Tuscia e arsenico.
Ultime notizie Viterbo - UnoNotizie.it - L'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International Society of Doctors for the Environment), nel corso degli ultimi anni ha chiesto costantemente interventi  risolutivi per ridurre ed evitare, alle popolazioni esposte, i  gravi rischi determinati dall'assunzione cronica di acque ed alimenti contenenti arsenico.

In numerosi incontri pubblici ed attraverso documenti inviati anche alle competenti istituzioni e' stato sempre invocato il  pieno rispetto delle vigenti leggi italiane e delle disposizioni della Commissione europea  in materia di potabilità e salubrità delle acque, ed è stato ampiamente e ripetutamente illustrato come l'arsenico, sostanza cancerogena certa di classe 1, secondo la classificazione dell'Agenzia internazionale di ricerca sul cancro (Iarc), sia direttamente correlato alla eziopatogenesi di molte patologie oncologiche; in particolare al tumore del polmone, della vescica, del rene e della cute. Mentre segnalazioni sempre più numerose lo correlano anche ai tumori del fegato e del colon.

L'assunzione cronica di arsenico, soprattutto attraverso acqua contaminata, e' indicata da una cospicua e rilevante documentazione scientifica anche quale responsabile di patologie cardiovascolari, neurologiche, diabete di tipo 2, lesioni cutanee, disturbi respiratori, disturbi della sfera riproduttiva e malattie ematologiche.
La nostra Associazione ha sempre indicato gli interventi necessari  per tutelare la salute pubblica nelle aree interessate da questa problematica ambientale: impianti di dearsenificazione da realizzare alla fonte degli acquedotti comunali, e nel frattempo utilizzo di forme alternative di approvvigionamento idrico, anche mediante autobotti, per tutta la popolazione e in particolare per le donne in gravidanza, i neonati, i bambini, i malati e le industrie alimentari.

Il 14 giugno 2011 e  il 18 luglio 2011, sempre la nostra Associazione ha rivolto nuovi e specifici appelli per evitare subito l'esposizione delle donne in gravidanza e dei bambini ad acque ed alimenti contenenti arsenico. Questi  appelli sono stati motivati da quanto evidenziato da una vasta letteratura scientifica internazionale che, con sempre maggiori riscontri, mostra il legame tra l'esposizione cronica ad acque ed alimenti contenenti arsenico, in donne in gravidanza e bambini, e molte patologie del neurosviluppo (Ndd) - autismo, disturbo da deficit dell'attenzione (Add - attention deficit disorder), disturbo dell'attenzione da iperattivita' (Adhd - attention deficit hyperactivity disorder), disturbi dell'apprendimento, della memoria, della capacità di lettura, riduzione del quoziente intellettivo, patologie dell'apparato respiratorio, perdita fetale, aumento dei casi di morte infantile e neoplasie.

A questi  ripetuti appelli ha fatto seguito quello del 24 luglio 2011 nel quale si segnalava sempre  il persistere del mancato rispetto del Decreto legislativo n. 31 del 2 febbraio 2001, che fissa in 10 microgrammi/litro il valore massimo dell'arsenico nelle acque destinate ad uso potabile e per le preparazioni alimentari ed uno successivo il 15 settembre 2011 che richiamava i contenuti dei precedenti.
A tutt’oggi dobbiamo ancora e di nuovo constatare e denunciare, con grande preoccupazione, fatta salva qualche  rara eccezione, un gravissimo ritardo e una quasi generalizzata incapacità delle istituzioni preposte ad affrontare e risolvere questo problema, insieme ad un costante ed irresponsabile tentativo di minimizzazione o addirittura di negazione della sua drammaticità.

L'"Associazione italiana medici per l'ambiente"  torna  pertanto a chiedere  a tutte le istituzioni  il pieno rispetto delle vigenti disposizioni di legge e l’attuazione, come già più volte indicato, di interventi rapidi e risolutivi per la completa dearsenificazione delle acque ad uso potabile e per l’avvio di una informazione corretta e diffusa rivolta a tutti i cittadini residenti nei Comuni  della  provincia di Viterbo interessati da questa problematica e in particolare nelle scuole, negli ambulatori medici, nelle strutture militari e carcerarie.

Infine, le  amministrazioni comunali, provinciali, regionali e le autorità e le società di gestione dei servizi idrici, per garantire subito la sicura e completa salubrità delle acque di cui la dearsenificazione e' parte sostanziale, in considerazione dei rischi sanitari sopra esposti, devono agire immediatamente utilizzando le migliori tecnologie disponibili, per l'acquisto e messa in opera delle quali possono e devono utilizzare anche fondi propri, avviando successivamente le procedure di recupero di quanto anticipato e speso a tutela della salute pubblica.

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