E’ Lello Arena il protagonista assoluto della serata di venerdì 1 agosto (ore 21,15) al teatro romano di Ferento. Lello Arena è interprete e regista di ‘O Cunto d’o Surdato traduzione in lingua napoletana de L’Histoire du Soldat di C.F. Ramuz a cura di Lello Arena, musica di Igor Stravinskij, con Yari Gugliucci, Bianca D’Amato, Barbara Giordano. Orchestra dal vivo composta da otto elementi diretta da Orazio Tuccella.

 

‘O Cunto d’o Surdato nasce dall’idea di accostare tra di loro elementi culturali e musicali profondamente affini, sia sul piano emotivo che sul piano storico.

Napoli: una città che più d’ogni altra sa che cos’è la guerra o meglio cosa sono le guerre, e che meglio d’ogni altra al mondo racconta, oggi come allora, con le sue strade, con la sua gente, con la sua malinconia, l’intollerabile inutilità di tutte le guerre.

 

La musica di un grande maestro, Igor Stravinskij che ha voluto spesso descrivere Napoli con le sue note aggiungendo magia, mistero, leggende e nuovi miti ad un luogo già unico al mondo.

Napoli, che si dice sia, fra le mille altre cose, anche una delle case del Diavolo che, nelle sue viscere nere ed infuocate di lava, pensa, trama ed escogita nuove irresistibili tentazioni per il nostro soldatino.

Che somiglia a mille altri soldati che, per Napoli, sono passati.

Alcuni lasciandoci il cuore, altri l’anima, e qualcuno la vita stessa.

E la bella, misteriosa, irraggiungibile, magica principessa di cui lui si innamora dove potrebbe vivere se non a Napoli?

 

Una storia, quella del soldato, che manca a Napoli come Napoli, con i suoi abissi ed i suoi paradisi, con la sua allegria e la sua disperazione, con le sue bestemmie e le sue preghiere manca a questa storia che, da sempre, sembra sia stata scritta apposta da lei. E Napoli, come sempre donna bellissima ma irraggiungibile, non si lascia possedere da questa storia, ma, semplicemente, la desidera rendendola oggetto di una passione immensa, una passione che la trasforma fino al punto di farla diventare una nuova storia mai raccontata prima d’ora.

Questo nuovo allestimento, che ha debuttato al Teatro Stabile dell’Aquila il 3-4 ottobre 2007.

 

Grazie alla nuova lettura ed alla regia di Lello Arena, lo spettacolo, pur restando fedele all’originale, recupera la componente fantastica della favola russa che ha ispirato l’autore del testo restituendo alla messa in scena tutti gli elementi di gioco e di divertimento propri della sua tessitura drammaturgica.

Nella stessa linea di pensiero si inserisce la lettura pirotecnica della partitura musicale voluta dal Maestro Orazio Tuccella che, alla guida dei funambolici solisti dell’Officina Musicale, ben racconta ogni emozione voluta dall’autore.

La serata inizia con un’esilarante introduzione di Lello Arena che, spettacolo nello spettacolo, si da un gran da fare per guidare gli spettatori verso l’inizio del racconto nel quale poi ricoprirà il ruolo del narratore.

 

Quando finalmente avrà sfogato la sua indiscussa verve comica, a tutto vantaggio del pubblico, darà il via a questa meravigliosa favola dove i sogni, le paure, i desideri e le speranze di tutti porteranno in una dimensione nella quale forse solo siamo stati da bambini, quando qualcuno decideva di raccontarci una favola, ora divertendoci, ora spaventandoci a morte ora emozionandoci fino alle lacrime.

In questa edizione, diversamente da quelle più a buon mercato, nelle quali solo il narratore racconta la storia interpretando tutti i personaggi, ogni ruolo è ricoperto da un attore ed anche l’ensemble musicale è esattamente quello voluto da Stravinskij per l’allestimento originale.

 

La nuova traduzione in lingua napoletana porta una ventata di aria nuova ad un testo che, da sempre, è uno dei grandi classici del teatro.

I riflessi ed i sapori che si ottengono dalla sovrapposizione di queste due grandi tradizioni popolari permettono una lettura agevole della piéce sia da parte di un pubblico che si accosta per la prima volta a questo testo, come pure, per i suoi riferimenti mitologici e misterici, dello spettatore più esigente e smaliziato.

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