CAPALBIO-GROSSETO (UNONOTIZIE.IT) Trentadue anni fa, a inizio primavera, nasceva a Capalbio il movimento antinucleare che, alcuni anni dopo, avrebbe promosso il referendum popolare per la chiusura delle centrali atomiche italiane e dato impulso alla sospensione dei programmi nucleari degli altri paesi.

 

Siamo nel 2009: è tornata l'emergenza nucleare in Maremma; le lobby energetiche hanno imposto al Governo di irridere la volontà degli italiani che nel 1987 coniugarono ragione, emozioni e buon senso e dissero no alle centrali.

 

Per carpire un consenso distratto oggi si usano definizioni ad effetto come “nucleare di terza generazione”, parole nuove per una tecnologia vecchia.

 

Il segretario dell' Associazione Nucleare Italiana, in una recentissima intervista ha dichiarato che il nucleare di terza generazione, a parità di uranio impiegato, si differenzia dal precedente per il fatto che produce il 15% in più di energia, costa il 15% in meno e riduce in parte la radioattività che colpisce quanti lavorano nelle centrali; praticamente un lifting; è sufficiente poi cercare in Internet il parere di esperti autorevoli, che non risultino sul libro paga delle lobby energetiche, per comprendere che nulla è cambiato per quanto riguarda le scorie e gli incidenti nucleari.

 

Insomma un'altra sòla.

 

Purtroppo la Maremma oltre la questione nucleare deve affrontare altre emergenze, come la centrale a carbone di Civitavecchia, in corso di completamento e l'autostrada A12 fortemente voluta dal ministro Matteoli.

 

Monumenti all'insipienza umana e cartina di tornasole del distacco, dei professionisti della politica, dalla gente.

 

I decisori politici, a tutti i livelli, si muovono dentro partiti incapaci di ascoltare il battito dei cuori e il respiro delle persone.

 

I decisori politici vedono solo due cose: i soldi e la rielezione; sono in genere molto sensibili alle grandi opere che generano lucrosi guadagni per gestori e concessionari e garantiscono ossigeno per i partiti; e alle popolazioni locali i danni.

 

Grazie alla complicità dei decisori politici vengono esternalizzati la maggior parte dei costi.

 

Ad esempio il costo del chilowattora per il gestore della centrale a carbone di Civitavecchia è di circa 5,5 eurocent e nessun decisore politico lascia affiorare il fatto che ci sono altri 10 eurocent di costi occulti, che il carbone porta con sé come spese sanitarie per i futuri malati e come danno  all'ambiente e all'economia agricola e turistica.

 

Un ragionamento analogo si può fare per l'autostrada A12.

 

Una ricerca sviluppata nel 2006 dall'Università di Brescia indica che l'incremento della velocità massima, dai 90 km/h dell'Aurelia ai 130 km/h dell'autostrada, fa mediamente raddoppiare gli inquinanti emessi dai motori.

 

Si aggiunga poi che per fare cassa il flusso veicolare aumenterà di 2 volte e mezzo, dagli attuali 16.000/18.000 a 40.000/45.000 al giorno, con una forte deviazione del traffico dell'autostrada Milano-Roma verso la A12.

 

Quale decisore politico s'è preoccupato di sapere che cosa succede sommando gli inquinanti dell'autostrada a quelli emessi dalle centrali elettriche, dal porto di Civitavecchia e da tutte le porcherie che menti criminali hanno in serbo per questo territorio e i suoi “miti” abitanti?

 

Alla Festa di Capalbio, a Borgo Carige,  si è  parlato molto di autostrada, ma la vertenza è unica e si chiama “Vertenza Maremma”.

 

Una festa per cercare e trovare uno spirito di gruppo ascoltando persone autorevoli e   preparando una strategia comune per affrontare le malvagità riservate a questo territorio.

 

Comitato dei Cittadini Liberi

 

                                                             

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