ROMA (UNONOTIZIE.IT) Il decreto che il Cdm si appresta a votare in materia di edilizia rappresenta lo scardinamento del sistema ambientale, urbanistico del nostro territorio che avrà conseguenze gravissime e irreversibili sull'equilibrio complessivo delle risorse naturali del paese con danni economici e sociali.

 

Cercheremo di spiegare perché questo decreto è un atto di pirateria ambientale:

 

I dati Istat elaborati dal CRESME indicano in 9 milioni e mezzo gli edifici potenzialmente interessati dagli interventi previsti dal decreto che il governo si accinge ad approvare.

 

Sono essenzialmente le villette e le abitazioni uni e bifamiliari, che hanno una superficie media di 260 metri quadri.

 

Un ampliamento del 20% comporterebbe secondo il CRESME una crescita della superficie abitabile di 490 milioni di metri quadrati.

 

Con un costo di realizzazione di poco superiore ai mille euro al metro quadro, e stimando prudenzialmente che solo uno ogni dieci proprietari sfrutti l'occasione.

 

Queste superfici, ovvero i 490 milioni di metri quadri, trasformate in cubatura diventano 1,5 miliardi di metri cubi in più che si potrebbero realizzare per effetto del provvedimento. E' un calcolo semplice perché è sufficiente moltiplicare per l'altezza , 3 m, per ottenere il volume complessivo.

 

Il dato è incredibile e pauroso è come se 2 città e mezzo come Roma venissero costruite ex- novo in Italia.

 

Roma infatti ha un costruito di circa 680 milioni di metri cubi. Dato che fa capire quanto sia irresponsabile questa proposta che farà saltare gli standard urbanistici con una diminuzione verticale della qualità della vita nelle città.

 

L'aumento di cubatura per le abitazioni già esistenti determinerà quel disordine urbanistico, No Sprawl, che in altri paesi d'Europa viene rigorosamente contrastato.

 

La ricorsa agli aumenti di cubatura determinerà una modificazione dell'estetica delle nostre città già fortemente compromessa dal lassismo nei controlli di molte amministrazioni comunali.

 

In assenza di regole aumenteranno i conflitti di vicinato con un aggravio forte alla macchina della giustizia.

 

La sostituzione del permesso di costruire con la certificazione giurata è di fatto il via libera indiscriminato alla cementificazione, in un paese come l'Italia dove i controlli non sono mai stati adeguatamente esercitati da molte amministrazioni comunali che al contrario hanno avuto comportamenti omissivi.

 

Del resto l'attenzione di Berlusconi nel campo dell'edilizia risale sin dal suo primo secondo governo con i condoni edilizi.

 

E tra la furbizia tipicamente italiana del detto "fatta la norma trovato il raggiro" e le proposte del presidente del consiglio Berlusconi ci sono singolari assonanze e coincidenze.

 

Ad esempio con il primo condono edilizio (1994) fu inserita la norma che non potevano essere sanati gli immobili con una superficie superiore di 750 mc.

 

Ma con un sub emendamento del governo che diceva " il limite di cui sopra non si applica per le concessioni annullate in sede giurisdizionale" fu trovata la possibilità di non applicare quel limite.

 

Questa furbizia ha consentito a mega palazzi per circa 3 milioni di metri cubi costruiti in zone verdi di proprietà dei più grandi costruttori e finanzieri d' Italia di essere sanati.

 

L'Italia dell'assenza delle regole ha porta anche a questo a vedere sanati immobili costruiti su aree destinati a parco pubblico come accaduto a Roma nelle Terrazze del Presidente.

 

Berlusconi comunica al paese che questo provvedimento distribuirà ricchezza ma in realtà sottrarrà al paese una quantità incredibile di risorse naturali, con forti conseguenze sociali e economiche.

 

Il combinato disposto tra aumento della superficie del 20% e la sostituzione del permesso a costruire con la perizia giurata porta ad un aumento vertiginoso del consumo di suolo con relativo aumento dei costi per le opere di urbanizzazione.

 

Un eminente specialista, Richard Burchell, ha elaborato uno studio in base al quale una “crescita controllata” dal punto di vista urbanistico fa risparmiare un 25 per cento dei suoli (senza che l’attività edilizia ne risenta), 12,6 miliardi di dollari di risorse e allacciamenti idrici, fognature,ecc.(con la Villettopoli italiana tali l’acqua viene invece dissipata), un 11,8 per cento nelle infrastrutture stradali, un 7 per cento nei costi dei servizi locali e un 6 per cento nei costi di sviluppo immobiliare.


Già nel 1998 l’allora ministro per l’Ambiente, Angela Merkel, oggi Cancelliere, pose l’obiettivo di una riduzione quantitativa dell’occupazione di suolo libero a fini urbani fissando la soglia a 30 ettari al giorno, cioè ad un quarto dei consumi in atto.

 

Obiettivo ripreso dal successivo governo rossoverde.

 

E in Germania il consumo di suolo viaggiava allora al ritmo di 120 ettari al giorno, cioè di 43-44.000 ettari all’anno, un sesto appena dei nostri consumi più recenti.

 

Certo, il modello inglese di risparmio del suolo (confermato in una recente bella intervista da sir Richard Rogers gran consulente di Tony Blair in questa e in altre materie) è il più antico e collaudato essendo il Regno Unito, del resto, il Paese nel quale è stata più forte e precoce la diffusione urbana.

 

Ma l’allarme per l’erosione dei suoli liberi e/o agricoli venne fatto suonare oltre Manica già negli anni ’30 del ‘900 e si concretizzò nel 1946 col New Towns Act e l’anno seguente col Town and Countries Planning Act, con la individuazione delle “green belts”, cioè delle cinture verdi.

 

Per cui dalla punta di 25.000 ettari consumati in dodici mesi negli anni ‘30 (un’inezia paragonata alle nostre 3 cifre) Inghilterra e Galles sono scesi ad appena 8.000 ettari annui nel decennio 1985-96.

 

Molto di più di quanto consuma la Sicilia ogni anno.

In Italia la campagna diventa così periferia urbana.

 

Negli ultimi 15 anni in Italia sono andati distrutti oltre 3.663.000 mila ettari di cui 2 milioni di ettari di superfici agricole, una distruzione di suolo pari a 244.000 ettari l'anno. Un dato che sarà destinato ad aumentare vertiginosamente con l'entrata in vigore del provvedimento che stimiamo in un aumento del 2 % del consumo di suolo in particolare per effetto della perizia giurata.

 

Ciò che non viene considerato sono gli effetti ambientali sul territorio del provvedimento che sono catastrofici:

 

Il consumo del cemento aumenterà sino a raggiungere il picco di 220 milioni di tonnellate per soddisfare ad esaurimento la domanda relativa solo all'ampliamento del 20%. In termini pratici cosa significherà tutto ciò ?

 

Vorrà dire aumento del consumo di cemento, sabbia, acqua impressionante pari 4 volte a quello attuale nel campo dell'edilizia.

 

L'Italia è già al primo posto in Europa, insieme alla Spagna, nella produzione di cemento con 47 milioni di tonnellate/anno. Prendendo come punto di riferimento i 490 milioni di metri quadri di superficie calpestabile in più ,per soddisfare l'aumento di cubatura previsto servirebbero inoltre 800 milioni di tonnellate di sabbia e ghiaia per realizzare il calcestruzzo.

 

Aumenterà il consumo di acqua necessario per garantire un aumento di una simile produzione di cemento pari a 30 milioni di metri cubi di acqua.

 

Conseguentemente a ciò assisteremmo ad un aumento dell'apertura delle cave e prelievo di sabbia dai fiumi, con conseguente di distruzione di montagne, boschi, aree agricole.

 

Quante cave saranno necessarie per soddisfare l'aumento di domanda del cemento ?

 

I dati disponibili al 2007 evidenziano come le sole cave di ‘inerti’ siano, su tutto il territorio nazionale, circa 5.725, di cui gli inerti da costruzione costituiscono oltre il 60% su un totale di circa 375 milioni di tonnellate prodotte.

 

All’interno di questa categoria sono compresi sia i materiali cavati da depositi ‘sciolti’ (o non litoidi) per circa il 60%, ovvero le sabbie e le ghiaie, sia quelli che derivano dalla frantumazione di depositi ‘compatti’ o litoidi per il restante 40% .

 

I materiali impiegati per la produzione di ‘leganti’ (soprattutto calcare per cemento e calce, e gesso) rappresentano il 20% del totale.

 

Le Pietre da taglio e i marmi sono circa il 10% del totale. Per garantire la produzione di cemento tale a soddisfare la domanda che si determinerà per effetto del provvedimento si dovrà arrivare a più che il raddoppio delle cave già esistenti in Italia.

 

E' bene ricordare che i dati relativi al 2007 conferiscono una produzione di 800 Kg per abitante /anno di cemento in Italia a fronte di una media europea di 600 Kg. 45 milioni sono le tonnellate di rifiuti edili che in base al dato 2007 sono state prodotte, dato anche questo destinato a quadruplicarsi.

 

Gli effetti del decreto sul protocollo di Kyoto:

 

L'aprire la liberalizzazione nel settore dell'edilizia avrà effetti immediati anche nell'applicazione del protocollo di Kyoto, sia dal punto di vista energetico che dei processi produttivi legati al ciclo del cemento relativi alle emissioni di gas climalteranti e di inquinanti.

 

Per ogni tonnellata di cemento prodotta si emettono 0,89 Tonnellate di Co2. Allo stato attuale il settore dell'edilizia incide nella misura dell' 8 % nel totale delle emissioni di Co2, ma questo dato potrebbe arrivare a toccare e superare quota 15 %.

 

L'emissione in atmosfera di Pm10 dovute ai processi di combustione per la produzione del cemento si assesta alle attuali produzioni intorno alle 2600 tonnellate/anno. Con l'entrata in vigore del provvedimento e il conseguente aumento della produzione di cemento l'emissione di Pm10 in atmosfera passerebbe a 8.000 tonnellate l'anno.

 

L'emissione più complessiva delle polveri è maggiore se consideriamo l'aspetto legato al trasporto e trattamento dei materiali.

 

Questi dati per effetto del decreto sono destinati ovviamente anche qui ad aumentare verso cifre insostenibile sul piano ambientale e sanitario.

 

Il fabbisogno energetico necessario per la produzione del cemento e’ notevole in considerazione delle elevate temperature da raggiungere nel forno di cottura (1500 °C), dell’energia elettrica necessaria per macinare il prodotto .

 

In conclusione il Governo non ha valutato minimamente gli effetti sulle risorse naturali, sull'ambiente e i costi economici delle urbanizzazioni che ricadrebbero sulla collettività come conseguenza di questo processo di vero e proprio Far west nel campo dell'edilizia.

 

Il problema non è la finestra in più o meno e le procedure semplificate, ma il disprezzo delle regole urbanistiche che sono alla base di una crescita civile.

 

Non sono pochi infatti gli studi scientifici che mettono in relazione l'aumento della devianza sociale anche con il disordine urbano.

 

Il disordine urbano non favorisce la crescita e il benessere sociale di una comunità.

 

Al contrario aumenta i particolarismi e gli egoismi.

 

Sono questi effetti devastanti ed usiamo questa parola non per fare catastrofismo .

 

 

Angelo BONELLI

ex capogruppo Verdi Camera deputati

 

 

 

PRODUZIONE DI CEMENTO IN EUROPA 2007 (in milioni di tonnellate)

 

 Spagna         48,0

 Italia             47,5

 Scandinavia 35,77

 Germania     33,40

 Francia         21,54

 Regno Unito 12,01

 Benelux        11,03

 Austria           4,03

 Altri UE         10,16

 Turchia         41,26 

 

Fonte: Associazione Europea del Cemento

 

Produzione cemento pro-capite per abitante - anno 2007

 

Nord                         831 Kg

Centro                      801 Kg

Sud                           701 Kg

Isole                         792 Kg

Media                       804 kg

Media europea          630 Kg

Commenti

  nessun commento...
add
add

Altre News Attualità

TV, Osvaldo Bevilacqua e Sergio Cesarini promuovono Viterbo

Osvaldo Bevilacqua, giornalista detentore dal 2015 del Guinness World Records TV per il Travel...

Bolzano, Loacker: dolce ricetta aziendale dalla squisita bontà famigliare

Sostenibilità significa avere uno stile di vita rispettoso delle risorse a disposizione, in grado...

DOBBIAMO MOLLARE? /riflessioni su TarquiniaCittà di Luigi Daga. Cita le infiltrazioni mafiose a Tuscania

A seguire l\'articolo scritto 15 anni fa da Luigi Daga sul giornale Tarquinia...

VITERBO: A PIEDI DAL QUARTIERE RESPOGLIO ALLA QUERCIA ATTRAVERSANDO LO STORICO PERGOLATO

Attualmente a Viterbo il quartiere Respoglio è collegato a La...

Domenica 3 dicembre gratis a Palazzo Farnese di Caprarola e Villa Lante

Un’occasione da non perdere per visitare Villa Lante il meraviglioso parco con i suoi giardini...

Tuscia, a Viterbo prende forma la prima Comunità Energetica locale

È stata costituita a Viterbo, su iniziativa di un gruppo di cittadini, la Comunità Energetica...

Mega-antenna vicina alla storica Basilica della Quercia a Viterbo

Uno scempio contro il paesaggio di Viterbo e i suoi pregevoli monumenti, e un rischio per la...