Mentre il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, si trova a Copenaghen insieme a Lula, Zapatero e al Primo Ministro giapponese Hatoyama per sostenere la candidatura di Chicago ai prossimi Giochi Olimpici del 2016, gli attivisti di Greenpeace hanno aperto uno striscione in cima al campanile della chiesa di St. Nicholas con scritto “Right city, wrong date”. Due di questi climber sono italiani. Chiedono ai capi di Stato di partecipare alla Conferenza delle Nazioni Unite del prossimo dicembre, sempre a Copenaghen.
 
Ventisei attivisti sono stati arrestati mentre cercavano di aprire striscioni in altri punti di Copenaghen. “Si sono mossi in quattro per sostenere una candidatura olimpica, vogliamo proprio vedere in quanti verranno a Copenhagen a salvare il clima - afferma Francesco Tedesco, responsabile Campagna energia e clima di Greenpeace.- Questo spirito Olimpico di amicizia, solidarietà e gioco di squadra è esattamente ciò di cui abbiamo bisogno al summit di Copenaghen per salvare il clima”
 
Il prossimo dicembre si dovrà trovare un accordo per salvare il Pianeta da cambiamenti climatici catastrofici. La presenza dei capi di Stato a Copenaghen è fondamentale per raggiungere un accordo di successo (1) e la vera domanda è se il Presidente Obama sarà in grado di guidare i negoziati da leader verso impegni seri ed efficaci.
 
“Se i capi di Stato non saranno in grado di raggiungere un intesa a Copenaghen, l’umanità andrà incontro a migrazioni di massa, estinzioni di specie animali e vegetali, perdita di interi ecosistemi, aumento della fame nel mondo - ricorda Tedesco. - I costi per l’economia saranno pari al 20 per cento del Pil mondiale: senza un gioco di squadra, non ci sarà alcun vincitore, ma solo perdenti”.
 
Sempre oggi, attivisti di Greenpeace a bordo della nave Artic Sunrise che da mesi naviga nelle acque dell’Oceano Artico, hanno bloccato un carico di 70mila tonnellate di carbone proveniente da miniere nelle Isole Svalbard, a 1400 Km dal Polo Nord. Gli attivisti, travestiti da capi di Stato, hanno aperto un banner con scritto “Il carbone scioglie l’Artico” per denunciare che lo sconsiderato utilizzo di combustibili fossili sta portando a un’accelerazione dei cambiamenti climatici: secondo le più recenti previsioni scientifiche i ghiacci dell’Oceano Artico spariranno già nelle estati del 2030.
 
Il carbone è la maggiore fonte di emissione di CO2 al mondo, responsabile di oltre il 40 per cento delle emissioni complessive da fonti fossili. Con il trend attuale le emissioni da carbone sono destinate ad aumentare del 60 per cento al 2030, portando il Pianeta “verso l’abisso”, come ha affermato recentemente il segretario dell’ONU Ban Ki Moon. Greenpeace chiede di avviare al più presto una “Rivoluzione Energetica” per il rapido sviluppo di tecnologie rinnovabili già oggi disponibili, mature, e in grado di coprire l’88 per cento del fabbisogno energetico europeo al 2050.

- Uno Notizie Copenaghen -

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