Climate Action Network Europe, Friends of the Earth, Greenpeace, Oxfam e WWF chiedono al Parlamento europeo di respingere l’accordo

 Secondo le associazioni ambientaliste Climate Action Network Europe, Friends of the Earth, Greenpeace, Oxfam e WWF l’accordo sul pacchetto energia e clima raggiunto oggi dai leader europei è un fallimento. In particolare gli ambientalisti denunciano che la Direttiva “Effort Sharing”, per la riduzione delle emissioni dei settori non regolamentati, è del tutto incompatibile con l’obiettivo europeo di mantenere il riscaldamento globale al di sotto di +2°C. “Questo è un giorno buio per la politica climatica dell'Europa. I capi di Stato e di Governo europei hanno rinnegato le loro promesse e voltato le spalle agli sforzi globali per combattere i cambiamenti climatici.”

 

I leader europei hanno assunto un impegno debole e ambiguo per la riduzione delle emissioni europee di gas serra del 30% al 2020, come era invece stato annunciato l’anno scorso. L’attuale accordo permette, infatti, che oltre il 65% delle riduzioni siano raggiungibili acquistando crediti attraverso progetti di riduzione delle emissioni al di fuori dei confini europei. Inoltre, nessuna sanzione è stata introdotta per i Paesi inadempienti – un punto essenziale per contrastare l’inattività dei Governi.

Le associazioni ambientaliste riunite a Poznan chiedono che il Parlamento Europeo respinga l’accordo sulla Direttiva “Effort Sharing” con il voto della prossima settimana.

 

I cittadini europei dovrebbero, infatti, esprimere tutta la loro indignazione e chiedere ai propri parlamentari di impedire che l’eccessivo ricorso a crediti dall’estero venga utilizzato come scappatoia alle riduzioni di gas serra in Europa.

Nella Direttiva “Emission Trading” (ETS) sono state garantite ampie deroghe alle industrie manifatturiere per l’acquisto dei permessi di emissione, in assenza dell’evidenza che tali costi possono impattare sulla competitività dei settori interessati.

Tutte le associazioni ambientaliste chiedono insieme che l’allocazione dei permessi avvenga tramite asta per i settori industriali regolamentati dalla Direttiva ETS. Le industrie devono pagare se non riducono le proprie emissioni, e le risorse raccolte devono essere utilizzate per finanziare progetti di mitigazione dei cambiamenti climatici in Europa e in Paesi in via di sviluppo.

 

"Angela Merkel, Silvio Berlusconi, Donald Tusk e Nicolas Sarkozy devono vergognarsi. Hanno scelto di difendere gli interessi privati dell'industria inquinante, non rispettando la volontà dei cittadini europei, il futuro dei loro figli e la condizione di milioni di persone nel mondo. Il Parlamento può e deve modificare le parti peggiori dell'accordo di oggi." denunciano le associazioni ambientaliste.

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