Feste di Natale per la gioia di molti bambini, ma meno dei grandi, a parte gli sciatori, con neve anche a bassa quota dal nord fino al sud Italia. Qualcuno si chiederà: ma questo effetto serra dov’è, se invece di far caldo nevica e fa freddo? Legittima domanda, ma che denota la non conoscenza del fenomeno del surriscaldamento terrestre che per i non addetti ai lavori è molto complessa da capire.
L’effetto serra come risultato genera la cosiddetta estremizzazione dei fenomeni meteorologici. In effetti stiamo parlando di immense forze termodinamiche che accentuano a macchia di leopardo manifestazioni meteorologiche che in passato erano normali. Così da un semplice temporale si può scatenare un tornado, da una normale grandinata ci si può aspettare una caduta di palle di ghiaccio, da un estate calda si può passare ad una torrida e insopportabile, ecc. ecc. Questo è quello che determina l’effetto serra.
In tutto questo però ci sono fenomeni collaterali che i climatologi in passato non avevano calcolato, ad esempio la dilatazione e lo spostamento di masse d’aria calda in nuove aree del pianeta può determinare la variazione di correnti polari che solitamente avevano un ben preciso percorso. In questa ridefinizione di cellule anticicloniche e cicloniche, un po’ come un puzzle, si possono aprire dei varchi che incanalano correnti più fredde.
Oltre a questo, maggior calore vuol dire anche maggiore evaporazione degli oceani con conseguente aumento nella nuvolosità sul pianeta e maggiori precipitazioni, molte delle quali violente. Tutto questo lo stiamo già avvertendo sul nostro Paese: prima le alluvioni od ora le grandi nevicate. Non è vero quindi che l’effetto serra vuol dire solo caldo, esso invece rappresenta un rimescolamento di correnti fredde, calde ed umide che fanno saltare ogni previsione.
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