Santa Rosa a Viterbo e la Macchina di Santa Rosa -
Il trasporto della Macchina di Santa Rosa, che si svolge ogni anno la sera del 3 settembre a Viterbo, è la festa viterbese per antonomasia.
La Macchina di Santa Rosa è stata ancora una volta, nel 2009, come lo sarà il 3 settembre 2010, una manifestazione unica al mondo e quasi indescrivibile per la sua spettacolarità.
Attraverso la Macchina di Santa Rosa gli abitanti di Viterbo rievocano la loro patrona, la giovane Rosa, vissuta nel XIII secolo.
Le cronache antiche narrano che i viterbesi, per manifestare la propria fede religiosa, organizzavano spesso processioni con baldacchini ed altari votivi, riccamente abbelliti con stoffe pregiate e fiori, portati a spalla dai fedeli e seguiti dal clero, dalle autorità e dalle varie corporazioni.
Mutuando un termine dal teatro classico greco, tutto questo apparato veniva chiamato “macchina”.
Notizie sulla macchina di Santa Rosa: le prime notizie sulla Macchina di Santa Rosa parlano di una semplice esedra, sorretta da uno zoccolo e contenente il simulacro della Santa, con cui si voleva ricordare la traslazione del corpo della giovane, non ancora canonizzata, avvenuta lo storico 4 settembre 1258 per volere di Papa Alessandro IV.
Il Pontefice, dopo aver assistito all’esumazione del corpo, seguì la processione dalla chiesa di Santa Maria in Poggio (l’attuale chiesa della Crocetta), dove era stata inizialmente sepolta, al monastero di San Damiano, dove oggi sorgono il convento e la chiesa a lei dedicati.
In quell’occasione il corpo della fanciulla venne portato a braccia da quattro cardinali, seguito da una gran folla. Solo due secoli più tardi, nel 1457, venne riconosciuta ufficialmente la santità di Rosa.
Nel 1512 un decreto cittadino istituì la festa del 4 settembre e stabilì di rievocare la traslazione del 1258 con un’annuale solenne processione che assunse nei secoli dimensioni sempre più colossali.
Da qui ebbe origine il trasporto della Macchina di Santa Rosa.
Purtroppo la scarsità di notizie non ci permette di seguire la lenta evoluzione che trasformò l’iniziale baldacchino nella prima Macchina di cui abbiamo certa testimonianza e che risale al 1654.
A giudicare da un disegno pervenutoci, comunque, le Macchine del XVII secolo non erano particolarmente imponenti, ma manifestavano già una tendenza allo sviluppo verticale che diventerà col tempo una peculiare caratteristica.
Erano costituite infatti da due corpi sovrapposti, lo zoccolo di base e l’esedra dove era posta la statua, tra i quali successivamente vennero interposti altri, accrescendo sempre più l’altezza della costruzione.
Il movimento ascensionale che ha portato all’altezza attuale di 30 metri ha attraversato diversi momenti e diversi stili, in prevalenza il gotico che meglio di tutti riesce ad esprimere l’innalzamento dell’anima verso il cielo simboleggiato dalla Macchina.
I vari modelli succedutisi negli anni sono stati il frutto della creatività di geniali costruttori.
Tra tutti ricordiamo Spirale di Fede, la prima Macchina progettata da una donna, Maria Antonietta Palazzotti Valeri, perchè ebbe l’onore di effettuare due trasporti eccezionali: nel luglio del 1983 per celebrare il 750° anniversario della nascita di Santa Rosa, e nel maggio dell’anno seguente per coronare degnamente la visita a Viterbo di Papa Giovanni Paolo II.
Il modello nuovo di quest’anno, che ha sfilato giovedì 3 settembre 2009 per le vie buie del centro storico di Viterbo, si chiama "Fiore del Cielo" ed è ideata dall’architetto e designer Arturo Vittori.
Il 3 settembre del 2009, dunque, è stata una giornata speciale per i viterbesi, ma anche per le moltitudini di turisti attirati in massa ogni anno, e ancora di più per i facchini che dal 1978 sono riuniti in sodalizio.
Elisa Ignazzi
- Uno Notizie Tuscia - Viterbo -
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