VENEZIA (UNONOTIZIE.IT)

La sentenza odierna della Corte d’appello di Venezia conferma nuovamente la colpevolezza da parte dei direttori della centrale termoelettrica Enel di Porto Tolle (Rovigo) per cattiva gestione.

Greenpeace accoglie favorevolmente questa decisione che rende giustizia alle comunità colpite dai rilasci di sostanze inquinanti e al delicato ambiente del Parco Naturale del Delta del Po, patrimonio dell’umanità dell’Unesco.

Greenpeace è fortemente preoccupata per una nuova e più grave ingiustizia che rischia di essere perpetrata ai danni di un ecosistema così fragile.

Proprio qui, infatti, Enel sta progettando di realizzare una nuova e ben più inquinante centrale a carbone.

Il progetto implicherà il passaggio di 3000 chiatte all’anno lungo i canali del Delta per trasportare il carbone da un terminale flottante a tre miglia dalla costa, fino alla darsena della centrale.

Sarebbero, inoltre, 12.500 all’anno i camion che dovrebbero trasportare biomasse, circa 40 camion al giorno.

“Si tratta di un impatto devastante che soffocherà il delicato equilibrio del Parco Naturale, senza contare l’aumento delle emissioni di gas serra: l’Italia è già gravemente inadempiente, ma il ministero dell’Ambiente continua ad autorizzare nuove centrali a carbone. – sostiene  Francesco Tedesco, responsabile campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia  - In questo modo invece che ridurre le emissioni le aumenteremo di altri 30 milioni di tonnellate”.

Attualmente la commissione di Valutazione d’Impatto Ambientale del Ministero dell’Ambiente non ha ancora rilasciato un parere, sebbene il progetto sia palesemente in violazione della Legge Regionale che istituisce il Parco Naturale del Delta del Po, e che proibisce l’utilizzo del carbone.

La stessa Enel sta facendo forti pressioni affinché tale Legge venga modificata.

“Non è questo un comportamento coerente da parte di una società che professa di essere attenta all’ambiente, come Enel. Oggi i vertici sono cambiati, ma l’atteggiamento è lo stesso.
 Il ministero dell’Ambiente ha ora il dovere di salvaguardare il Parco Naturale e bocciare il progetto di conversione” conclude Tedesco.

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