RONCIGLIONE - VITERBO ( UNONOTIZIE.IT ) Il lago di Vico  rappresenta  un patrimonio ed  una risorsa per l’intera provincia di Viterbo e  in particolare per i comuni di Ronciglione e Caprarola che ne utilizzano le  sue acque anche per uso potabile.
Il suo ecosistema presenta però delle criticità ormai ben note da anni e attualmente in fase di peggioramento che necessitano di soluzioni efficaci, definitive e non più rimandabili.
Le acque di questo lago, a causa della sua origine vulcanica sono ricche di arsenico, un elemento classificato come cancerogeno dalla Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro (I.A.R.C.) e presentano da qualche anno periodiche fioriture di un’alga denominata Plankthotrix rubescens, produttrice di una microcistina dannosa per la salute delle persone ma anche per la flora e la fauna ittica lacustre; questa microcistina è  classificata, sempre dall’I.A.R.C., come elemento cancerogeno di classe 2 b.
Lo sviluppo dell’alga Plankthotrix rubescens  è favorito dalla presenza di composti azotati e fosfati che le fanno da nutrimento e che possono derivare dalla presenza di scarichi civili abusivi come da pratiche agricole inidonee che utilizzano eccessivi quantitativi di sostanze fertilizzanti e fitofarmaci.
L’Associazione italiana medici per l’ambiente sezione di Viterbo, anche  in relazione alle conclusioni del recente convegno promosso sul tema: L’ecosistema del lago di Vico: problematiche generali in relazione alla potabilità e salubrità delle sue acque”, propone alcuni interventi sulle criticità individuate.


Proposte di intervento alle Amministrazioni comunali

La garanzia della potabilità e salubrità delle acque
Le acque provenienti dal lago come tutte le acque destinate a consumo umano devono subire un processo di   trattamento in relazione alla loro classificazione secondo quanto stabilito dal DPR 515/82.
Infatti  sono previsti per legge differenti tipi di trattamento a seconda delle caratteristiche delle acque come riportato nella tabella sottostante:
 
Categoria  Trattamento
A1 Trattamento fisico semplice e disinfezione
A2 Trattamento fisico e chimico normale e disinfezione
A3 Trattamento fisico e chimico spinto, affinazione e disinfezione

Tutte le fasi del trattamento devono essere rispettate al fine di ottenere acque pulite e salubri. Nei potabilizzatori comunali di Ronciglione e Caprarola, oltre al trattamento previsto in relazione alla classificazione delle acque del lago, devono essere utilizzati sistemi  di  abbattimento e filtraggio adatti ad impedire il passaggio, nelle acque destinate alla popolazione, delle alghe e in particolare dell’alga tossica Plankthotrix rubescens e della sua microcistina (attualmente  solo nel potabilizzatore di Caprarola  sono in funzione filtri a carbone attivo con questa funzione).  I potabilizzatori dei comuni di Caprarola e Ronciglione  dovranno essere dotati  inoltre di impianti  di dearsenificazione così come quelli di tutti quei comuni della nostra Provincia che presentano analogo problema.
Deve essere  predisposta necessariamente  una  regolare manutenzione di tutto il sistema di potabilizzazione e periodiche verifiche ed ispezioni da parete degli Enti preposti.
La documentazione relativa alla gestione, manutenzione ed ispezione  dei potabilizzatori deve essere sempre resa disponibile, nei tempi e nei modi prescritti dalle vigente leggi, alla consultazione dei  cittadini e alle associazioni che ne facciano richiesta; questo a garanzia del diritto all’informazione e a riprova di una gestione corretta   e sicura  del sistema di potabilizzazione, premessa indispensabile per la tutela della salute pubblica.

Controllo degli  scarichi civili abusivi
Per il risanamento del lago e per ridurre anche l’apporto di nutrienti all’alga Plankthotrix rubescens  è indispensabile che sia eliminato ogni scarico civile abusivo e pertanto è necessario un rapido  censimento  ed un controllo obbligatorio di tutte le utenze civili presenti in prossimità del lago da parte delle amministrazioni comunali di Ronciglione e Caprarola.

Individuazione di fonti alternative di approvvigionamento idrico
Poiché il lago di Vico è  un sistema idrico aperto e quindi  costantemente vulnerabile ed aggredibile da  molteplici ed eterogenei fattori  d’inquinamento, sia esogeni che endogeni, è necessario progettare, in tempi brevi,  la realizzazione di fonti alternative di approvvigionamento idrico: pozzi che dotati di dearsenificatori  possano fornire acqua di migliore qualità e maggiore sicurezza  con un più facile e meno costoso processo di potabilizzazione.

Le pratiche agricole
Al fine di un complessivo risanamento dell’ecosistema del lago di Vico andranno introdotte al più presto  idonee pratiche agricole che prevedano la riduzione sostanziale dell’uso di fertilizzanti e fitofarmaci anche attraverso nuove ordinanza comunali, e nell’immediato futuro occorrerà  pensare ad un progetto di riconversione alla coltivazione biologica di tutta l’area circostante il lago.

L’informazione alla popolazione
Dovranno essere ricercate ed attuate, come previsto sempre dal D.L.31/2001, anche congiuntamente alla Asl di Viterbo, forme di informazione efficace (manifesti, comunicati stampa, incontri pubblici etc.), rivolte alla popolazione circa lo stato e la qualità delle acque erogate dai pubblici acquedotti e soprattutto in occasione di ordinanze comunali che ne vietano l’uso potabile e quindi anche l’uso nei pubblici esercizi, nelle mense scolastiche e nelle industrie alimentari locali.
*
Proposte di intervento alla Asl  di Viterbo

Per assicurare acque pulite e salubri alle popolazioni, il monitoraggio della potabilità  delle acque, dopo processo di potabilizzazione, dovrebbe avere una frequenza più intensa e costante comprensiva ogni volta  di tutti i parametri previsti nel D.L.31/ 2001 anche con ricerche supplementari; e  in particolare dovrebbe essere intensificata nei periodi di fioritura dell’alga Plankthotrix rubescens anche con  campionature settimanali. Il monitoraggio dovrà sempre garantire la corretta e certa tipizzazione dell’eventuale presenza dell’alga Plankthotrix rubescens e della concentrazione della sua microcistina tossica e questo particolare monitoraggio dovrà continuare ad essere affidato esclusivamente ad Enti pubblici.
In considerazione poi degli elevati livelli di arsenico costantemente al di sopra dei valori stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che indica con il valore 0  il valore auspicabile per l’arsenico nelle acque potabili e come accettabile solo transitoriamente il valore di 10 microgrammi litro, si  propone un monitoraggio più frequente di questo parametro  da parte della Asl di Viterbo. 
Più fattori inquinanti e di tipo cancerogeno presenti nelle acque del lago di Vico: l’arsenico, i fitofarmaci e fertilizzanti e la microcistina prodotta dall’alga Plankthotrix rubescens, possono agire in sinergia. 
E’quindi necessario  che sia rispettato e applicato il Principio di Precauzione che consiste nel caso specifico in un  monitoraggio più  frequente e costante di queste sostanze nelle acque provenienti dal lago così da  evitare l’esposizione  della popolazione e in particolare di bambini, donne in gravidanza e  malati a queste sostanze riconosciute come dannose per la salute umana.
Molte specie ittiche, che vivono nel lago di Vico e che sono destinate a consumo alimentare, accumulano le micriocistina prodotta dall’alga Plankthotrix rubescens nelle strutture muscolari e nei visceri.
La microcistina non è termolabile e quindi nelle fasi di cottura non viene distrutta.
Al fine della tutela della salute pubblica il Servizio veterinario della ASL di Viterbo dovrà garantire  un più frequente  monitoraggio dell’eventuale accumulo della microcistina nei pesci, indicare le specie ittiche studiate e fornire una costante e diretta comunicazione dei risultati delle analisi agl’Enti preposti, alla popolazione, agli esercizi pubblici e commerciali.

A margine di queste brevi  indicazioni di intervento, l’Associazione italiana medici per l’ambiente sezione di Viterbo ritiene che le azioni per il risanamento delle condizioni del lago di Vico e per la tutela della salute pubblica debbano esercitarsi attraverso diversi livelli di intervento e  soprattutto con una più forte sinergia di azione e collaborazione tra i diversi enti coinvolti: le Amministrazioni dei Comuni di Caprarola e Ronciglione, della Provincia di Viterbo, della Regione Lazio,  l’Università della Tuscia, l’Istituto Superiore di Sanità, la Riserva del lago di Vico, l’Arpa Lazio, l’Asl di Viterbo con il suo Dipartimento di Igiene e Prevenzione e servizio Veterinario, il Corpo Forestale dello Stato, le Associazioni scientifiche, le Associazioni dei coltivatori e dei cittadini.
 In tal senso e di sicura importanza e utilità  è stata l’istituzione di un tavolo tecnico da parte dell’Assessorato all’ambiente della provincia di Viterbo.  Pertanto  si auspica un calendario di incontri più frequente di questo organismo tecnico, in modo da valutare ogni volta  i programmi d’intervento congiunti, i risultati raggiunti e gli obiettivi da conseguire, cosi da fornire un’ampia e corretta informazione anche alle associazioni e ai cittadini.

dottoressa Antonella Litta
referente per Viterbo dell’Associazione italiana medici per l'ambiente – Isde (International Society of Doctors for the Environment-Italia

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