccia alla balena. Greenpeace ha scoperto che al ritorno dall’Antartidei balenieri spedivano a casa centinaia di scatole con carne di balena contrabbandata. Gli attivisti hanno prelevato una di queste scatole, che secondo la bolla di accompagnamento avrebbe dovuto contenere cartone, e vi hanno trovato carne di balena affumicata per un valore di oltre 2.300 euro. La carne è stata mostrata alla stampa e quindi consegnata alla Magistratura che ha deciso di non indagare sul contrabbando e di processare invece gli attivisti di Greenpeace. Il processo si terrà all’inizio dell’anno prossimo e gli attivisti rischiano dieci anni di galera.

 

Il 12 novembre scorso, la Commissione dei Diritti Umani dell’ONU ha condannato “l’irragionevole restrizione alla libertàdi espressione” in Giappone e le violazioni commesse dalla Polizia giapponese che ha arrestato gli attivisti di Greenpeace Juniki Sato e Toru Suzuky. Anche Amnesty International ha condannato il comportamento del Giappone.

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