GENOVA (UNONOTIZIE.IT)
"Ringrazio Greenpeace che, come sempre, manifesta grossa attenzione per la tutela del golfo ligure" - dichiara Maurizio Ferraioli, responsabile per la Liguria del movimento Italia dei Diritti.
"Si tratta però - aggiunge - di una zona che, per il suo alto e imprescindibile valore ambientale, e parlo soprattutto della parte del cosiddetto santuario dei cetacei, non dovrebbe attendere sollecitazioni di questo tipo che servono sì a ricordare le ricchezze naturali del territorio ma che dovrebbero, d'altra parte, essere accompagnate dall'intervento delle istituzioni competenti, in questo caso dell'Italia, della Francia e del Principato di Monaco".
Questo è quanto detto da Ferraioli riguardo all'allarme sollevato dall'associazione ambientalista Greenpeace inerente al rischio inquinamento, traffico e pesca illegale nell'area marina ligure che causerebbero la fuga di balene e stenelle.
"Oggi - afferma il responsabile ligure dell'Italia dei Diritti - si tende a dare più importanza, nell'immediato, all'aspetto economico piuttosto che alla tutela dell'ambiente, sottovalutando il grosso apporto di lavoro che comunque un intervento di questo tipo comporterebbe.
A tale scopo sollecitiamo le autorità competenti e le Capitanerie di Porto, già attente a problematiche ambientali, a vigilare in misura maggiore affinché l'inquinamento, anche e soprattutto in quella zona, non la vada a penalizzare.
Alla Regione Liguria chiediamo, invece, un progetto mirato di tutela per un'area unica nel Mediterraneo e che, negli ultimi anni, è divenuta anche polo di attrazione per numerosi turisti". "Inoltre - aggiunge - è necessario porre in questa riserva marina d'altura un divieto di pesca e di immissione di sostanze pericolose al fine di proteggere un ecosistema unico di cui i cetacei sono sicuramente parte integrante".
A seguire la denuncia fatta da Greenpeace:
Dove sono finite le balene e i delfini del Santuario dei Cetacei del Mar Ligure? Greenpeace lancia i dati scandalo sul Santuario che indicano una netta diminuzione delle stenelle e delle balenottere che in dieci anni potrebbero essere diminuite del 50 e del 75 per cento, rispettivamente. Nessuno ha fatto niente per difendere i cetacei del Santuario e oltre alle minacce già note (inquinamento, traffico veloce, pesca illegale), Greenpeace ha scoperto una grave contaminazione da batteri fecali in alto mare. Il Santuario è oggi ridotto a una fogna a cielo aperto senza regole né controlli.
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