MILAZZO -MESSINA (UNONOTIZIE.IT)
Ancora una volta il diritto di autodeterminazione dei Cittadini del Comprensorio del Mela è stato vanificato grazie alle lobby politico-imprenditoriali che trovano modo per progettare ed avviare i processi autorizzativi senza dare le corrette informazioni ai Cittadini. Infatti solo grazie alle notizie di stampa che, come sempre ormai, precedono qualsiasi fase di pianificazione di progetti riguardanti il territorio, si viene a conoscenza di piani di ulteriore industrializzazione pesante a carico del Comprensorio.
I Cittadini di Pace del Mela organizzano giustamente riunioni e manifestazioni per opporsi ai progetti di capannoni dell’ESI di Contrada Gabbia e, nel frattempo, i Sindaci di Milazzo e San Filippo del Mela non rendono adeguatamente pubblici i progetti presentati dalla Raffineria di Milazzo per la costruzione della seconda “bomba ad idrogeno” nell’area del Mela. Il territorio del Mela, già penalizzato e fin troppo martoriato, è vittima di interessi che non tengono in considerazione degli elementari diritti alla salute, alla sicurezza ed alla vivibilità dei Cittadini. Che una volta per tutte gli amministratori locali (impossibile definirli “politici” poiché non si preoccupano minimamente dei diritti delle “polis”-città) abbiano il coraggio di dire pubblicamente che il nostro destino è quello di avere unicamente “VOCAZIONE INDUSTRIALE”.
Crediamo soltanto che ci siano ipocrisia e malafede nell’illudere i Cittadini che possano convivere altre possibili risorse vocazionali come il turismo, l’agricoltura e/o il commercio.
Poiché è iniziato il finto processo democratico che illude i Cittadini che possano avere il diritto di scelta presentando anche corpose osservazioni contrarie per ulteriori industrializzazioni pesanti agli Organi competenti, ISDE e WWF ritengono come unica strada percorribile quella della mobilitazione popolare.
I Cittadini devono scegliere perché “scegliere significa vivere”.
In più occasioni abbiamo ribadito i concetti che:
1) Il sito industriale di Milazzo/Giammoro/San Filippo del Mela rappresenta un’area ad elevato rischio incidentale ed ambientale. In tale area sono localizzate diverse industrie a rischio di incidente rilevante ed in trent’anni di massiccia industrializzazione la popolazione non è mai stata messa al corrente dei piani di emergenza esterni (Direttiva Seveso I e II);
2) l’area del Mela è stata riconosciuta a livello nazionale come “area critica ad elevata concentrazione di attività industriali”, ai sensi dell’articolo 13 del D.Lgs. 334/99;
3) Va ricordato il D.M. 9 maggio 2001, n. 151 (“Requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione urbanistica e territoriale per le zone interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevante”) che, in attuazione dell’articolo 14 del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334, “stabilisce requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione urbanistica e territoriale per le zone interessate da stabilimenti soggetti agli obblighi di cui agli articoli 6, 7 e 8 del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334, con riferimento alla destinazione ed all’utilizzazione dei suoli, al fine di prevenire gli incidenti rilevanti connessi a determinate sostanze pericolose e a limitarne le conseguenze per l’uomo e per l’ambiente e in relazione alla necessità di mantenere opportune distanze di sicurezza tra gli stabilimenti e le zone residenziali per:
a) insediamenti di stabilimenti nuovi; b) modifiche degli stabilimenti di cui all’articolo 10, comma 1, del decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334; c) nuovi insediamenti o infrastrutture attorno agli stabilimenti esistenti, quali ad esempio, vie di comunicazione, luoghi frequentati dal pubblico, zone residenziali, qualora l’ubicazione o l’insediamento o l’infrastruttura possano aggravare il rischio o le conseguenze di un incidente rilevante”.
A Contrada Gabbia abbiamo dichiarato che l’unica soluzione è quella di smantellare l’ASI perché finalmente i Comuni possano riappropriarsi dei propri territori e, quindi, siano in grado di auto determinare le scelte vocazionali. Nel ribadire questa posizione si CHIEDE di dire “NO ad ulteriore industrializzazione”!
Referente Provinciale ISDE Italia
Dr. Giuseppe Falliti
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