ROMA (UnoNotizie.it)

Il rapporto UNEP presenta in 6 capitoli le questioni cruciali a cui il mondo deve dare priorità: 

 - gestione degli ecosistemi

- sostanze nocive e rifiuti pericolosi

- cambiamenti climatici

- catastrofi e conflitti

- uso efficiente delle risorse

- governance dell'ambiente  

 

L'importanza di realizzare un nuovo accordo globale sull'ambiente e lo sviluppo sostenibile è il filo conduttore di questo rapporto, in cui viene più volte sottolineata la necessità di procedere ad una transizione verso una economia globale ed uno sviluppo umano a basso utilizzo di combustibili fossili e con uso razionale ed efficiente delle risorse ambientali e naturali.    

-La gestione degli ecosistemi: il 60% degli ecosistemi terrestri, da quelli vegetali e forestali, a quelli animali sia terrestri che marini, è seriamente danneggiato ed in fase di progressivo degrado. Il maggiore fattori di distruzione degli ecosistemi terrestri è una agricoltura che occupa ormai il 25% di tutte le terre emerse e che in molte parti del mondo è ormai diventata insostenibile e che ha portato soprattutto nella fascia intertropicale alla distruzione di foreste che ormai sono scomparse in 25 paesi e d distrutte al 90% in altri 29 paesi. A peggiorare l'impatto dell'agricoltura sull'ambiente, aumentando nel contempo anche il rischio di desertificazione, vi è stata anche la recente tendenza alla produzione intensiva di biocarburanti che, otre a sottrarre aree all'agricoltura per l'alimentazione ed alle foreste, ha creato nuova povertà nei paesi in via di sviluppo, peggioramento delle condizioni socio sanitarie e conflitti per l'accaparramento dei suoli. Non migliore è la situazione degli ecosistemi marini dove una pesca intensiva e spesso illegale ha portato alla distruzione a partire dal 1960 del 90% delle specie marine più commerciali.  

-Sostanze nocive rifiuti pericolosi: nel mondo si producono ogni giorno più di due miliardi di tonnellate di rifiuti di cui il 60% circa nei soli paesi industrializzati che rappresentano meno del 20% della popolazione mondiale. Poiché la gestione ambientalmente sostenibile dei rifiuti è praticamente inesistente nei paesi in via di sviluppo e abbastanza carente in molti paesi sviluppati (tra cui l'Italia), il risultato è che molte delle sostanze tossiche, nocive o comunque pericolose entrano nella catena alimentare, contaminano il cibo e pongono seri problemi sanitari alla popolazione anche dei paesi sviluppati (i recenti casi di diossina nella mozzarella prodotta in Campania e la contaminazione da insetticidi in molti prodotti alimentari giapponesi, ne sono un esempio). Un esempio eclatante per i paesi in via di sviluppo è, invece, il latte alla melanina prodotto in Cina che ha portato a gravi conseguenze sanitarie e perfino la morte di molti bambini in diversi paesi del sud est asiatico ed in Africa. Di non minore importanza è la contaminazione delle risorse idriche da parte degli scarichi industriali o derivanti da fitofarmaci e pesticidi usati in agricoltura. Anche la contaminazione batterica è in aumento soprattutto nelle risorse idriche dei paesi in via di sviluppo dove focolai di colera e da altre malattie infettive provenienti da acqua contaminata stanno aumentando invece di diminuire. Neanche le risorse marine sono state risparmiate dalla contaminazione dei prodotti chimici usati dall'uomo. In particolare la contaminazione da mercurio e da altre sostanze tossiche di molte specie ittiche pone seri problemi non solo sulla salute umana, ma anche sulla sopravvivenza delle stesse specie.  

-Cambiamenti climatici: Nel 2008, la banchisa artica ha fatto una specie di avanti e indietro dopo la fusione estiva. La copertura dei ghiacci marini raggiunta al 12 settembre 2008 era un po´ più di 4,5 milioni di Km2. Anche se nel 2008 l'estensione dei ghiacci artici era il 10% in più rispetto al 2007, anno del minimo assoluto, tuttavia l´estensione complessiva dei ghiacci artici è stata di oltre il 30% al di sotto della media degli ultimi 30 anni. Inoltre, per il secondo anno consecutivo il mitico passaggio a nord-ovest tra le isole del Canada settentrionale è stato completamente libero dai ghiacci. Va osservato, dice l'UNEP, che nel 2008, con l'apertura simultanea di due passaggi, si è verificato un evento di passaggio a nord ovest che verosimilmente non si era mai manifestato prima dell´ultima era glaciale, cioè circa 100.000 anni fa. Anche l´Antartide occidentale comincia a preoccupare con un aumento dello scioglimento dei ghiacciai che è cresciuto del 60% tra il 1996 e il 2006, con il record della Penisola Antartica, dove il tasso di scioglimento nello stesso periodo è aumentato del 140%. Un altro fatto preoccupante è la progressiva diminuzione della capacità degli oceani di assorbire l'anidride carbonica atmosferica, fatto questo che provocherà una accelerazione dell'accumulo di anidride carbonica in atmosfera se le emissioni di gas serra non subiranno una drastica riduzione. La cosa diventa ancor più preoccupante perché con il riscaldamento degli oceani vengono immessi nell'atmosfera gli idrati del metano sepolti nei fondi oceanici polari e nel permafrost. Ed il metano ha un potere riscaldante ben 20 volte superiore di quello dell'anidride carbonica. Il rapporto dell´Unep presenta anche nuovi studi sull´Amazzonia che potrebbe essere fortemente danneggiata a causa del riscaldamento climatico per una diminuzione delle piogge del 40%, che a sua volta porterebbe ad una diminuzione della crescita della vegetazione intorno al 53%. Una perdita vegetale di questa ampiezza potrebbe accelerare il riscaldamento climatico e far aumentare le temperature locali di 8 gradi con ripercussioni anche sulle portate del Rio delle Amazzoni.  

-Catastrofi e conflitti: Mentre i disastri naturali di origine geologica (terremoti, eruzioni vulcaniche) sono rimasti praticamente costanti, i disastri di origine climatica (cicloni, tifoni, uragani, eventi estremi di vario tipo, ecc) e quelli associati di tipo idrogeologico (alluvioni, inondazioni, frane, smottamenti, ecc) sono in continuo aumento. Siamo passati, infatti dai circa 100 eventi per decennio degli anni 40 agli oltre 3000 eventi per decennio degli anni 90, fino ad arrivare a 4850 disastri in un solo quinquennio, nel periodo 2000-2005. Il legame tra disastri, degrado dell'ambiente ed attività umane insostenibili appare del tutto evidente. Con i disastri aumenta la conflittualità sociale e tra popolazioni non solo tra gruppi di popolazione nell'ambito della stessa nazione, ma anche tra paesi confinanti, perché aumentano anche le migrazioni ambientali delle popolazioni più povere verso territori le cui risorse naturali non sono state distrutte o verso territori meno vulnerabili agli eventi estremi.  

-Uso efficiente delle risorse: l'UNEP pone particolare attenzione nella costruzione e gestione efficiente degli edifici consumano circa un terzo dell'energia e sono responsabili di circa un terzo delle emissioni globali di gas serra. L'uso efficiente dell'energia riguarda non solo il riscaldamento/raffreddamento ma anche tutti gli elettrodomestici e le attrezzature commerciali. Uguale attenzione viene posta sul trasporto e la mobilità che sono responsabili del 20% delle emissioni di gas serra a livello globale con una forte impennata alla crescita di tali emissioni, mano a mano che i paesi in via di sviluppo  procedono verso la loro industrializzazione. Questo significa che il problema già cruciale non solo nei paesi industrializzati, lo sarà ancor di più nei prossimi 20 anni quando l'attuale parco dei mezzi di trasporto, stimato in 650 milioni di veicoli circolanti, si raddoppierà. Infine, l'UNEP, considera l'uso della risorsa acqua, una risorsa che è indisponibile per 880 milioni di persone dei paesi più poveri e che è scarsamente disponibile per altri 2,5 miliardi di persone. La disponibilità di acqua e l'uso corretto delle risorse idriche rappresentano una priorità mondiale ed un presupposto fondamentale per sradicare la povertà. le malattie ed il sottosviluppo.  

-Governance dell'ambiente. La governance dell'ambiente deve necessariamente basarsi su alcuni presupposti ineludibili, quali: la conoscenza del sistema terra, i suoi meccanismi e processi, i suoi equilibri complessivi globali e locali,  la conoscenza del sistema umano, le sue necessità di crescita e di benessere, le sue istanze sociali, i profondi squilibri che esistono nelle diverse comunità umane, la conoscenza dei sistemi economici, produttivi ed industriali, dei meccanismi di interscambio dei mercati e di tutti quei processi che stanno alla base dello sviluppo socio-economico. Senza la conoscenza integrata e la consapevolezza di questi problemi, non sarà possibile stabilire una governance complessiva che rispettosa gli equilibri ambientali complessivi del nostro pianeta, che rispetti un uso e uno sfruttamento delle risorse nel contesto della sostenibilità dello sviluppo di tutti i popoli e che tenga conto della responsabilità che i paesi ricchi hanno nei confronti dei paesi poveri e che tutti noi abbiamo verso le future generazioni.

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