Ho letto con attenzione e condivisione il pregnante intervento di Renzo Trappolini in cui si evidenzia la condizione di marginalità e di rilevanza periferica che vive la nostra provincia rispetto all’egemonia romano-centrica e che, sicuramente, la recente approvazione del decreto legislativo che detta le norme transitorie per Roma Capitale, in attesa dell’attuazione della disciplina delle città metropolitane, contribuirà ad amplificare se non si progetteranno politiche di programmazione lungimiranti.
Lo sviluppo territoriale della nostra provincia non può essere considerato se non in un contesto di intervento più ampio, allargato a quelle entità limitrofe che svolgono ruoli preponderanti nell’articolazione di crescita della Tuscia.
L’ampliamento degli orizzonti, in un’ottica prospettica più concertata e includente politiche sinergiche con l’attigua provincia di Terni e l’area portuale di Civitavecchia, rappresenta l’asse portante di un modello di futuro più credibile, dal quale non può distanziarsi il nostro obiettivo di avanzamento.
L’inclusione e il coinvolgimento delle province confinanti devono essere considerati, dalle amministrazioni e dagli enti territoriali preposti, quali priorità per identificare una nuova composizione geopolitica che possa anche riequilibrare lo sbilanciamento impari di ripartizione delle risorse, fortemente gravato dalla presenza centripeta della Capitale, nella nostra Regione.
Serve, dunque, l’attivazione di un dialogo e di un’attività politica assidua con questi territori, al fine di accelerare il potenziamento infrastrutturale e tecnologico, necessario a rendere più propulsivo lo sviluppo. Bisogna, allora, ridisegnare una progettualità che sappia intercettare tali opportunità e che innalzi il ruolo della nostra provincia, troppo spesso considerata meramente teatrino ove si inscenano serate di gala e passeggiate “fuori porta” per quei rappresentanti che ambiscono ad ampliare un solo obiettivo: quello puntato sulla propria immagine.
Simonetta Badini