Mostra Albornoz, "La pop art".
Ultime notizie Viterbo - UnoNotizie.it - Sette giorni per guardare da vicino opere di una delle espressioni artistiche più importanti  del Novecento. Sono cento le opere della Pop Art esposte da sabato fino a domenica 15 gennaio alla Rocca Albornoz di Viterbo, sede del Museo etrusco. Saranno in mostra opere uniche (serigrafie, offset, installazioni) del pittore e writer statunitense Keith Haring (Reading, 4 maggio 1958 – New York, 16 febbraio 1990), uno degli esponenti più singolari del graffitismo di frontiera per quei suoi lavori capaci di rappresentare la cultura di strada della New York degli anni Ottanta. ma anche lavori prodotti da altri personaggi di spicco dell’“arte popolare”: dagli americani Roy Fox Lichtenstein e Robert Rauschenberg, agli italiani Mario Schifano, Franco Angeli, Mimmo Rotella e alcuni inediti di Andy Warhol. Alcune opere sono anche edpsoste al New Dada Ristorante di via Sant’Antonio.


La mostra collettiva “… la Pop Art”, organizzata dal Comune di Viterbo in collaborazione con i.Media s.a.s. e Pubbliwork Eventi, continua a registrare molte presenze ed è meta di visite di esperti, studiosi e studenti.
In un mondo dominato dal consumo, la Pop art respinge l'espressione dell'interiorità e dell'istintività e guarda, invece, al mondo esterno, al complesso di stimoli visivi che circondano l'uomo contemporaneo: il cosiddetto "folclore urbano". E' infatti un'arte aperta alle forme più popolari di comunicazione: i fumetti, la pubblicità, i quadri riprodotti in serie. Il fatto di voler mettere sulla tela o in scultura oggetti quotidiani elevandoli a manifestazione artistica si può idealmente collegare al movimento svizzero Dada, ma completamente spogliato da quella carica anarchica e provocatoria.

La critica alla società dei consumi, degli hamburger, delle auto, dei fumetti si trasforma presto in merce, in oggetto che si pone sul mercato (dell'arte) completamente calato nella logica mercantile. Ciò nonostante gli artisti che hanno fatto parte di questo movimento hanno avuto un ruolo rivoluzionario introducendo nella loro produzione l'uso di strumenti e mezzi non tradizionali della pittura, come il collage, la fotografia, il cinema, il video. La sfrontata mercificazione dell'uomo moderno, l'ossessivo martellamento pubblicitario, il consumismo eletto a sistema di vita, il fumetto quale unico, residuo veicolo di comunicazione scritta, sono i fenomeni dai quali gli artisti pop attingono le loro motivazioni. In altre parole, la Pop Art attinge i propri soggetti dall'universo del quotidiano - in specie della società americana - e fonda la propria comprensibilità sul fatto che quei soggetti sono per tutti assolutamente noti e riconoscibili.

Con sfumature diverse, gli artisti riprendono le immagini dei mezzi di comunicazione di massa, del mondo del cinema e dell'intrattenimento, della pubblicità. La Pop Art infatti usa il medesimo linguaggio della pubblicità e risulta dunque perfettamente omogenea alla società dei consumi che l'ha prodotta. L'artista, di conseguenza, non trova più spazio per alcuna esperienza soggettiva e ciò lo configura quale puro manipolatore di immagini, oggetti e simboli già fabbricati a scopo industriale, pubblicitario o economico. Questi oggetti, riprodotti attraverso la scultura e la pittura, sono completamente spersonalizzati. Nelle mani di un artista pop le immagini della strada si trasformano nelle immagini "ben fatte" dell'arte colta. I temi raffigurati sono estremamente vari: prodotti di largo consumo, oggetti di uso comune, personaggi del cinema e della televisione, immagini dei cartelloni pubblicitari, insegne, foto di giornali. A partire dagli anni 90 del XX secolo si è avuta una revitalizzazione di questa tendenza artistica, che va sotto il nome di NeoPop.

La mostra presso il Museo della Rocca Albornoz di Viterbo resterà aperta fino al 15 gennaio   L’orario di visita: dal lunedì al venerdì: dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19,30.  Sabatoe domenica:: dalle 10 alle 19,30 con orario continuato.

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