Potrebbe esser anche lodevole l’esercizio di ‘distinguere’ il modo d’intendere e gestire la Politica dei due rappresentanti del trapasso dalla Prima alla Seconda Repubblica: vale a dire Bettino Craxi e Silvio Berlusconi entrambi investiti da inchieste della magistratura e protagonisti di uno ‘scontro’ tra Potere Politico e Potere Giudiziale. Stranamente, in questo esercizio, troviamo politici di spicco ieri ‘a fianco’ di Craxi, come Fabrizio Cicchitto, Maurizio Copertina Pensiero nuovoSacconi, Franco Frattini, Renato Brunetta, ad esempio, ed oggi ‘a fianco’ del Cavaliere o politici ed intellettuali, di minor spicco, ieri sempre ‘a fianco’ di Craxi, come Gianni De Michelis e Massimo Pini, oggi relegati in un ‘limbo’ prossimo piu’ alla maggioranza che all’opposizione. Oppure, ancora Bobo Craxi dirigente del Psi. Stupisce, e non poco, che alcuni di costoro abbiano fatto parte nella loro militanza nel Psi di una prestigiosa ‘corrente di pensiero’, quella impersonata da Riccardo Lombardi. “Un Psi cosi’ non ha motivo di esistere”, disse con voce roca e tremante, le labbra quasi appiccicate al microfono, nel suo ultimo intervento al Cc del Psi del 30 giugno 1984, l’Ingegnere ‘acomunista’ che qualche anno prima aveva definito Craxi  ‘Fuhrerprinzip’ per come gestiva il partito. Ma ancora piu’ stupefacente ed irritante e’ la ‘censura’ dei media (basta sfogliare il Corriere della Sera o il Messaggero) nei confronti del ‘partigiano Rio’, primo prefetto di Milano liberata dal nazi-fascismo, autorevole membro della Costituente, fermo oppositore del Fronte Popolare (1948), critico intransigente del modello instaurato nell’Urss, ispiratore del primo centro-sinistra (1963) quello delle grandi e uniche riforme che modernizzarono il Paese, fautore di un ‘programma comune’ delle sinistre per arrivare ad una societa’ socialista, quella che riesce a dare a ciascuno la possibilita’ di costruirsi la propria identita’ e decidere della propria vita.

Cosi’ se Giuliano Ferrara, direttore del ‘Foglio’, (a suo tempo alla corte di Craxi oggi di Berlusconi dopo l’infanzia passata a ‘pane e Togliatti’) dileggia ‘gli azionisti ricchi’ di Liberta’ e Giustizia per la manifestazione del Palasharp di Milano, Ezio Mauro, direttore de ‘la Repubblica’, replica con ‘Il fantasma azionista’ e rivendica il ruolo e la funzione importante che ebbero gli ‘azionisti’ e cioe’ Noberto Bobbio, Ferruccio Parri, Vittorio Foa: sorvola pero’ sul segretario del Partito d’Azione, appunto Riccardo Lombardi.

Nell’esercizio di ‘distinguere’ le vicende politiche traumatiche della Prima Repubblica dalle attuali, quel nome di nuovo e’ omesso: come se Riccardo Lombardi e la sua opera politica non fossero mai esistite! E non si dica che e’ un ‘lapsus’ o una ‘dimenticanza’: non si puo’ non sapere della sua lunga e rumorosa esistenza.  L’occultamento non fa la storia, o meglio, fa una falsa storia. 

Bettino Craxi uguale a Silvio Berlusconi? Si’, per come intendono la Politica e gestiscono il Potere. I Cicchitto, De Michelis, Sacconi, Brunetta, Frattini, Pini e altri socialisti alla ‘corte’ del Cavaliere, beh, credo non abbiano titolo alcuno per erigersi a ‘professori di storia’, essendo stati loro stessi protagonisti di una delle pagine piu’ raccapriccianti della storia della Prima Repubblica.

Alla domanda: “Ha mai pensato di avere piu’ soldi?”, Lombardi rispose: “Non avrei saputo che farne. Non ho neanche una casa. A me basta poter comperare libri”. Nessuno di costoro, Craxi in testa, ha mai fatto simili affermazioni, figurarsi Berlusconi!

E neanche si puo’ dire – riproponendo Lombardi - che si cita un ‘comunista’ o un ‘filo-comunista’, perche’ contrasto’ e pesantemente per quello che gli fu possibile ‘l’egemonia culturale e politica’ del Pci, mantenendosi ‘socialista’ fino alla fine e non venendo mai meno al suo obiettivo principale: ‘riformare’ dal di dentro e non quindi con la ‘rivoluzione armata’, il capitalismo che identificava sin dagli anni ’30 nel parassitismo e nelle rendite in mano ai ‘nani’ e mediante le ‘riforme di struttura’ generare continue ‘rotture’ dello status quo perche’ il socialismo punta ad “una societa’ piu’ ricca perche’ diversamente ricca”. Altrimenti il rischio del fascismo e’ sempre incombente: “il fascismo e’ anche violenza – ammoniva nel lontano 1975 – ma finalizzata alla conservazione di certi poteri e di certi privilegi. E’ questo un giudizio essenziale per poter comprendere il fascismo di ieri ed efficacemente il ben piu’ pericoloso fascismo di oggi”.

Destreggiarsi tra due moloch, tra due Chiese, il Pci da una parte e la Dc dall’altra, senza mai scivolare nella socialdemocrazia ne’ peggio nella destra, tenendo fermi la laicita’ e l’indipendenza assoluta dello Stato e delle Istituzioni dalla ‘arroganza’ della religione (“mi domando se questa eredita’ della cristianita’ armata alla conversione degli infedeli non seduca ancora troppi cuori di cattolici…se e’ dimostrato che il concetto di cristianita’, cioe’ della cristianita’ armata che esclude e combatte l’altra parte non cristiana… Questa posizione porta a una cattiva guerra, perche’ porta alla guerra delle camere a gas, a una guerra di sterminio, alla guerra in cui non si riconosce all’altra parte se non il dovere di essere eliminata”), 1951 intervento alla Camera dei Deputati)  che vuole imporre a tutti i suoi comandamenti, non e’ stata certo un’impresa impossibile.

E forse proprio per questo, per aver avuto ragione a distanza di anni, insieme a pochi altri onesti, rigorosi, intransigenti, laici ‘amici compagni’ (Bruno Trentin, Vittorio Foa, Giuseppe Di Vittorio, Fernando Santi, Antonio Giolitti, Giorgio Ruffolo) sugli altri protagonisti della Prima Repubblica a cominciare dai ‘compagni’ ma non ‘amici’ (Cicchitto, De Michelis, Signorile impegnati in tutt’altre faccende d’affari) al ‘Fuhrerprinzip’ Bettino per finire ai ‘nipotini’ di Togliatti e di De Gasperi, uniti a impedire qualsiasi ‘rivoluzione socialista, liberale e nonviolenta’ del Paese,  che il solo nominarlo fa tremare i polsi per cui si preferisce cancellarlo.

Ma le idee e il pensiero specie se strettamente legato e connesso alla realta’ umana, non si cancellano, vivono e si diffondono lo stesso. Per cui oggi partendo dall’intuizione di Lombardi di “una societa’ piu’ ricca perche’ diversamente ricca… E’ il tipo di benessere, il tipo cioe’ di consumi che noi vogliamo cambiare, sono veramente le basi delle aspirazioni e delle preferenze e delle soddisfazioni da dare a queste preferenze che noi vogliamo cambiare, perche’ il socialismo e’ un progetto dell’uomo, soprattutto, e’ un progetto dell’uomo diverso, che abbia diversi bisogni e trovi il modo di soddisfare questi bisogni,"  si puo’ andare oltre disponendo di un ‘pensiero nuovo’ da portare in Politica per liberarsi del ‘berlusconismo’. 

Se le vecchie ideologie – il comunismo, il socialismo per come piu’ o meno sono stati realizzati, il liberalismo – sono miseramente fallite perche’ non hanno mai compresso ‘la realta’ umana’, restando in fondo prigioniere del ‘freudismo’ che ha sempre falsamente ritenuto ‘inconoscibile l’inconscio umano’, oggi ci si puo’ servire, appunto, di un ‘Pensiero Nuovo’,  esposto nel suo undicesimo libro dallo psichiatra Massimo Fagioli in uscita il prossimo 17 febbraio. “L’inconscio? E’ conoscibilissimo. Non è il vaso di Pandora che contiene tutti i mali del mondo”, dice Fagioli. “Ho sempre inteso il non cosciente come non conosciuto ma non inconoscibile: si può conoscere benissimo”, aggiunge lo psichiatra. La parola inconscio indica “qualcosa di non materiale che però esiste, non è spirito, ma sta dentro l’uomo. E’ una realtà umana, ma il ‘non rendersene conto’ è stato trasformato in un’impossibilità di conoscere”. E a questa sorta di “anatema, secondo cui la mente umana è inconoscibile e non si può toccare”, Fagioli contrappone l’idea di inconscio inteso come “qualcosa di sconosciuto che poi può essere conosciuto con la ricerca e con l’interpretazione dei sogni”. E la conoscenza della realta’ umana e’ indispensabile per un ‘nuovo socialismo’ che ritrovi lo spirito delle origini. Si puo’, pertanto, andare oltre l’intuizione di Lombardi che ‘star meglio’ non coincide con ‘l’avere di piu’’.

Un ‘nuovo socialismo’ dunque nel tener assieme liberta’, uguaglianza e giustizia sociale sappia distinguere la soddisfazione dei bisogni dalla realizzazione delle esigenze: un tema questo particolarmente a caro a Fagioli. “Ma appena completata la soddisfazione fondamentale dei bisogni (20 gradi di temperatura, un certo numero di vestiti, una certa casa), bisogna passare – e’ il leit-motiv dello psichiatra sin dal 1980 - immediatamente alla ricerca sulla vera realizzazione degli esseri umani (le esigenze) che e’ il rapporto interumano, e’ ricerca nell’ambito del rapporto interumano, e’ situazione di realizzazione nell’ambito di questo rapporto, e’ sessualita’, non intesa come scarica e bisogno; in questo senso continua, approfondisce la dialettica marxista specifica perche’ senno’ e’ un guaio grosso, e’ un grosso guaio perche’ si va a finire a mantenere una situazione di dialettica fisica e allora vengono fuori le critiche delle armi”.



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