VATICANO (Uno Notizie.it)

Quattro giorni prima di Manchester-Barcellona il campionato vaticano assegna lo scudetto Clericus Cup, l’antipasto Champions è servito North American Martyrs e Redemptoris Mater  a Roma per  il «Mondiale pontificio»

Sulla tavola del calcio romano, la cucina vaticana propone un ghiotto antipasto al piatto forte della finale di Champions League, in programma il 27 maggio allo Stadio Olimpico di Roma tra Manchester United e Barcellona. Sul campo A del Pontificio Oratorio San Pietro (via Santa Maria Mediatrice 24) i North American Martyrs hanno affrontato i neocatecumenali del Redemptoris Mater, in un incontro per il terzo titolo della Clericus Cup, il campionato di calcio vaticano organizzato dal Centro sportivo italiano (Csi).

Per i neocatecumenali in casacca giallo blu, guidati da mister don Simone Biondi, è la terza finale consecutiva, dopo quella vinta nel 2007 e quella persa contro il Mater Ecclesiae nel 2008. In entrambe le gare segnò per il Red Mat sempre e solo Giacomo Piermarini, numero 10 gialloblu, domani in forse fra i titolari a causa di guai fisici. Più graduale e sorprendente l’ascesa dei North American Martyrs all’Olimpo del calcio vaticano. I “seminaristi a Stelle&Strisce” - attualmente allenati dal loro portiere, l’australiano Gannon “Ball” Jones - furono eliminati dal Redemptoris Mater, in semifinale un anno fa (4- 0 con doppietta di Grisanti) e nei quarti della prima edizione Clericus Cup (1-0, punizione gioiello di Piermarini).

C’è anche un terzo precedente, datato 2008, quando nella stagione regolare i Biondi-boys di misura passarono con rete del polacco Wisniewski. Statistiche alla mano il Red Mat non ha mai subito gol dai Martyrs, che dal canto loro punteranno decisamente ai rigori, visto il positivo ruolino dagli undici metri. In tre stagioni clericali, nove volte in parità, dai penalty, Gallagher & co. sono usciti otto volte vittoriosi. Arbitro della finale  Fernando Rocchetti, del Csi Roma, assistito da Claudio Stamile e Giulio Di Marco. A bordo campo, pronti a sollevare la Coppa con il Saturno, i due rettori dei collegi: Mons. James Checchio per gli statunitensi e Mons. Claudiano Strazzari per i neocatecumenali. Tutt’altro che chiusa la lotta per il titolo di capocannoniere della Clericus Cup 2009. Joao Kalevski, bomber brasiliano dei North American Martyrs a quota 11 reti, ha avuto ancora la possibilità di sorpassare il rwandese Edouard Sinayobye del Collegio San Paolo, fermo a 12 segnature.

Nell’albo d’oro dei bomber, dove figurano il salvadoregno Marcos Tullio Peña, 11 gol nel 2007 nel Sedes Sapientiae, ed il congolese del Pontificio Collegio Urbano, Alfred Mbimi, 12 reti un anno fa. Ma i gol di Kalevski e Sinayobye sono solo una goccia nell’oceano dei 206 gol realizzati nell’edizione 2009, nel corso delle sette giornate di regular season, dei quarti e delle semifinali. Per un totale di 62 partite (escluse le due finali di sabato) in cui gli arbitri hanno estratto per 62 volte il cartellino giallo (i primi due del torneo andarono proprio a due “focosi” Americani: “Jim” Morrison e Victor Ingalls), una volta l’azzurro dell’espulsione a tempo (al portiere croato Milan Dancuo dell’Almo-Pio) e per 6 volte quello rosso, l’indiano Xavier Rajesh dei Guanelliani Internazionale il primo a finire nella lista dei “cattivi”.

Indipendentemente dall’esito calcistico della finale e dai nomi dei giocatori premiati, Massimo Achini, presidente nazionale del Csi, sente di poter già tracciare un bilancio, nettamente positivo, della Clericus Cup 2009: «La Clericus è sempre di più un vero Mondiale, e mi auguro, dopo l’interesse e la simpatia con cui è stata accolto, che venga riconosciuto dai massimi organismi del calcio internazionale. Mi piace inoltre immaginare che da subito un club di serie A inviti la vincente per un’ amichevole. La Clericus infatti è soprattutto testimonianza, perché è uno dei grandi eventi di significato che accende i riflettori sull’impegno pastorale della Chiesa dello sport e sulle valenze dell’attività sportiva come grande strumento educativo. Mi piace ricordare, assieme alle 16 squadre e alle 71 nazioni rappresentate nel torneo, che solo in Italia sono migliaia le parrocchie che si impegnano quotidianamente nella promozione di un’ attività sportiva il cui obiettivo non é tanto la ricerca degli sponsor tecnico sponsor campioni, quanto l’offerta ai giovani di una sana esperienza di vita. Sono convinto che lo sport in oratorio rappresenti il presente e il futuro del sistema sportivo italiano e che possa dire tanto anche a livello mondiale. Stiamo già lavorando per la 4^ edizione, che potrebbe ripartire già a fine 2009».

La Clericus Cup 2009 ha coinvolto 386 religiosi e seminaristi provenienti da 69 Paesi dei cinque continenti. Dopo gli italiani che guidano la classifica delle presenze (con 72 atleti in tutto) particolarmente nutrite sono state anche le “comunità” dei messicani (46 atleti), degli statunitensi (21) dei colombiani e dei brasiliani (17 giocatori).

Significativa anche la partecipazione di indiani, rumeni, sudamericani (brasiliani, boliviani, salvadoregni, ecuadoriani), africani (camerunesi, nigeriani e ghanesi) e asiatici (vietnamiti, birmani), tra cui la novità giapponese di Hiroto Tanaka, oggi seduto sulla panchina del Red Mat. Hanno un po’ deluso calcisticamente parlando il Collegio messicano, l’Istituto Polacco, e Collegio Brasiliano, mentre non sono mancate le sorprese positive: Guanelliani su tutti, assieme a Gregoriana e Agostiniani.

Prima della finalissima, sempre sul campo centrale del Pontificio Oratorio San Pietro, Collegio Urbano e Mater Ecclesiae (campioni nel 2008),  la finale per il terzo posto. Dopo la conclusione delle due finali - alla presenza dei quattro rettori dei seminari finalisti - le premiazioni, che vogliono onorare la teologia cristiana e l’Anno paolino indetto da Papa Benedetto XVI per ricordare il Bimillenario dalle nascita dell’Apostolo delle Genti. Oltre al riconoscimento per le quattro squadre prime classificate, previsti quattro premi destinati a sacerdoti-calciatori o allenatori della Clericus Cup che, durante il torneo, hanno incarnato le quattro virtù cardinali: giustizia, temperanza, fortezza, prudenza. Lo sponsor tecnico della Clericus Cup 2009 è Asics, marchio che, in Serie A, veste squadre come Genoa e Lecce.

 

 

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