Premesso che,

il  lago di Vico  per la sua  bellezza e per le sue acque  rappresenta  un patrimonio naturalistico ed  una risorsa per l’intera provincia di Viterbo, in particolare per i comuni di Ronciglione e Caprarola che ne utilizzano le  sue acque anche  per uso potabile;

il suo ecosistema presenta delle criticità, ormai ben note da alcuni anni e attualmente in fase di peggioramento (processo di eutrofizzazione ), che necessitano di soluzioni efficaci, definitive e non più rimandabili;

le acque di questo lago, a causa della sua origine vulcanica sono ricche di arsenico, un elemento classificato come cancerogeno dalla Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro (I.A.R.C.) e presentano da qualche anno periodiche fioriture di un’alga denominata Plankthotrix rubescens (alga rossa);

la Plankthotrix rubescens (alga rossa) produce una microcistina dannosa per la salute delle persone ma anche per la flora e la fauna ittica lacustre;

questa microcistina è classificata, sempre dall’I.A.R.C., come elemento cancerogeno di classe 2 b;

lo sviluppo dell’alga Plankthotrix rubescens, è favorito dalla presenza di composti azotati e fosfati che le fanno da nutrimento e che possono derivare dalla presenza di scarichi civili abusivi come da pratiche agricole inidonee che utilizzano eccessivi quantitativi di sostanze fertilizzanti e fitofarmaci.

l’area circostante il lago è, tra l’altro, adibita in gran parte alla produzione di nocciole;

come documentato scientificamente, gli  effetti  delle microcistine sulle persone e gli animali possono così essere riassunti:
a) epatotossicosi acuta, per ingestione diretta,

b) polmoniti allergiche ed epatotossicosi, se respirate, ad esempio, nel corso di attività ricreative e sportive in sistemi, idrici e non, contaminati da alghe in fase di fioritura.

c) promozione di tumori, se ingerite in dosi sub-acute per diverso tempo (tumori epatici, gastrointestinali, epiteliali).

L’esposizione alle microcistine possono verificarsi anche:

a) attraverso l’ingestione di acqua potabile contaminata da alghe in fase di fioritura;

b) tramite la balneazione;

c) tramite l’inalazione di aerosol durante attività ricreative in prossimità delle aree di fioritura dell’alga;

d) con l’assunzione di alimenti trattati e realizzati con acque contaminate(la microcistina non è termolabile),

e) durante i trattamenti di emodialisi,

la fauna ittica che vive nel bacino e negli invasi contaminati è anch’essa esposta alle microcistine,e ne viene contaminata a sua volta;

gli animali che vivono in allevamenti, nel caso vengano abbeverati con acque contaminate dalle  microcistine, ne vengono contaminati a loro volta;

le specie vegetali, qualora vengano irrigate con acque contaminate dalle microcistine, ne vengono contaminati a loro volta;

la flora e la fauna, una volta contaminate da queste microcistine, possono divenire ulteriori vettori di esposizione per le persone in quanto entrano a far parte della  catena alimentare.


l’Associazione italiana medici per l’ambiente-Isde, sezione di Viterbo,  fin  dal giugno 2008 ha  più volte richiamato l’attenzione degli Enti preposti su questa situazione che può determinare  grave danno alla salute e all’ambiente;

la stessa associazione italiana medici per l’ambiente-Isde, sezione di Viterbo, ha promosso un incontro scientifico il 20 gennaio 2009  sul tema “L’ecosistema del lago di Vico: problematiche generali in relazione alla potabilità e salubrità delle sue acque”;

a questo incontro sono intervenuti  in qualità di relatori: la dottoressa Milena Bruno dell’Istituto Superiore di Sanità; il professor Giuseppe Capelli e il professor Roberto Mazza del dipartimento di Scienze Geologiche dell’Università degli Studi “Roma Tre”, responsabili dello studio sullo stato idrogeologico delle acque del lago di Vico (2007); il professor Giuseppe Nascetti, ordinario di Ecologia, prorettore dell’Università della Tuscia; la dottoressa Elisabetta Preziosi, ricercatrice dell’Istituto di Ricerca sulle Acque (IRSA-CNR);  il dottor Mauro Mocci, del Coordinamento dell’Alto Lazio dell’Isde e  la dottoressa Antonella Litta, referente per Viterbo dell’Isde;

da questo incontro sono emerse precise indicazioni circa gli interventi urgenti da avviare per il risanamento del lago e a garanzia della salubrità delle sue acque destinate a consumo umano, consistenti in:

a) nel monitoraggio più intenso e costante dello stato delle acque, della flora e della fauna, e soprattutto della microcistina nelle acque destinate a consumo umano;

b) nel più corretto ed appropriato uso dei potabilizzatori degli acquedotti comunali, che devono essere dotati di sistemi e filtri adatti ad eliminare i diversi e possibili inquinanti, come l’arsenico, i pesticidi e la microcistina tossica  prodotta dell’alga rossa;

c) nell’individuazione di fonti alternative di approvvigionamento idrico, ad esempio pozzi;

d) nell’avvio immediato delle più corrette pratiche agricole che prevedano la riduzione sostanziale dell’uso di fertilizzanti e fitofarmaci

e) nell’eliminazione di eventuali scarichi fognari abusivi.

non esistono dati certi, relativi ai processi di potabilizzazione e monitoraggio delle acque, provenienti dal lago di Vico e destinate all’approvvigionamento idrico dei cittadini di Caprarola e Ronciglione;

la totale assenza di i cittadini di Caprarola e Ronciglione vivono in uno stato di grande preoccupazione per la propria salute:-

quali iniziative intendano prendere i Ministri interrogati, per acquisire tutte le informazioni relative agli interventi finora intrapresi dalle amministrazioni comunali di Caprarola e Ronciglione, dalla ASL Viterbo, dalla Provincia di Viterbo e dalla Regione Lazio, al fine di contrastare questa situazione di gravissimo danno  dell’ecosistema lacustre ed a tutela della salute dei cittadini;
se e quali disposizioni siano state emanate per impedire l’ulteriore peggioramento delle condizioni delle acque del lago e quindi della qualità delle acque che vengono consumate dai residenti nei comuni di Ronciglione e Caprarola;

se dalla prima segnalazione della presenza dell’alga Plankthotrix rubescens nel lago, siano state poste in essere tutte le misure necessarie a tutelare la salute delle persone;

se di questa situazione è stata informata adeguatamente la popolazione, come previsto dalla vigente normativa e, quindi, se se siano stati rispettati ed attuati in modo corretto il comma 3  dell’ art.5 e  il comma 4 dell’art.10 del DL n.31 del 2 febbraio 2001“Attuazione della direttiva 98/83 CE relativa alla  qualità delle acque destinate a consumo umano”;

quali misure e dispositivi sono stati utilizzati per eliminare la microcistina dalle acque utilizzate dalle  industrie alimentari locali, in particolare nei comuni di Ronciglione e Caprarola;

quali misure e dispositivi sono stati utilizzati per eliminare la microcistina dalle acque utilizzate nei pubblici esercizi comunali, in particolare nei comuni di Ronciglione e Caprarola;

quali misure e dispositivi sono stati utilizzati per eliminare la microcistina dalle acque utilizzate dalle scuole , in particolare nei comuni di Ronciglione e Caprarola;

quali misure e dispositivi sono stati utilizzati per eliminare la microcistina dalle acque utilizzate dall’ospedale di Ronciglione;

quali siano i risultati del monitoraggio, sulla concentrazione di microcistina, nelle acque destinate a consumo umano, dalla prima segnalazione della presenza dell’alga Plankthotrix rubescens ad oggi;

quali siano i risultati del monitoraggio, sulla concentrazione di microcistina,  nelle carni dei pesci di più largo consumo alimentare e soggetti a vendita, dalla prima segnalazione della presenza dell’alga Plankthotrix rubescens ad oggi;

DOMENICO SCILIPOTI

- Uno Notizie Viterbo -

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